È il momento di aiutare il sistema immunitario: zinco, selenio e le vitamine che potenziano le difese

Vitamina D, vitamina C, zinco, selenio, magnesio e i principi attivi della curcuma e dell’echinacea danno una mano al nostro organismo

di Redazione

Mai come in questo periodo sarebbe opportuno avere un sistema immunitario efficiente: una barriera, la più importante, per proteggerci dalle infezioni di virus e batteri, riparare i danni ai tessuti e fornire una sorveglianza continua contro l’eventuale sviluppo di cellule tumorali. Ma per essere pienamente efficiente necessita di un adeguato rapporto di macro e micronutrienti attraverso una dieta sana e variegata.

In caso di dieta sbilanciata

In assenza di questa o in caso di particolari condizioni cliniche che possono indurre delle carenze, ci sono delle sostanza che possono essere d’aiuto: i famosi integratori alimentari, articolo che negli ultimi tempi ha avuto una vera esplosione di mercato e sui quali in tanti si interrogano: servono o non servono? La risposta ovviamente la devono dare i medici ma nel frattempo possiamo informarci su quali siano le più importanti sostanze che assicurano il corretto funzionamento del sistema immunitario.

I benefici di curcuma ed echinacea

Ha curato un buon elenco la Metagenics Academy, la divisione di Metagenics che è un produttore di integratori alimentari ad alto impatto impegnata nello studio e nella divulgazione della medicina funzionale. «I principali micronutrienti classici (vitamine e minerali) che sostengono il normale funzionamento del sistema immunitario e le difese naturali in generale sono vitamina D, vitamina C, zinco, selenio e magnesio» spiega Maurizio Salamone, direttore scientifico di Metagenics Italia. «Oltre a questi – continua – numerosi studi clinici hanno mostrato che alcuni principi attivi contenuti negli estratti di piante come la curcuma e l’echinacea possono modulare (nel caso della curcuma) o stimolare (nel caso dell’echinacea) le difese immunitarie».

Il microbioma

Non va poi dimenticato il ruolo del microbioma e delle funzioni barriera degli epiteli, che costituiscono il primo livello di difesa nei confronti dei patogeni. Il nostro organismo è costantemente a contatto con trilioni di batteri, virus, funghi e altri microrganismi che contribuiscono al mantenimento dell’integrità delle mucose e quindi delle difese immunitarie. Per questo motivo è importante supportarne la normale produzione e composizione, grazie all’azione dei probiotici. Ma ecco nel dettaglio cosa possono fare per il nostro organismo questi preziosi micronutrienti.

Vitamina D

Da tempo nota per i suoi effetti sul controllo dell’omeostasi del calcio e la salute dell’osso, oggi sappiamo che la vitamina D ha effetti importanti anche nella regolazione delle funzioni immunitarie. La vitamina D viene assunta con gli alimenti solo in piccola parte (20%), il resto è prodotto a seguito dell’esposizione alla radiazione solare (in particolare agli UVB). «La carenza di vitamina D è però molto comune in tutta Italia, non solo al Nord: il 60-80% della popolazione ne è interessato – ricorda Salamone –. È perciò importante affrontare e prevenire le carenze, e non solo se si è considerati soggetti a rischio che hanno diritto a prescrizioni mutuabili. La vitamina D è presente sul mercato anche sotto forma di integratori, che con un’assunzione quotidiana e una spesa contenuta contribuiscono a mantenere i livelli ottimali e a garantire il funzionamento del sistema immunitario».

Vitamina C

L’acido ascorbico, o vitamina C, è ben nota per il suo effetto antiossidante e immunomodulante. «La vitamina C è fondamentale per il mantenimento dell’integrità delle barriere mucosali, ad esempio nel tratto gastrointestinale e respiratorio – spiega Maurizio Salamone –. Supporta infatti la sintesi del collagene e protegge le membrane cellulari allo stress ossidativo. È coinvolta nella regolazione delle cellule immunitarie; potenzia l’azione dei linfociti natural killer e l’attività dei macrofagi; promuove la sintesi di anticorpi». Anche in questo caso gli integratori sono un’ottima soluzione, ricordando che l’apporto di vitamina C andrebbe frazionato nel corso della giornata per ottimizzare l’assorbimento e il metabolismo.

Zinco

Lo zinco è un metallo fondamentale per numerosi processi cellulari di crescita, differenziamento, riparazione, metabolismo e mantenimento dell’integrità e funzionalità, oltre ad essere un modulatore molto importante della risposta immunitaria. «Si stima che circa il 30% della popolazione mondiale ne sia carente – sottolinea Salamone – con conseguenze significative sia sull’immunità innata che su quella adattativa». Anche nel caso dello zinco, l’apporto deve essere giornaliero vista la scarsa capacità dell’organismo di immagazzinare questo metallo. Andrebbero preferite forme ad alta biodisponibilità come i bisglicinati, che tra l’altro non risentono della contemporanea assunzione di altri metalli.

Selenio

Il selenio è un micronutriente essenziale che svolge un ruolo fondamentale durante lo sviluppo embrionale e in un’ampia varietà di altre funzioni, incluse quelle del sistema immunitario. «Il sistema immunitario necessita di un adeguato apporto giornaliero di selenio, la cui biodisponibilità dipende da numerosi fattori, tra cui la forma con cui il selenio viene assunto, la sua conversione in metaboliti, e fattori genetici dell’individuo che influenzano il metabolismo del selenio stesso» spiega Salamone. Una delle forme più bioaccessibili con cui il selenio può essere assunto è la selenometionina, anche se comunemente vengono utilizzate altre forme come il selenito di sodio. Una integrazione giornaliera compresa tra i 40 e i 80 microgrammi al giorno rappresenta una scelta ideale in termini di efficacia e tollerabilità.

Magnesio

Al di là del suo ruolo fondamentale come cofattore di oltre 300 enzimi cellulari, il magnesio svolge un ruolo importante anche nella modulazione della risposta immunitaria. «La carenza di magnesio nell’uomo è associata ad uno stato di infiammazione cronica – spiega il direttore scientifico di Metagenics –. Il magnesio è presente in molte acque minerali, alimenti e integratori alimentari. Le forme a migliore biodisponibilità sono i sali organici come il glicerofosfato e i chelati. Queste forme non danno generalmente effetti indesiderati gastrointestinali e permettono di ottenere gli effetti salutistici con apporti fisiologici di magnesio (100-200mg al giorno)».

Curcumina e altri principi di origine vegetale

La curcuma (Curcuma longa) è una pianta della famiglia delle Zingiberaceae originaria del Sud-Est Asiatico e dell’India, la cui radice è usata in cucina come spezia e conosciuta per le sue proprietà terapeutiche da centinaia di anni. I principi attivi più noti per le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti sono i curcuminoidi (di cui la curcumina è la molecola più studiata) e i turmeroni. La curcuma ha però una bassa biodisponibilità: «Viene rapidamente metabolizzata dal microbioma intestinale e dal fegato, riducendo la sua attività terapeutica – spiega Maurizio Salamone –. Per questo motivo è importante utilizzare forme di somministrazione dette “retard”, che rilasciano gradualmente la curcumina in prossimità dell’enterocita garantendo la massima efficacia con l’utilizzo di soli 100mg di curcuminoidi».

Echinacea

Tra le altre piante utilizzate nella tradizione popolare e a cui si attribuiscono proprietà immunostimolanti, è interessante citare il genere Echinacea e in particolare le specie purpurea, angustifolia e pallida. «L’Echinacea è una pianta della famiglia delle Asteraceae, originaria del continente americano, utilizzata da secoli per trattare le patologie delle vie respiratorie. Alla pianta si associano effetti antinfiammatori, antivirali e antimicrobici con l’apporto giornaliero di 200-400mg di estratto secco» conclude Salamone.

Probiotici

Intervenire con la dieta e con la corretta integrazione a supporto del microbioma e sulle funzioni di barriera degli epiteli può contribuire in maniera determinante nel rinforzare e modulare la risposta immunitaria dell’organismo, spiega Maurizio Salamone. «I probiotici possono essere utilizzati per l’integrazione avendo cura di preferire ceppi di documentata efficacia e formulazioni che garantiscono un adeguato apporto di organismi vivi e vitali».