Temptation Island, riflessioni sull'ennesimo "mostrificio" in tv. Perché tanto successo?
Dati impressionanti per un format incentrato sulle dinamiche di sette giovani coppie che cercano di restare fedeli e invece restano poco credibili
L’edizione 2023 di Temptation Island ha riscosso un successo clamoroso. Infatti il programma ideato da Maria De Filippi, tornato dopo un anno di pausa, ha toccato picchi di share del 42% e totalizzato oltre 3,5 milioni di telespettatori, polverizzando la concorrenza.
I dati impressionanti
Dati impressionanti per un format incentrato sulle dinamiche di sette giovani coppie in confino volontario per ventuno giorni in un resort del Cagliaritano. Lo scopo dichiarato degli iscritti sarebbe “testare” la resistenza delle loro relazioni alle lusinghe di quattordici tentatori e tentatrici in pieno stile Barbie e Ken, pronti a sconquassare con ogni mezzo i legami tra i partecipanti.
Le corna sono servite
È presto detto: dal primo giorno le corna son servite in abbondanza con contorno di scorrettezze ed esternazioni offensive, quasi diffamatorie contro la dolce metà di turno. Il canovaccio televisivo di Temptation Island è intriso di amarezza, disagio e di ogni tipo di recriminazione tra individui che hanno la sfacciataggine di spacciarsi per fidanzati innamorati. Sino alla comparsa inevitabile delle natiche e dei seni strizzati o di bicipiti e dell’addominale a scacchiera degli antagonisti.
Temptation Island sembra un postribolo relazionale di sentimenti falsati, una kashba di cloni umani cronicamente incapaci di comunicare, se non coi modi più sgradevoli: luoghi comuni urlati, insulti, indici puntati come rivoltelle, grugniti, sbuffi e isterismi scenici ininterrotti. Alla fine, non sono mancati “ricongiungimenti” nonsense pronunciati davanti agli iconici “falò di confronto”. Fuochi noiosi accesi dal presentatore, costretto al ruolo di pseudo-psicoterapeuta dall’empatia di cartapesta.
La spiegazione del record di ascolti
Come spiegare il record di questo ennesimo mostrificio Mediaset targato Fascino? Non basta supporre che alla base dei riscontri macroscopici dello show delle coppie che scoppiano ci sia del banale voyerismo. Se quasi 4 milioni di italiani s’incollano per ore allo schermo come bambini davanti a un acquario di piranha della grammatica italiana e di una qualsivoglia educazione sentimentale, la spiegazione non può nemmeno ridursi a un semplice meccanismo di identificazione.
Infatti, secondo molti critici la popolarità di Temptation Island dipenderebbe dalla tendenza degli spettatori a identificarsi nel bailamme interpersonale dei concorrenti e nel loro eclatante squilibrio emotivo. La tesi dell’identificazione però è riduttiva oltre che deprimente, perché implica che gli estimatori della trasmissione siano un enorme club d’infelici in amore o cinici sentimentali. Ma non è così, o perlomeno non è ancora così.
Il meccanismo di identificazione inversa
Gli/le infelici in amore, le vittime dell’ambiguità, dei flirt intermittenti e dei tradimenti inevitabili nel contesto del “gioco” catalizzano l’attenzione di un pubblico molto più vasto. In virtù di un meccanismo di identificazione inversa, osservare l’acquario dei piranha della lingua italiana e del senso dell’amore sano le miserie psico affettive di bambolotti instagrammabili con più tatuaggi che intelligenza emotiva è fonte di grande sollievo per due “insospettabili” categorie di telespettatori: i single e le coppie realisticamente serene.
Assistendo alle bassezze collettive che segnano le storie della trasmissione, ogni single sano di mente si sentirà fortunato. Meglio soli che intrappolati in una Escape Room relazionale. Per le coppie vere, quelle stabili e realisticamente felici, Temptation Island è uno spasso, una flebo di autostima e un invito a tenersi stretti l’un l’altra/o. Magari la partner è meno cesellata, tirata o pompata di qua e di là e fashion o il partner non è così sportivo e testosteronico come i droni del resort di Pula, ma è una persona capace di sentimenti veri e, chissà, una persona che conosce la grammatica italiana e la sintassi elementare dei sentimenti.