Covid e stanchezza: i consigli della nutrizionista per recuperare energie

L’alimentazione influisce sulla nostra carica energetica. Alcuni cibi e bevande spengono l’infiammazione, altri aiutano il sonno e altri ancora favoriscono la ricostituzione del microbiota. Cosa portare in tavola per non affaticare cervello e organismo.

Covid e stanchezza i consigli della nutrizionista per recuperare energie

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Stanchezza e sfinimento sono i sintomi più frequenti per coloro che hanno il Covid-19 o che l’hanno superato, ma continuano a essere molto stanchi. Riposare di più non basta. Per recuperare energie aiuta portare a tavola i cibi giusti, a partire dagli spuntini semplici e dagli alimenti ricchi di triptofano, vitamine e probiotici.

Purtroppo l’esito negativo del tampone dopo un periodo sintomatico più o meno lungo, a volte, non mette davvero fine alla brutta esperienza del Covid. Restano svariate complicazioni che vanno da problemi di insonnia ad ansia, miopatie, problemi respiratori, renali e neurologici. “Molti pazienti accusano una persistente stanchezza, la cosiddetta stanchezza patologica, cioè non giustificata da attività e non alleviata dal riposo. Da evidenze scientifiche sembrerebbe che la stanchezza cronica non sia correlata alla gravità della sintomatologia; si nota invece una certa predisposizione nel genere femminile e in tutti coloro che sono inclini a episodi di ansia o depressione”, spiega Alessia Manteca, biologa nutrizionista e consulente di Federfarma.

Le cause non sono state accertate del tutto. Gli studi devono ancora chiarire se questo effetto collaterale sia causato dal patogeno stesso o da una risposta eccessiva del sistema immunitario o molto probabilmente da entrambi. Non è ancora chiaro se il Covid-19 sia neuro-invasivo, ma ci sono validi studi a favore di questa ipotesi. Tuttavia, è stato dimostrato che altri coronavirus umani possano utilizzare la disseminazione ematica e neuronale per penetrare nel sistema nervoso centrale. Pertanto, i fattori centrali che influenzano l'affaticamento post-COVID-19 potrebbero essere il risultato dell'invasione del virus nel sistema nervoso centrale.

Alimentazione ed energia

La dieta è fortemente correlata non solo con il benessere dello stomaco, ma anche con quello del cervello. Basti pensare che quest’ultimo assorbe il 20% dell’energia che introduciamo ogni giorno per esplicare le sue funzioni, a fronte del suo misero 2% del nostro peso corporeo. Inoltre, la materia di cui è costituito è sintetizzata dalle cellule nervose a partire da sostanze introdotte con la dieta, in particolare per la sintesi di neurotrasmettitori. “Per contrastare l’affaticamento cronico, possiamo evitare degli errori dal punto di vista nutrizionale, che mettono il cervello in una condizione di sofferenza. In primis, attenzione alla concentrazione di zuccheri raffinati, i quali innescano delle ondate di soddisfazione dovute ai picchi glicemici con un effetto repentino e un innalzamento brusco dell’insulina, che riporta l’organismo in condizioni di immediata ipoglicemia, favorendo di nuovo ulteriore stress. Di contro, la quantità di zuccheri non deve essere nemmeno al di sotto dei valori soglia: dobbiamo avere la consapevolezza che il troppo equivale al troppo poco, sottraendo energia invece di garantirla”, sottolinea Manteca.

Alimenti e bevande contro la super stanchezza

La tavola può diventare una preziosa alleata per combattere lo sfinimento.Durante e dopo il Covid possiamo seguire delle linee guida dal punto di vista alimentare e modulare positivamente la componente infiammatoria e sperare di migliorare la sintomatologia. “È bene prediligere spuntini semplici a base di farine integrali, yogurt bianco, frutti rossi e frutta secca. Altrettanto importante è fare attenzione alle etichette e alle materie prime: liste degli ingredienti troppo lunghe suggeriscono una raffinazione eccessiva che causa una drastica riduzione di fibre, vitamine e antiossidanti. Evitare, inoltre,quando possibile il pasto dissociato, specialmente a pranzo, pensando che solo un piatto di pasta o di riso risultino più leggeri. Potrebbe essere funzionale preparare un piatto di pasta integrale al pesto da accompagnare con uno sgombro al cartoccio insaporito con salvia e limone e un’insalata mista di rucola, radicchio e finocchi. I carboidrati aumentano i livelli di serotonina, ma devono essere bilanciati, quindi presenti in ogni pasto, ma con assoluto criterio e giudizio”, raccomanda Manteca.

La serotonina è un neurotrasmettitore che regola l’umore, l’aggressività, il comportamento sessuale, il ciclo sonno-veglia e favorisce la distensione. Di conseguenza vanno preferiti tutti quei cibi che contengono triptofano, ossia il suo precursore. Tra questi spiccano funghi, mandorle, miele, anacardi, cioccolato, uova, latte, spinaci crudi, zucchine. “Il triptofano, però, da solo non basta; senza le vitamine B3, B6 e C il triptofano non si trasforma in serotonina. La vitamina B3 si trova in grano, orzo, legumi, pomodori, latte, formaggi, carote, patate. La vitamina B6 si trova nel pesce, cereali, patate, formaggi, spinaci, fagioli, carote. La vitamina C in frutta e verdura fresca come kiwi gialli e verdi, agrumi, peperoni, broccoli, frutti di bosco, rucola. E infine una dieta ricca di fibre a base vegetale, sembra essere vantaggiosa, poiché ricostituisce il microbiota intestinale conferendo vari benefici per la salute inclusa una maggiore immunità. L'uso dei probiotici dunque può rivelarsi una scelta vincente come terapia aggiuntiva nella profilassi e/o nell'attenuazione dei sintomi di Covid-19”, spiega Manteca.

Ulteriori plus per combattere la stanchezza

Oltre l’alimentazione esistono prodotti nutraceutici e concentrati vitaminici da assumere per bocca. Tra i primi abbiamo ad esempio rodiola, ginseng, guaranà, eleuterococco, acidi grassi a media catena i quali con meccanismi diversi favorisco la capacità dell’organismo di adattarsi allo stress migliorando la capacità fisiche e mentali. Vi è un significativo aumento dei valori plasmatici di beta endorfine, il che aiuta ad attenuare le modificazioni ormonali che si verificano nel corso dello stress psico-fisico. “Tra i preparati vitaminici spiccano la vitamina C, D e tutto il complesso B. Rimane doveroso ribadire, però, che queste terapie vanno seguite dopo analisi ematochimiche che certificano eventuali carenze e sotto il controllo medico, per evitare spiacevoli effetti avversi e spiacevoli interazioni con altri farmaci. Per cui va chiesto il parere a un professionista, senza affidarsi fiduciosi alla terapia del vicino di casa”, conclude Manteca.

12/03/2021
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