Terapia occupazionale, le strategie per prendersi cura di sé
Per affrontare anche l'imminente fase 2, sono utili gli esercizi da fare in coppia: fare fantasie insieme e parlare in un modo nuovo
Spesso le situazioni difficili determinano una caduta dell’autostima regalando una forte sensazione di impotenza e di fatalismo depressivo o rabbioso. In questo momento particolare esiste la necessità di una disciplina come se ci affidassimo ad una “terapia occupazionale” in cui anche l’ ozio è previsto dentro un ritmo organizzato. Quello che possiamo scegliere è un rapporto forte con il presente organizzandolo con sapienza e poi, ogni settimana, dedicare alcuni spazi ai progetti sui cambiamenti che vengono indicati.
Prima, nella vita di tutti i giorni, avevano un ritmo scandito da doveri e abitudini, da rapporti interni ed esterni che dettavano le regole. Ora le regole sono nelle nostre mani ma dentro un recinto indicato dall’esterno ed è per questo che dobbiamo ritrovare un modello attivo. La prudenza fa parte della saggezza, non vogliamo mettere a rischio né noi stessi né i nostri cari, allora impariamo a costruire l’agenda delle giornate: l’ora in cui ci alziamo, ci laviamo, ci prepariamo, senza mai dimenticare la piccola seduzione, il prendersi cura, anche se siamo sole, del nostro aspetto.
Pensare a noi stesse come se dovessimo uscire, vedere persone, avere il nostro stile. Se usciamo, sapere come muoversi in sicurezza, ma sempre con questo pensiero interno che è importante conservare il nostro profumo, i nostri colori, il nostro modo di guardare e di muoverci. A casa potrà essere utile definire il nostro spazio, un luogo che ci faccia sentire a nostro agio se abitiamo con altre persone. Rispettiamo alcune caratteristiche: libri o quaderni, matite oggetti che ci assomigliano e strumenti per le piccole attività. Se siamo sole è più semplice, se viviamo con un partner o con dei figli, segniamo i nostri punti, come nel gioco 'dello spazio personale' con nastri colorati e con il metro segnando cosa appartiene a noi e dove sono gli spazi comuni. E’ sempre importante anche in altri momenti sapere dove si posa il nostro sguardo, da quale finestra entriamo in contatto con il mondo esterno come possiamo riprodurre paesaggi e lasciarsi immergere in ricordi e sogni. Spesso in tutte le case ci sono i cassetti delle meraviglie, oggetti, stoffe, libri, lapis dimenticati da incollare o assembrare in modo buffo e se i bambini sono piccoli con cui costruire delle storie. Piccolo spazio anche al movimento, agli esercizi utili in questa assenza delle nostre abitudini all’aria aperta e la rete di amici e parenti di cui vogliamo avere notizie.
Il collage terapeutico
Due esercizi da fare da sole o insieme a chi vive con noi: il collage a tema, tagliando immagini e incollandole o facendo disegni riferiti a passato, presente e futuro; i viaggi che vorreste fare. Sono utili anche gli esercizi da fare in coppia: fare fantasie insieme, parlare con deprivazioni sensoriali, prima solo vedere, poi occhi chiusi comunicare con le mani o disegnare messaggi. Inseguendo quello che ci incuriosisce possiamo costruire prodotti, fare corsi online, fare ricette. Televisione con moderazione, cellulare con moderazione, film amati e ricercati come le serie televisive a cui siamo affezionate.
Come affronatre la fase due
Ora ci viene proposto di pensare alla fase numero due e allora come andiamo incontro a questo cambiamento rappresentato da quali spazi potremo percorrere e come incontrare persone importanti per noi, come riprendere il lavoro, come condividere con i bambini, come regolare gli adolescenti.
Spesso le persone con cui lavoro in psicoterapia raccontano due ipotesi diverse: la rabbia da costrizione o le conseguenze dell’ozio forzato, meno energie meno desideri anche sessuali. Per le relazioni possiamo dedicare del tempo all’apprendimento di nuove regole, come imparare a mediare, confermare gli interessi reali e evitare le posizioni che sono rappresentate dalla frase 'sarò felice se tu cambi' e non 'cosa potremmo cambiare per essere felici'. Questo modo di incontrarsi cambia in maniera significativa il clima di coppia e familiare. Proviamo a capire se quello che ci interessa è avere quello che amiamo o se siamo soprattutto impegnati nel dire cosa è giusto o sbagliato, sentendosi in modo errato sempre dalla parte della ragione. Bisogna ricordare che veniamo da due mondi diversi e spesso non parliamo neppure la stessa lingua. Dobbiamo più che vincere, che nelle relazioni affettive è una pessima regola, trovare una intesa e fare amicizia.