I giovani e la sessualità: come aiutarli a capire il consenso, il divieto e il silenzio

I ragazzi e le ragazze ci chiedono come possono prendere l’iniziativa e come affrontare dipendenza affettiva, gelosia, rabbia, paura dell'estetica e sesso sicuro: le risposte della sessuologa

di Roberta Giommi

Possiamo essere preoccupate e preoccupati perché le nuove generazioni hanno oggettive difficoltà? Sì e essere preoccupati non vuol dire essere passivi, ma pensare con una mente preventiva perché troviamo tra ragazze e ragazzi una serie di problemi di cui prendersi cura che sono la competizione, il rischio di isolamento, il farsi male, il bullismo e il cyberbullismo, la paura dell’estetica, di non essere abbastanza belle, belli, le difficoltà sessuali e i rischi di non essere accompagnati sul sesso sicuro o sui rischi della dipendenza affettiva e dei sentimenti collegati come gelosia, rabbia. (Leggi qui)

Aiutare i giovani a costruirsi un'autostima

Saper parlare di questi problemi con delicatezza, ma con forza ci permette di essere vicine, vicini e di saper usare con calma le parole per ottenere la costruzione della loro autostima e la competenza alla protezione, intesa come proteggersi e proteggere anche gli altro. Quando incontro i genitori e gli adulti autorevoli, insegnanti, allenatori, guide spirituali, sento una timidezza che mi crea spavento. Di cosa possiamo avere paura nell’accompagnare i nostri figli, figlie in un cammino di crescita che contenga valori di rispetto e di richiesta di rispetto, perché è questo che dobbiamo considerare valore universale.

La gentilezza dei gesti

Il 13 novembre era la giornata della gentilezza e non va considerata in modo formale, ma con una attenzione particolare. Ci sono due parole che accompagnano questo atteggiamento che sono reciprocità e empatia, la competenza a chiedere di essere ascoltati e la competenza ad ascoltare e a fare azioni che comprendano il prendersi cura. Facciamo degli esempi semplici che non devono essere intesi in modo formale, ma consapevole: 

  • cedere il posto a ad una persona in difficoltà per età o condizione di salute,
  • salutare nell’incontrare gli altri,
  • offrire aiuto con garbo. 

Non sono gesti formali, di generazioni antiche, sono condizioni di rispetto che è bello incontrare perché ci fanno capire che la fragilità non è una cosa noiosa o una colpa, ma può essere una condizione e vivere in un mondo che si prende cura ci fa pensare ad una società migliore senza guerre e aggressioni. Può fare paura immaginare che siamo tranquilli mentre stiamo tornando a casa, oppure abbiamo un contrasto e ci stiamo scontrando, ma non pensiamo o non dovremmo pensare che tutti i contrasti di opinione o comportamenti che non approviamo devono essere risolti con gravi aggressioni.

Pensieri e azioni ci fanno capire che possiamo essere protagonisti del rispetto e della competenza relazionale e per questo è giusto battersi, costruire idee e comunicazioni efficaci.

La gentilezza è femmina?

Se abbiamo pensato che la gentilezza è una qualità femminile allarghiamo il cerchio e chiediamo anche ai maschi di esprimerla perché insieme possiamo desiderare di vivere con maggiore serenità e essere complici nella creazione di questa competenza.

Aiutare i giovani a capire consenso e divieto

Il sesso e le differenze sessuali sono al centro delle nostre attenzioni perché essere pari è fondamentale rimanendo protagonisti delle nostre possibili differenze. I ragazzi e le ragazze ci chiedono come possono prendere l’iniziativa, come capire il consenso e il divieto o il silenzio che non fa capire. La prima volta, la scelta di misurarsi con la sessualità, non per imitazione o per paura di essere rimasti indietro, ma perché i sentimenti e i desideri ci fanno capire che abbiamo voglia di questa esperienza e che non stiamo cercando cattivi risvegli, ci permette il dialogo, i suggerimenti e le consapevolezze. Costruiamo queste capacità dentro noi adulti e nel nostro dialogo con i figli e figlie e sapremo che anche loro lo desiderano.