Riscaldamenti in Italia, un sondaggio rivela i falsi miti
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La sorpresa è in quel 7,1% che considera nella scelta l’impatto ambientale, anche se solo il 5,3% possiede un sistema di riscaldamento ad energia rinnovabile: sono alcuni dei dati emersi da un sondaggio, su una base di 50.000 intervistati, di ManoMano – e-commerce per il fai-da-te, ristrutturazioni e giardinaggio nato nel 2013 da un’idea di Philippe de Chanville e Christian Raisson – con cui è stato chiesto a chi vive in Italia quali sono le proprie abitudini in fatto di riscaldamenti.
Agli intervistati è stato, ad esempio, chiesto cosa li guidi nella scelta. L’8,9 % ha risposto, in entrambi i casi, la durata e l’efficienza energetica, l’8 % la facilità di utilizzo, il 7,6% la manutenzione, il 7,2% gli inconvenienti, il 7,1 % l’impatto ambientale, il 6,7% il prezzo di acquisto, il 5,8% la marca, il 5,7% il design, il 4,9% le rate mensili. E quando è stato chiesto che tipologia di riscaldamento usate? il 64,8% ha risposto gas e petrolio, il 27,4% legna per stufe e camini, il 5,3% energia rinnovabile, quindi, il 2,2%, elettrico.
Il 50% degli intervistati del Nord e del Centro Italia hanno, ad esempio, dichiarato di affidarsi a sistemi di riscaldamento non convenzionali, mentre quelli del Sud a metodi più classici come caldaie, generatori d’aria calda e radiatori ad acqua calda. Al Sud, inoltre, a differenza che altrove, non sembra essere apprezzato il riscaldamento a pavimento, così come sempre altrove è da registrare una predilezione per climatizzatori, pompe di calore, sistemi di riscaldamento centralizzato, ma anche per caldaie e stufe elettriche, quest’ultime, in base al sondaggio, utilizzate dal 22,4% degli intervistati del Centro e dal 53,7% di quelli del Nord.
Il sondaggio ha anche portato alla luce alcuni falsi miti. Alla domanda sulle caratteristiche di ciascun sistema di riscaldamento, il sondaggio ha osservato come in Italia vi sia un “certo grado di disinformazione” sul loro aspetto green. L’80,5%, ad esempio, pensa che le stufe a legna rispettino l’ambiente, dimenticando che, bruciando, la legna emette polveri sottili e che il fumo può contenere benzene, formaldeide e acroleina.
Un altro falso mito riguarda il riscaldamento elettrico, con il 66,6% che pensa sia il più economico, “il che è vero solamente in parte“ spiega ManoMano. Che precisa: “Affidarsi alla costosa corrente elettrica è, infatti, tutt’altro che conveniente, a meno che non si utilizzino sistemi particolarmente all’avanguardia come i termoconvettori elettrici di ultima generazione o i radiatori a pannelli a infrarossi”.
Un investimento sembrerebbero, al contrario, le tipologie di riscaldamento che sfruttano le energie rinnovabili, sistemi “più economici anche a lungo termine” spiega ManoMano, che cita come esempio le pompe di calore, “perchè i costi si possono armotizzare in circa 10 anni, un arco di tempo che può spaventare chi è in affitto o in una sistemazione provvisoria, ma che invece può costituire un buon investimento per chi ha una casa di proprietà”.
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