Perché ci sono sempre più single? Ecco qual è la bugia più grande che ti hanno detto sull’amore

Quando dietro questa scelta (più che legittima) si nasconde dell’altro? Essere single, per molti, è diventato un rifugio. Una fuga da cosa?

Perché ci sono sempre più single Ecco qual è la bugia più grande che ti hanno detto sullamore
di Maria Beatrice Alonzi

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Negli ultimi decenni, il numero di persone che vivono da sole è cresciuto significativamente. In Italia, le famiglie unipersonali rappresentano circa il 33% del totale, superando le coppie con figli.

Libertà o necessita?

Quando, però, dietro questa scelta (più che legittima) si nasconde dell’altro? Essere single, per molti, è diventato un rifugio. Non un rifugio di libertà ma un rifugio dalla fatica. Dalla fatica di mettersi una maschera tutti i giorni per avere paura di specchiarsi nell’altro e trovare una versione di noi che non vogliamo mostrare. Si indossa un abito per andare al lavoro, un pigiama per andare a dormire, e una maschera per entrare in relazione: che fatica non abitare mai dei vestiti che ci rappresentino, non è vero?

A forza di credere di non essere abbastanza per ricevere amore, si “decide” che solo fingendosi una persona diversa si possa entrare in relazione e, ad un certo punto, giustamente, si getta la spugna.

La relazione fa da specchio

Perché è questo che le relazioni fanno: mettono uno specchio davanti, ogni giorno, e non sempre è facile guardarsi se non ci si sente liberi di essere sé stessi o, spesso, ancora non si è capito bene chi si è. Per quanto doloroso, evitare quello specchio è meno faticoso che viverci di fronte: si chiude così la porta al rischio ma con essa anche alla possibilità di amare e lasciarsi amare.

Le paure che impediscono la relazione

C’è un mare profondo che attraversa molte vite: la paura. Paura di non essere abbastanza, paura di farsi vedere davvero, paura di affrontare i vuoti lasciati dalle esperienze passate e paura di incontrare qualcuno di crudele che si approfitti delle proprie debolezze. Cresciamo spesso senza imparare a riconoscere le nostre emozioni, figuriamoci a condividerle con qualcun altro. E così, quando arriva il momento di metterci in gioco, ci sentiamo impreparati. Oppure siamo troppo scottati e invece di comprendere che nella relazione finita mancava una scala di valori condivisa – fin dall’inizio – e un vocabolario comune, pensiamo di non essere materiale d’amare. Il rischio è troppo alto. E allora meglio stare da soli, dove nessuno può ferirci, ma nemmeno amarci davvero.

Lottare per amore serve?

Ma qual è la più grande bugia che ti hanno detto sull'amore? Ti hanno insegnato che devi lottare per avere una storia d’amore, e che funzionerà solo se è scritto nel destino. Ti ritrovi a vivere un amore dove il dolore o la fatica o il compromesso o la noia sono all’ordine del giorno. Anche se senti che qualcosa non va, anche quando sei infelice, le tue aspettative si sono arrese al fatto che l’amore, in fondo, deve fare male almeno un po’, perché “è così che funziona”. Una sorta di contrappeso alla felicità. Niente di tutto questo è vero. Le relazioni non finiscono perché manca l’amore, falliscono perché manchiamo noi.

La più grande bugia sull'amore

Il primo passo è guardare lo specchio e dirsi: sai qual è la bugia più grande che ti hanno detto sull’amore? Che avresti sempre dovuto amare per due. Inizia dal pulire lo specchio, indossa dei vestiti che ti rappresentano, chiudi gli occhi, prendi un bel respiro e poi guardati: ti riconosci? Non avere paura di essere single, ma ricordati di controllare che sia una scelta la tua, non un avamposto della paura.

Il suo libro

«Lo sai cosa fa un desiderio quando viene negato? Si trasforma in un bisogno. Tutte le storie finiscono nello stesso modo, in queste pagine te lo dimostrerò, e capiremo insieme come partendo da questo concetto tu possa arrivare ad amare e a lasciarti amare, senza dover più fingere e dipendere, ma accogliendo chi sei e, un giorno per volta, trovare la felicità in te e nelle tue relazioni.» Si può provare a sperare di riuscire nell’amore, vivendolo come se fosse un compito, rendendosi conto tutti i giorni che non funzionerà. Non funzionerà perché l’amore è un lascito che ci è stato assegnato, e seppur non dobbiamo dimostrare di essere capaci di fare meglio, dobbiamo combattere per poterlo rendere nostro. Per quanto dolore abbiamo vissuto, per quanto amore e comprensione ci siano stati negati, ciò che dobbiamo cercare è la strada che ci porterà a capire qual è l’unica vera storia d’amore che non finirà e “andarcela a prendere”. Nel suo nuovo e attesissimo libro Perché finisce, edito da Sperling & Kupfer, Maria Beatrice Alonzi – autrice bestseller, esperta di reputazione, etica e cultura della comunicazione – ci accompagna per mano alla scoperta di noi stessi e della motivazione per le quali le storie finiscono o ci fanno soffrire: l’impossibilità di creare una reale connessione emotiva. Alonzi ci guiderà in un vero e proprio viaggio dentro i nostri ricordi, fino ad arrivare alla strada che conduce all’Altro, dove sceglieremo se proseguire insieme oppure... Nel volume il lettore è accompagnato a guardare dentro sé stesso, per capire cosa prova e cosa provano gli altri, avrà a disposizione uno strumento per imparare finalmente a comunicare «Che vi siate conosciuti da piccoli o da adulti, online o tramite amici comuni, che stiate insieme da anni o da poche settimane, senza un collegamento tra le vostre emozioni vi manca l’alfabeto con il quale parlare. E una relazione reale, che non si basa sull’accontentare i propri bisogni attraverso l’Altro, si può formare solo attraverso un dizionario comune.» Leggendo imparerà cosa sono le emozioni, a cosa servono, in che modo sono diverse dai sentimenti o dalle sensazioni, imparerà a dare il giusto nome a ciascuna di loro, a distinguere quelle primarie (involontarie) da quelle secondarie (in parte guidate dalle nostre credenze e valori), a distinguere la nostalgia dalla malinconia, la determinazione dalla rabbia e così via. «I nomi sono importanti: con i nomi ci sentiamo meno soli, perché usare i giusti nomi, le giuste parole, per descrivere le esperienze, aiuta a farle proprie e a ricordarle e, altrettanto, a saperle condividere, senza sentirsi alieni. I nomi e le parole – quelle specifiche – servono a spiegare a noi stessi e agli altri cosa proviamo, sentiamo, viviamo. Il linguaggio guida la connessione emotiva.» In che modo le emozioni primarie come la tristezza sono necessarie alla nostra sopravvivenza? Perché molte, come il disgusto, le reprimiamo? Lo sapevi che quello che chiami “sesto senso” in realtà è l’emozione chiamata “ansia”? E che ti aiuta, in effetti, a “vedere” il futuro? Nel libro troveremo le risposte a queste e molte altre domande che aiutano a smettere di sentirci persone sbagliate o rotte, trasformando, pagina dopo pagina, la nostra capacità di amare e di lasciarci amare. L’autrice, con la sua grande capacità divulgativa, ci spiega che non è amore se le sue idee diventano nostre, se curiamo per farci amare, se ci sostituiamo all’altro, se non ce ne andiamo perché abbiamo paura di fare del male, se i nostri obblighi si confondono con i nostri bisogni e cancellano i nostri desideri. «Perché per quanto romantica possa sembrare la nostra idea dell’amore, il romanticismo prevede vittime. E la vittima è il risultato della guerra, non della coppia.»

Perché ci sono sempre più single Ecco qual è la bugia più grande che ti hanno detto sullamore

Maria Beatrice Alonzi è scrittrice, esperta di comunicazione, specializzata nella gestione della reputazione, cultura ed etica degli spazi digitali. Oltre la laurea in Scienze Umanistiche dell’Università Statale di Milano, ha un master in Tecniche e Metodi di Analisi Comportamentale e Analisi Scientifica del Comportamento non-verbale. È speaker di TEDx, relatrice per l'Università Sapienza di Roma e divulgatrice scientifica con focus sulla salute mentale.

17/01/2025
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