È una ricercatrice l’italiana che vuole fare da cavia per il vaccino anti Covid con inoculazione del virus
La biologa Agnese Lanzetti ha firmato l’appello per lo “Human Challenge Trial”. Una modalità di sperimentazione che potrebbe accelerare il percorso verso il vaccino ma prevede il rischio di essere contagiati
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La migliore risposta ai complottisti anti-vaccinisti l’ha data lei: Agnese Lanzetti, la ricercatrice che si è offerta volontaria per i test sull’uomo del vaccino anti-Covid 19. Nessuno meglio di una donna dedita alla scienza può capire l’importanza della sfida mondiale al coronavirus messa in campo da ricercatori di tutto il mondo. La sua è una passione per la biologia evolutiva che l'ha portata dalla paleontologia allo studio dei cetacei, passando per la consapevolezza che il metodo scientifico non ha confini. Ma che si tratti di ricostruire l'evoluzione delle balene o di valutare l'efficacia di un vaccino, Agnese Lanzetti sa che la scienza parla sempre lo stesso linguaggio, soprattutto se si tratta di valutare volta costi e benefici.
La sua firma sullo Human Challenge Trial
Per questo affronterebbe come volontaria il test del vaccino anti Covid-19 basato sullo Human Challenge Trial, la procedura che prevede la somministrazione del virus dopo quella del vaccino e che promette di accelerare sensibilmente i tempi della sperimentazione clinica. 'Mi offrirei come volontaria', ha detto la ricercatrice e la sua firma è tra le oltre cento a sostegno della lettera aperta inviata al direttore dei National Institute of Health (Nih), Francis Collins, per iniziativa dall'organizzazione '1 Day Sooner'. Tra i firmatari anche 15 premi Nobel; i nomi italiani si contano sulle dita di una mano.
La scienza prima di tutto
Nata in Piemonte 31 anni fa, Agnese Lanzetti si è laureata in Geologia a Pisa, ha vissuto cinque anni negli Stati Uniti, dove ha conseguito il dottorato presso l'Università di San Diego e l'Università della California a Riverside. La pandemia l'ha costretta a una tappa più lunga del previsto a Frinco (Asti), dove vivono i suoi genitori, in attesa di realizzare, in autunno, il progetto sull'evoluzione delle balene in Gran Bretagna grazie a una borsa europea 'Marie Curie'. 'Ho visto l'appello in rete alcuni mesi fa e ho deciso di firmare per portare l'argomento all'attenzione della società', ha detto la ricercatrice. 'Nel mio lavoro seguo temi diversi dall'immunologia, ma grazie alla mia preparazione scientifica riesco a comprendere rischi e benefici dello Human Challenge Trial. Mi offrirei come volontaria e ho firmato sapendo che teoricamente potrei essere considerata un buon candidato'.
La valutazione dei rischi
Lanzetti è consapevole che 'il nuovo coronavirus è così diffuso che con esso si può entrare in contatto comunque”. Quanto ai rischi dello Human Challenge Trial, Lanzetti ha rilevato che' un conto è la vita reale, un conto è un esperimento controllato nel quale ogni variabile viene considerata'. Bisogna poi considerare che si tratta di 'qualcosa di complesso dal punto di vista etico, ma in passato è già stata fatta', ha aggiunto riferendosi agli esperimenti condotti su vaccini contro influenza, tifo e colera.
La via più rapida per il vaccino
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sta esaminando la possibilità di seguire questo approccio nel vaccino anti Covid-19 e parte della comunità scientifica ritiene che sia la via più rapida per ottenerlo. E' anche vero, però, che 'in Italia molte sperimentazioni sono impossibili. Credo - ha concluso - che in Europa lo Himan Challenge Trial sia possibile solo in Gran Bretagna'. Ed è lì che si preparata ad andare in autunno, dove analizzando i fossili straordinari conservati nel Museo di Storia Naturale di Londra si accinge a ricostruire la storia evolutiva di balene e delfini che dura da 50 milioni di anni. Un pensiero ai suoi studi, l’altro al bene comune, un bell’esempio italiano. Anzi italiana.