Re-Use with Love: recupero e riutilizzo creativo a scopo benefico
Nella società odierna, fagocitata dal consumismo, a Bologna l’associazione no profit Re-Use With Love ha invertito la marcia, facendo del recupero, riuso e solidarietà la sua cifra.
Nata sette anni fa da un’idea di alcune amiche che già organizzavano un mercatino vintage solidale di abiti per bambini e adulti, libri, giochi ed accessori usati, con il ricavato da destinare ad altre realtà no profit impegnate in progetti a sostegno dell’infanzia, l’associazione riunisce oggi un centinaio di soci e volontari, in gran parte donne. Tante, le iniziative, con l’associazione che non distingue italiani da stranieri, segnalati da servizi sociali, enti no profit, ospedali.
L’ultima arrivata in casa è un’Ape acquistata grazie a una campagna di raccolta fondi sostenuta da Coca-Cola Italia con il supporto di DeRev e Fondazione EYU per il finanziamento di dieci progetti di inclusione sociale in altrettante città italiane. Il progetto bolognese, Re-Use on the road, è fra questi, con un’Ape boutique pensata come piccolo negozio itinerante su ruote per la raccolta di abiti ed accessori usati e la loro distribuzione nelle periferie di Bologna a favore dei più bisognosi: “L’ape boutique solidale Re-Use on the road è a tutti gli effetti una succursale mobile della Boutique Solidale di Via Savenella 13 a Bologna” spiega Lisa Zini, portavoce del progetto “una boutique, con tanto di commesse e personale addetto, in cui le persone in difficoltà economica possono prendere gratuitamente vestiti e accessori per sé e per i propri familiari, vivendo un momento di divertimento con lo shopping. Il progetto ci permetterà di raggiungere le periferie della città metropolitana di Bologna per portare abiti e solidarietà alle persone più fragili. Siamo felici di poter sostenere chi ne ha più bisogno nel proprio quartiere e dare al contempo maggiore visibilità all’attività di raccolta e redistribuzione di abiti solidale”.
Per il progetto servivano 8.000 euro: fra i 2.000 e i 3.000 per l’acquisto di un’Ape Car furgonata usata, 5.000 per allestirla con cassettiere, scaffali e porta-abiti, 500 per il carburante per tutto l’anno. L’Ape boutique è piaciuta ai cittadini bolognesi cui è stata presentata. Dice l’associazione che anche la scelta di un’Ape come veicolo non è stata casuale, pensando all’ape, insetto “simbolo di operosità, lavoro, dolcezza e dignità”.
Nonostante tutto, la bella Italia esiste ancora. Se ne sono accorti anche personaggi del mondo dello spettacolo come la conduttrice televisiva, ex modella e Miss Italia 1986 Roberta Capua, la cantautrice Nina Zilli, Ignazio Boschetto, cantante de Il Volo, ed ancora “generose signore bolognesi” che lo scorso maggio in occasione dell’ultimo mercatino solidale nel Cortile del Baraccano, storico teatro della città, hanno donato all’associazione loro “abiti selezionati”. La causa era nobile, perché i fondi sarebbero serviti a finanziare due progetti per la cura sempre “più mirata” delle malattie del sangue di pazienti oncologici pediatrici e di età adulta.
Accanto ad abiti e accessori vintage, quest’anno il mercatino ha presentato creazioni del laboratorio dell’associazione realizzate con materiale riciclato, con “l’eccentricità del papavero, il fascino della rosa, l’innocenza della margherita, l’equilibrio del tulipano coniugati al colore vitaminico delle frange in pelle, alla paglia, al jeans, all’impalpabilità delle piume”.
Lo scorso anno, con Re-Use Kilo Raising for Marche, l’associazione ha partecipato, invece, presso la Dynamo Velostazione e con la vendita a chilo di abiti usati ad una raccolta fondi a favore di Visso, Castelsantangelo sul Nero e Ussita, comuni marchigiani gravemente colpiti dal sisma. Sempre nel 2016, nell’ambito del progetto Re-Use Kilo e in occasione dell’inaugurazione delle Serre dei Giardini Margherita, ha allestito un temporary shop per la vendita di abiti, pantaloni, T-shirt, camicie, felpe, scarpe, cinture, per raccogliere fondi a favore di Ort-Attack, progetto didattico sperimentale di rigenerazione urbana, in chiave educativa, di Kilowatt.
Solidarietà e sostenibilità, come quando è toccato alle biciclette con il progetto Re-cycle – Bici libere a Bologna, con l’assegnazione all’associazione, in virtù di un bando, di 15 biciclette del deposito comunale, quindi dipinte dai volontari con il logo RWL e portate per la riparazione presso la cooperativa sociale DYNAMO per la successiva distribuzione in diversi punti della città – alberghi, negozi, ristoranti – per l’utilizzo “senza costi di noleggio e con un contratto basato solo sulla fiducia”. Un progetto pensato, con il recupero di biciclette usate, per “incentivare una pratica salutistica, non inquinante ed a costo zero”.
Questi e altri progetti che hanno portato l’associazione bolognese a distinguersi fra le realtà no profit, con la raccolta, fra il 2010 e il 2017, e quindi ancor prima della sua costituzione, di 366.000 euro. Progetti per la donazione di abiti ed accessori ai più bisognosi; per il sostegno ai comuni marchigiani colpiti dal terremoto; per l’inclusione nella società di ragazzi con disabilità; per l’aiuto a giovani diabetici; per progetti di rigenerazione urbana; per l’istituzione di una borsa di studio per un progetto di ricerca sulle cure palliative della fibrosi polmonare; per l’acquisto di una sonda radiologica 3D Epid destinata al nuovo polo di cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva dell’Ospedae Sant’Orsola di Bologna e l’allestimento di alcune stanze dei piccoli degenti, quindi di un ecografo d’urgenza a favore dell’associazione Pollicino onlus, nonchè di altre apparecchiature elettromedicali per il Pronto Soccorso dell’Ospedale Gozzadini di Bologna; per dotare, in aiuto all’associazione Bimbo Tu onlus, il reparto di neurochirurghia pediatrica dell’Ospedale Bellaria di Bologna di camere nuove e di una terrazza e in aiuto, ancora, alla Fondazione Irma Romagnoli impegnata nel sostegno dei bambini con disabilità di una scuola di Mirandola, colpita dal terremoto, quindi all’associazione Bibli-Os’ per l’allestimento di una biblioteca per piccoli degenti nel reparto pediatrico dell’Ospedale Gozzadini di Bologna e all’associazione Padre Kolbe onlus per il completamento della costruzione della scuola di Riacho Grande, in Brasile; per la costruzione, infine, di un Centro Medico a Nsaka, in Congo, per l’assistenza sanitaria e lo svolgimento di “un’opera di educazione igienico-sanitaria”, rivolta, in particolare, alle donne, “spesso oggetto di violenza e sfruttamenti” per poterne, così, migliorare, “consapevolezza” e “influenza sociale”.
Una piccola, grande goccia nell’oceano della società odierna, troppo spesso egoista e disattenta.
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