Affermazione di genere, stop ai farmaci sospensivi della pubertà. Che cosa si rischia
Il rapporto Cass sta allarmando molte associazioni che si battono per i diritti delle persone transgender: timori di strumentalizzazioni politiche
Si parla di limitare i farmaci sospensivi della pubertà. Il rapporto Cass, dal nome della scienziata britannica che lo ha realizzato, sta allarmando alcuni gruppi e associazioni che lavorano sulle questioni di genere perché temono che questa ricerca venga strumentalizzata, portando alla perdita di alcuni dei progressi raggiunti in questi anni per accompagnare e assistere i minorenni con varianza di genere. Sappiamo molto bene come l'estrema destra possa usare questi studi per motivi ideologici e non di salute pubblica.
Cosa è successo
L’Inghilterra è il quinto Paese dopo Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca ad aver deciso di limitare la prescrizione ai minori dei farmaci sospensivi della pubertà. In poche parole il Servizio sanitario inglese ha deciso di scoraggiare fortemente i bambini, i giovani e le loro famiglie dal procurarsi da fornitori online gli ormoni soppressori della pubertà per affermare il genere desiderato. I nuovi studi infatti scarsi dati che provino che i bloccanti per la pubertà migliorino le condizioni mentali di soffre di disforia di genere. Mentre è stato segnalato la presenza di qualche indizio sul peggioramento della salute dell’apparato osseo nella fase dello sviluppo.
Pubertà e sviluppo
La pubertà è quel periodo della vita che precede l'adolescenza e va dai 9 ai 13 anni. Questa fase della vita è importantissima per lo sviluppo dell'organismo sia in termini fisici che mentali. Se prima della pubertà le differenze tra bambine e bambine sono quasi nulle a parte l'apparato genitale, con la maturazione sessuale avvengono trasformazioni fisiche, neuronali e psichiche che trasformano quel bambino o quella bambina in adulti. In questa trasformazione sono coinvolti molti tipi di ormoni, nei maschi inizia la peluria, si modifica la voce, ma anche il cervello è coinvolto nel cambiamento. Ovviamente questo periodo è molto delicato e tutti e tutte sappiamo quanto sia caratterizzato da mancanza di certezze ed equilibrio, molte insicurezze e spesso tristezza. Questa fase transitoria normalissima può accadere che in alcuni di questi e queste giovanissime prosegua e si manifesti una sorta di insoddisfazione nei confronti dei propri genitali, o a causa dell'arrivo delle mestruazioni, o dell’abbassamento della voce e così via. Ma questo senso di disagio può manifestarsi anche prima della pubertà. E sta qui il problema. Quando iniziano a essere consapevoli del proprio sesso biologico, senza però trovare corrispondenza col genere a cui loro sento di appartenere. Il punto è che si tratta appunto di bambini e bambine, non ancora in grado di comprendere ciò che li accade. Ma con l’arrivo della pubertà e una maggiore consapevolezza quel senso di disagio può scomparire, ma anche aumentare, e secondo pediatri e psicologi infantili è importante che venga affrontato. Ma senza essere precipitosi.
Cosa è la disforia di genere
La disforia di genere la troviamo come denominazione nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), mentre “incongruenza di genere” nella Classificazione internazionale delle malattie dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Negli ultimi anni è prevalsa la dicitura “varianza di genere”. Non è una malattia, come era classificata anni fa, ma un semplice disturbo della vita sessuale. Insomma la disforia di genere si ha quando una persona soffre perché non si riconosce nel proprio sesso biologico, quello che ha dalla nascita.
Foto Pixabay