Una filantropia strategica per rispondere alle disuguaglianze economiche
Leggi più veloce
Roma, 26 ott. - (AdnKronos) - Rendere la filantropia strategica per rispondere alle disuguaglianze economiche, diventando un vero motore di miglioramento sociale. È questo uno dei temi principali affrontati durante la quarta edizione del Lang Philanthropy Day, ideata da Fondazione Lang Italia. I dati parlano chiaro: i filantropi privati, a livello europeo si dicono disposti nel 26% dei casi a destinare a cause benefiche almeno un terzo del loro patrimonio (fanno meglio solo gli Stati Uniti con il 33%). A spingere questi benefattori del Vecchio Continente è soprattutto il “senso del dovere” (52%) e la loro principale area d'intervento è quella della salute (63%). Un impegno alla base del quale vi è quindi una forte spinta valoriale, ma sempre più accompagnata dalla consapevolezza che solo organizzandosi secondo criteri professionali è possibile ottenere risultati duraturi e sostenibili. Una necessità ben presente anche in Italia dove si calcola che circa il 60% della Fondazioni private non abbia uno staff di professionisti. E proprio la ricerca del metodo migliore per guidare la filantropia verso risultati più efficaci e di maggiore impatto sociale è alla base della ricerca “Indagine sulla governance delle Fondazioni italiane”, che ha coinvolto 144 amministratori di queste realtà filantropiche presentata nel corso del IV Lang Philanthropy Day. Tale studio ha evidenziato come le opzioni di governance ritenute più adatte allo sviluppo del settore sono quelle in grado di qualificare le Fondazioni come filantropi più sofisticati rispetto ai singoli donatori individuali, che prevedano un'attività di pianificazione in grado di far diventare l'erogazione delle risorse parte integrante di una più complessa progettualità sociale. Una strategia che veda consiglieri e amministratori attivi sul territorio pronti a supportare la partecipazione civile di altri soggetti privati e che garantisca la concreta possibilità di valutare in maniera consapevole l’impatto degli interventi finanziati. 'I soggetti al vertice delle nostre Fondazioni – spiega Giacomo Boesso, Professore Associato di Economia Aziendale presso l'Università di Padova e curatore dello studio realizzato in collaborazione con Acri, Assifero e Centro Studi Lang sulla Filantropia Strategica – sono disposti a sperimentare soluzioni d’intervento sociale anche innovative e rischiose, che possano diventare un modello per altri attori pubblici e privati. Inoltre si sentono pronti ad erogare servizi di welfare privato, ove necessario, acconsentendo ad un uso abbastanza utilitaristico delle proprie prerogative istituzionali, ma senza derogare su specifici elementi solidaristici che fanno parte della tradizione italiana'.