Come essere soddisfatte della propria immagine, migliorare l’autostima e non cedere al confronto con gli altri
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Nella società attuale, dove l'immagine ha un ruolo primario, la soddisfazione per il proprio corpo assume spesso un valore importante.
Qual è la percezione che le persone hanno del proprio corpo? Coincide con l'immagine reale di sé?
Entriamo nel mondo dell'immagine corporea
L'immagine corporea è un costrutto multidimensionale caratterizzato dalle percezioni e dalle valutazioni dell'individuo in merito al proprio aspetto fisico (Cash e Puzinsky, 2002), includendo pensieri, convinzioni, sentimenti e comportamenti (Cash, 2002).
Nella costruzione della propria immagine corporea, molti studi hanno evidenziato l'importanza rivestita dalle variabili socioculturali (Stice, 2002). Il Modello Tripartito di Influenza (Thompson et al, 2004) delinea tre fonti primarie di influenza nello sviluppo dei problemi legati all'immagine corporea e ai disturbi alimentari: i pari, i genitori e i mass media.
Queste fonti di influenza, attraverso commenti espliciti, messaggi subliminali e azioni (ad esempio: parlare spesso di peso, criticare la fisicità attuale, deridere, suggerire una dieta, esaltare e mostrare modelli di magrezza, ecc.), rinforzerebbero lo standard fisico attuale (bellezza = magrezza), con una notevole ricaduta sul livello di soddisfazione corporea.
La Teoria del Confronto Sociale
Anche la Teoria del Confronto Sociale (Festinger, 1954) arricchisce la comprensione di tale costrutto. Secondo tale teoria le persone tendono a valutare le proprie capacità e caratteristiche attraverso il confronto con altre persone, preferibilmente simili a sé. Nel confronto “downward” il paragone avviene con persone meno fortunate per qualche aspetto, favorendo il buonumore e sentimenti di valore personale. Nel confronto “upward” la comparazione avviene con persone percepite come socialmente migliori con esito negativo sull'umore e sulla valutazione di sé. Infatti l'esposizione ai modelli ideali proposti dai media influisce negativamente sul livello di soddisfazione corporea (Nerini et al, 2009).
L'autostima
Quali sono i fattori protettivi per contrastare lo sviluppo dell'insoddisfazione della propria immagine corporea?
Particolare attenzione è stata posta sull'autostima. L'autostima è il senso individuale del valore e apprezzamento di sé o il modo in cui la persona si valuta, si piace, apprezza e stima se stessa. L'autostima è generalmente considerata la componente valutativa del concetto di sé, una più ampia rappresentazione del sé che include aspetti cognitivi, comportamentali, valutativi e affettivi (Blascovich e Tomaka, 1991).
Secondo alcuni studi l'autostima si è dimostrata un moderatore significativo dell'influenza dell'esposizione a immagini altamente attraenti sul livello di insoddisfazione corporea: gli individui con bassa autostima sembrano più vulnerabili ad un incremento dell'insoddisfazione corporea successiva ad un confronto sociale “upward”. Le persone con livelli elevati di autostima sono maggiormente capaci di mettere in atto delle strategie in grado di fronteggiare le possibili minacce derivanti dal confronto con i modelli di magrezza proposti dai media ed in particolare dai social network (Nerini et al, 2009).
Tiggemann (2005) suggerisce che in adolescenza, non sarebbe una bassa autostima a rendere gli adolescenti più vulnerabili ad un'alta insoddisfazione corporea, ma viceversa che sia un'alta insoddisfazione corporea ad influire negativamente sul livello di autostima posseduto.
Il ruolo dei genitori
Tra i fattori protettivi rispetto ad una buona autovalutazione della propria immagine corporea, vi è anche la presenza di relazioni positive con i genitori ed i pari.
Il costrutto dell'immagine corporea inizia infatti a prendere forma già nelle prime interazioni con i genitori che influenzeranno poi i rapporti interpersonali e l'immagine che si ha di sé.
Da una parte le relazioni positive con le figure genitoriali sono fattori protettivi contro l'insorgenza di gravi dispercezioni del proprio corpo che spesso sfociano in condotte alimentari disfunzionali (in particolare nelle ragazze). Di contro, la carenza di supporto sociale è un fattore di rischio per l'insorgenza di insoddisfazione per il proprio corpo che spesso si correla con un abbassamento dell'autostima e una denigrazione di sé. Gli adolescenti che si sentono poco accettati o hanno avuto esperienze di rifiuto da parte dei genitori mostrano una scarsa percezione della propria immagine corporea e sentimenti di inadeguatezza (Gatti, 2012).
Il confronto con i propri coetanei
Un confronto positivo con i propri coetanei si rivela fondamentale per mantenere un rapporto sereno ed equilibrato con il proprio corpo. In questo contesto l'adolescente tende valutare l'immagine corporea in maniera positiva o comunque con poche preoccupazioni.
Di contro un gruppo di pari che evidenzia i difetti e i confronti fisici tendenzialmente amplifica un atteggiamento critico e di insoddisfazione verso la propria immagine corporea con conseguente ansia per come si appare agli altri. In generale, i commenti negativi risultano avere, per chi li subisce, un effetto significativo sull'immagine corporea. Inoltre, i commenti negativi dei pari sembrano avere più influenza rispetto a quelli dei familiari (Kichler e Crowther, 2009).
È interessante evidenziare che l'insoddisfazione per la propria immagine corporea non è sempre frutto di processi negativi né risulta sempre legata ad una distorsione dell'immagine corporea. In quest'ottica ad esempio, una moderata insoddisfazione può essere utile per motivare le persone sovrappeso a modificare il proprio stile di vita a favore di abitudini più salutari, come fare esercizio fisico o ridurre le calorie (Heinberg, Thompson e Matzon, 2001).
Strategie per migliorare l'immagine corpore
In conclusione, affinché le persone possano mantenere una buona valutazione della propria immagine corporea sarebbe opportuno mettere in atto interventi preventivi volti, da una parte a potenziare fattori protettivi come l'autostima, una buona autoregolazione emotiva e positivi rapporti interpersonali e familiari, dall'altra a controllare eventuali fattori di rischio come comportamenti volti al controllo eccessivo del corpo.