Salvare l’Amazzonia, polmone verde del pianeta, anche da casa
I consigli dell’associazione no profit Road to Green 2020 da adottare nella vita quotidiana nel rispetto della salute del pianeta e delle sue risorse
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Estate di violenti incendi dalla Siberia alle Canarie, dall’Alaska alla Groenlandia sino alle fiamme che hanno divorato l’Amazzonia, la grande foresta pluviale del Sud America e la più grande foresta tropicale del mondo, con l’occhio dei satelliti che ha registrato l’ennesimo disastro ambientale.
Utilizzando AIRS, uno strumento atmosferico a infrarossi installato a bordo del satellite Aqua, i ricercatori della Nasa sono, ad esempio, riusciti a mappare da un’altezza di circa 5.500 metri il monossido di carbonio associato agli incendi divampati nella regione amazzonica del Brasile dall’8 al 22 agosto e con le concentrazioni indicate in verde, giallo e rosso. Considerata l’alta quota, il monossido di carbonio - un inquinante che può percorrere grandi distanze e che ha un ruolo nell’inquinamento atmosferico e nei cambiamenti climatici - ha uno “scarso effetto sull’aria che respiriamo” spiegano alla Nasa, non così quando i forti venti lo portano verso il basso.
Amazzonia difesa naturale contro il riscaldamento globale
Una riflessione sulle conseguenze delle fiamme che hanno avvolto l’Amazzonia è quella di Inger Andersen, direttore esecutivo Unep, il programma Onu per l’ambiente che, così, ha commentato il 23 agosto scorso: “Gli incendi in corso nella foresta pluviale amazzonica sono un duro richiamo alle crisi ambientali che deve affrontare il mondo: il clima, la biodiversità e l’inquinamento. Non possiamo più permetterci danni a questa preziosa risorsa naturale, che ospita 33 milioni di persone - tra cui 420 comunità indigene -, 40.000 specie di piante, 3.000 specie di pesci d’acqua dolce e oltre 370 tipi di rettili. L’Amazzonia, insieme ad altre grandi foreste come il bacino del Congo e le foreste pluviali indonesiane, è una difesa naturale contro il riscaldamento globale grazie alla sua capacità di mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici. La gestione sostenibile sarà una parte fondamentale per invertire il danno già fatto. La mancata sospensione del danno avrà gravi ripercussioni sulla salute umana e sui mezzi di sussistenza, decimando la ricca biodiversità e lasciando il mondo più esposto alle crisi climatiche e a maggiori catastrofi”.
La mano dietro gli incendi
Quanto accaduto in Amazzonia, dove la foresta è umida per gran parte dell’anno, non è, comunque, frutto di casusalità: sul banco degli imputati ci sono, infatti, agricoltori e grandi imprese zootecniche agro-industriali che, spiega Lorenzo Ciccarese senior researcher Ispra, usano “il metodo taglia e brucia per liberare la terra, non solo dalla vegetazione, ma anche dalle popolazioni locali e indigene” ricordando come tutto ciò sia “illegale” in Brasile, dove gli “alberi vengono tagliati nei mesi di luglio e agosto, lasciati in campo per perdere umidità, successivamente bruciati, con l’idea che le ceneri possano fertilizzare il terreno” tanto che con il ritorno della stagione delle piogge l’umidità del terreno ormai “denudato” favorisce la crescita di “vegetazione nuova per il bestiame”.
L’allevamento del bestiame, spiega, è infatti responsabile per l’80% della deforestazione dell’Amazzonia e talmente che “una parte significativa dell’offerta globale di carne bovina, compresa gran parte dell’offerta di carne in scatola in Europa, proviene da terreni che un tempo erano la foresta pluviale amazzonica”.
La bistecca nel piatto, se così si può dire, è, pertanto, spesso frutto di un grande incendio.
La campagna di Road to Green 2020
In Italia l’associazione no profit Road to Green 2020, nata sulla scia di Expo 2015 e impegnata nella promozione di comportamenti sostenibili e a basso impatto ambientale, ha lanciato la campagna Salviamo insieme l’Amazzonia, anche da casa, invitando ciascuno a dare il proprio contributo adottando alcuni semplici comportamenti quotidiani per contenere quanto più possibile gli effetti negativi dell’incendio del polmone verde del mondo: “Ognuno di noi può e deve fare qualcosa per salvare la foresta amazzonica” commenta Barbara Molinario, presidente di Road to Green 2020. “Un incendio devastante sta distruggendo il polmone del nostro pianeta, riducendo la produzione di ossigeno e, allo stesso tempo, immettendo nell’aria un enorme quantitativo di CO2 e gas tossici. Questo tragico evento si è verificato in un periodo che già presentava delle criticità climatiche, come lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia e gli incendi in Siberia. Fatti terribili che riguardano tutti in prima persona, nessuno escluso, per questo nessuno può restare a guardare. Se ogni persona nel mondo provasse a ridurre il proprio impatto ambientale, avremmo un enorme miglioramento a livello globale. Certo è importante che tutti i politici e le multinazionali adottino strategie più green e intervengano per far fronte ad una situazione così emergenziale, ma anche abbandonare cattive abitudini, in favore di pratiche più sostenibili, rappresenta un passo importante. Del resto, anche l’oceano più grande non è forse composto di tante piccole gocce?”.
Ecco allora i consigli di Road to Green 2020 da adottare giorno per giorno nel rispetto della salute del pianeta e delle sue risorse.
Ridurre l’utilizzo della carta quando non strettamente necessario. Ormai, smartphone e app consentono di digitalizzare ogni cosa, dai biglietti, agli appunti, fino ai referti delle analisi mediche. Prima di stampare qualcosa, valuta se sia davvero necessario. Quando possibile, preferisci carta riciclata e riciclabile.
Limitare al massimo l’utilizzo delle bottigliette di plastica. Acquista una borraccia riutilizzabile da portare con te. I genitori degli alunni delle scuole possono riunirsi per chiedere agli istituti di adottare l’utilizzo dei boccioni in vetro nelle mense e delle borracce per gli studenti.
Contenere il numero delle macchine in circolazione. Quando puoi, va’ a piedi o con i mezzi pubblici. Un’ottima idea è anche il carpooling, ovvero la condivisione di passaggi. Organizzati con i colleghi per andare al lavoro, prendendo a turno la macchina.
Stendere bene il bucato e stirare di meno. Sappiamo che si tratta di un consiglio che farà storcere il naso a molte persone, ma stirare gli abiti ha un impatto importante sull’ambiente, per via non solo dell’energia utilizzata, ma anche per l’anidride carbonica prodotta.
Se si deve comprare una nuova macchina del caffè, scegliere quelle che non utilizzano cialde o capsule di alluminio. Meglio preferire modelli che usano polvere di caffè senza involucro o chicchi di caffè che si macinano al momento.
Non sprecare acqua. Una frase ripetuta come un mantra da associazioni e ambientalisti, eppure ancora ignorata da molti. L’acqua è indispensabile per la vita di ogni organismo, ma non è un bene inesauribile, quindi tolleranza zero contro gli sprechi. Fate la doccia anziché il bagno, avviate lavatrice e lavastoviglie sempre a pieno carico, e chiudete sempre il rubinetto se non state utilizzando l’acqua. Verificate anche di non avere perdite dalle tubature.
Ridurre i consumi energetici. Sì, anche questo inquina, quindi cerchiamo di fare attenzione. Spegnete la luce quando uscite dalla stanza e prediligete lampadine al led e a basso consumo energetico.
Piantare una pianta. Che si abbia un giardino o un balcone, diamo il nostro contributo al verde del mondo.
Non sporcare e ridurre i rifiuti prodotti. Fare la raccolta differenziata, smaltendo ogni cosa nel modo adeguato. Non gettare nulla a terra, neanche i mozziconi di sigaretta o sigaro, che impiegano anni a decomporsi!
Abbiamo parlato di:
AIRS – Atmospheric Infrared Sounder Scheda
Aqua Scheda
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