Ritorno a Ischia: i Giardini La Mortella, gioiello botanico sul mare campano
Il sisma che ad agosto ha scosso Ischia, la bella isola campana, non ha spento la musica. Sabato 2 settembre è, infatti, ripartita, dopo la pausa estiva, la tradizionale stagione concertistica della Fondazione William Walton – Giardini La Mortella.
Quel William Walton compositore britannico, tra i maggiori del Novecento, giunto nel 1949 a Forio d’Ischia con la moglie, l’argentina Susana Valeria Rosa Maria Gil Passo, conosciuta quando lei ancora lavorava al Consolato Britannico di Buenos Aires e lui era in Argentina per una conferenza internazionale della Performing Right Society: “Susana” racconta la Fondazione “aveva organizzato la conferenza stampa per il compositore ed egli notò, nella folla di giornalisti, questa giovane, attraente e vivace brunetta dai grandi occhi verdi e decise improvvisamente che era la donna che voleva sposare. La sera stessa, Walton sorprese Susana chiedendole di sposarlo; si fidanzarono nel giro di due settimane, causando preoccupazioni nella famiglia di lei e tra i colleghi di lui che non credevano a questo amore a prima vista. Incuranti dei commenti altrui, si sposarono due mesi dopo e partirono per l’Europa. Susana dimostrò di essere la compagna ideale con la quale Walton potè mettere in pratica il suo progetto di lasciare l’Inghilterra e venire a vivere e lavorare in Italia”.
Giunti a Forio d’Ischia, dopo una casa in affitto, comprarono un terreno, una gola di origine vulcanica, costruendovi la loro dimora. La proprietà fu chiamata La Mortella, come la località, Le Mortelle, dal nome dei cespugli di mirto che “crescevano fra le rocce”. E mentre lui componeva, lei, donna raffinata con una grande passione per i giardini, iniziò ad immaginare il suo paradiso verde sul promontorio di Zaro, che domina il mare campano. Un grande giardino inizialmente disegnato dall´architetto paesaggista inglese Russell Page, ammiratore di sir William Walton.
Fino agli anni Cinquanta, quando ancora il giardino non esisteva, la proprietà dei coniugi Walton era “un terreno assolato e brullo costellato di pietre vulcaniche”. Oggi, oltre alla grande casa che ospita una sala concerti, il Museo William Walton e l’Archivio, c’è un grande giardino a piú livelli: quello a valle, disegnato da Russell Page, dove regna un “ambiente tipicamente sub-tropicale” con “microclima umido e ombroso”, e quello in collina, esposto al sole.
Nel 1991, ormai vedova, Lady Walton aprì i suoi giardini al pubblico, quindi, creando, in Inghilterra, il William Walton Trust e, in Italia, la Fondazione William Walton, oggi Fondazione William Walton – Giardini La Mortella, per “far conoscere la musica del marito, incentivare l’amore e la conoscenza della musica, e preservare il giardino”.
L´ultimo progetto di Lady Walton fu la realizzazione del Teatro Greco, una “cavea aperta sul mare” e il cui palcoscenico “può accogliere un’intera orchestra sinfonica”. Circondato da un “bosco di lecci e rose cinesi” e da “grandi muri in pietra e rocce naturali”, che garantiscono un’acustica ideale, “tappezzano i sedili in pietra” “timi aromatici” che diffondono “nell’aria il loro profumo”.
Lady Walton – che oggi riposa nel Nymphaeum del giardino sulla collina, dove riposa anche, in una roccia che domina il giardino e la baia di Forio, sir William Walton – in vita ha ricevuto diverse onorificenze, fra cui quella di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana. Quando nel marzo del 2010 morì, il Corriere del Mezzogiorno titolò: “Lady Walton, è morta la signora dei fiori. A Forio creò il paradiso della Mortella”. Suo è, infatti, La Mortella: An Italian Garden Paradise, libro sulla storia del giardino con fotografie di John Ferro Sims, di origini italiane, e prefazione di Carlo d’Inghilterra.
Uno tra i giardini più belli d’Italia ed Europa che raccoglie – qui la cartina – una grande varietà di fiori, piante e alberi: il Ginkgo Biloba, la Victoria amazonica, il Geranium maderense, originario dell’isola portoghese di Madeira, con le sue “ombrella di fiori rosa-purpurei”, il Lariodendron, la Spathodea campanulata, aloe, piante acquatiche, palme, cycadacee, agavi, felci arboree, una collezione “iniziata quasi per caso, quando William Walton durante un viaggio in Australia inviò a Susana due tronchetti di felce in una scatola da scarpe” e che Russell Page, vedendo che “prosperavano nel clima di Ischia suggerì a Susana di coltivarne quante più poteva”. E ancora, la Puya berteroniana, con la sua “splendida spiga floreale”, i suoi “fiori verde-blu metallico con vistosi stami arancioni” e le sue “foglie argentate, strette e con i margini coperti di spine taglienti”; orchidee, tillandsie, bromeliacee; la Spathodea campanulata, albero tropicale africano dai fiori a coppa di colore rosso sgargiante; lavande, timo, erbe aromatiche, plectranthus, salvie ornamentali, cespugli profumati, narcisi, westringie, buddleie, callistemon, grevillee, corbezzoli, lecci, alaterni, mirti, lentischi.…
Un grande giardino che ospita anche curiosità come la Cascata del coccodrillo, dove in uno stagno poco vicino cresce la Nymphaea caerulea, la ninfa blu tropicale del Nilo, “sacra ai faraoni, che credevano fosse la rappresentazione del sole” e oggi a “rischio di estinzione nei luoghi d’origine”; la Sala Thai, con giardino orientale – dove crescono aceri giapponesi e rododendri tropicali –, padiglione thailandese e uno stagno con piante di loto, “luogo di meditazione e quiete, isolato dal mondo circostante, sottolineato da una leggera brezza che fa risuonare le campane augurali”; il Tempio del Sole, originariamente un’antica cisterna per l’acqua piovana, con bassorilievi d’ispirazione mitologica, opera dello scultore britannico Simon Verity, con alcuni che celebrano “la flora, la natura, le selve antiche”.
Un giardino da visitare, con la musica che, tornata a risuonare dopo il sisma dello scorso agosto, ha acquistato un valore altamente simbolico: “A pochi giorni dal sisma che ha ferito la nostra isola” così la Fondazione “portando dolore e desolazione, la ripresa di questo programma di alto livello culturale vuole avere, oggi più che mai, il senso di un messaggio di speranza. La grazia eterna ed universale della musica classica che spiega le sue note dai Giardini La Mortella ci parla della eterna capacità dell'uomo di reinventarsi e di creare bellezza. Dunque questa serie di concerti si pone come auspicio di una rinascita dopo la tragedia; una rinascita che sia guidata dalla misura, dall’armonia, dalla serena bellezza di una frase musicale, con la speranza che dalle pagine di uno spartito musicale questi valori, in cui la Fondazione William Walton si riconosce, investano tutta la comunità dell'isola”.
Abbiamo parlato di:
Stagione Concertistica Fondazione William Walton – Giardini La Mortella Programma
Fondazione William Walton – Giardini La Mortella Website Facebook Instagram
Sir William Walton Scheda
Lady Susana Walton Scheda
Russell Page Scheda
The William Walton Trust Website
La Mortella Cartina