Lo scandalo del detergente intimo che regala sedute psicologiche: i rischi di abusi sui cittadini sono alti
Il dibattito acceso dal caso del “detergente intimo in cambio di sedute gratis dallo psicologo” evidenzia quanto la crescente e trasversale pandemia psicologica esponga i cittadini ad abusi e cattive pratiche
Psicologa online - Foto shutterstock
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Spendi dieci euro in igiene intima e vinci due sedute gratis! Così una marca di detergenti e un noto portale di servizi online per la salute mentale stanno provocando un terremoto nella comunità degli psicologi e infuocano il dibattito sulla pubblicità sanitaria selvaggia.
Sapone da bidet e colloqui gratuiti
La promozione di colloqui gratuiti in cambio dell’acquisto del sapone da bidet si chiama “Piacere di conoscermi” ed è un’operazione a premi con mille coupon in palio. I “vincitori” avranno diritto a ben due sedute a distanza con uno psicologo o psicoterapeuta, “per conoscersi meglio”.
Se la questione non riguardasse l’immagine di un’intera categoria professionale, e soprattutto se questa manovra commerciale non contribuisse a distorcere e svalorizzare la percezione collettiva della psicologia e della psicoterapia, il connubio comico “un flacone di detergente intimo = 2 sedute psicologiche” sarebbe esilarante.
Quando il marketing banalizza la professionalità
Non è la prima volta che il marketing sconsiderato banalizza la professionalità degli psicologi e psicoterapeuti. Recentemente, l’Albero della Cuccagna del celeberrimo sito di “terapia online” - in partnership con una multinazionale del cibo - ha distribuito ai neogenitori voucher per tre colloqui gratuiti (oltre al primo, che è già gratuito). In precedenza, per San Valentino, una collaborazione con Tinder ha offerto una “guida al dating consapevole”, senza sedute gratuite o sconti comitiva, almeno in quel caso.
Combattere lo stigma della malattia mentale
Simili iniziative mettono la salute mentale al centro di un Mega-Psico-Pandoragate. Queste operazioni commerciali sono accompagnate da comunicati stampa “glamour” sostenuti da budget giganteschi e da comunicati intrisi di “buone intenzioni” accattivanti per il consumatore: “combattere lo stigma sulla malattia mentale”, “promuovere la cultura del benessere psicologico”, “superare i tabù e i pregiudizi sulle cure psicoterapeutiche”, “rendere accessibile a tutti i servizi per la salute mentale”.
Psicologia da lotteria
Ma come in un romanzo distopico, la foga autopromozionale del colosso web della salute mentale si riduce a una quisquilia da influencer prezzolati, un oggetto da lotteria, con psicologi ridotti a ombre dietro un monitor, in attesa di elemosine.
Nuove linee d’indirizzo
Raggiunto da un’ondata d’indignazione senza precedenti, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha diramato un comunicato stampa sul caso, promettendo nuove linee d’indirizzo nazionali a tutela dei cittadini e della professione, del decoro professionale, dei principi deontologici e delle norme di legge.
I Presidenti degli Ordini dell’Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Sicilia e Veneto hanno chiesto con voce ferma il ritiro della campagna pubblicitaria per cinque motivi:
1. Promozione discutibile: Attirare persone bisognose di supporto psicologico tramite l’acquisto di un detergente è inappropriato.
2. Posizionamento della salute mentale: Trattare la salute mentale come ricompensa per un acquisto contrasta con i valori della professione.
3. Mancanza di informazione: La pubblicità non informa adeguatamente sui servizi di cura, ma spinge al consumo e alla raccolta di dati personali.
4. Processo d’acquisto problematico: L’accesso ai colloqui psicologici è legato a comportamenti commerciali, non a bisogni di salute.
5. Dubbi sull’appropriatezza delle prestazioni: Non c’è valutazione clinica per i colloqui, e l’accesso è basato solo sull’acquisto e il rilascio di dati.
Pandemia psicologica
Il vivo dibattito acceso dallo scandalo “detergente intimo in cambio di sedute gratis dallo psicologo” evidenzia quanto la crescente e trasversale pandemia psicologica esponga i cittadini ad abusi e cattive pratiche, a causa di una comunicazione ancora incompleta e spesso distorta sulla salute mentale e sulle terapie psicologiche.