I racconti delle donne al tempo del Covid
Un importante indicatore dell’impatto di un trauma collettivo è la precisione con cui le persone memorizzano la data e la situazione in cui si trovavano quando l’evento traumatico cominciò.
Chi non ricorda il giorno del lockdown del 2020? Un giorno all’improvviso la pandemia da Covid-19 ha stravolto le nostre vite.
Salvo psicologi e sociologi che continuano a indagare sull’impatto della pandemia su persone, gruppi, società e nazioni, ormai si parla poco e sempre meno degli effetti multidimensionali del lockdown -su istruzione, politica, sanità, cultura - e per strada si avverte una spensieratezza distopica e straniante, come se i tempi neri della pandemia fossero finiti.
Come psicoterapeuta combatto sin dal primo giorno le ricadute emotive della pandemia accanto a medici, infermieri, insegnanti, professori traumatizzati, sconvolti perché schiacciati da carichi professionali soverchianti in contesti professionali affollati e confusi.
Un giorno all’improvviso. I racconti delle donne al tempo del Covid
Per questo ho letto con stupore e commozione “Un giorno all’improvviso. I racconti delle donne al tempo del Covid”, un’opera collettiva di Giulia Giornaliste Sardegna. Sedici giornaliste intervistano sedici donne sulla loro esperienza da trincea nella guerra al virus. Donne in prima linea durante e dopo il lockdown sui fronti più diversi: scuola, sanità, politica, arte e cultura.
Il libro “Un giorno all’improvviso. I racconti delle donne al tempo del Covid”, sarà presentato a Cagliari il 13 settembre alle ore 18.00 alla Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2.
L’infermiera Dolores Palmas, la formidabile e dolcissima professionista ritratta in copertina, che spiega come sia riuscita a “stare” nella solitudine della pandemia, sempre presente e amorevole coi pazienti, intervistata da Francesca Sirlu. La presidente emerita dell’Associazione Nazionale dei Dirigenti Scolastici Anna Maria Maullu, intervistata da Susi Ronchi, che racconta lo shock degli studenti, delle famiglie e degli insegnanti. La sindaca di Pula Carla Medau che applica la misura impopolare e necessaria della chiusura delle spiagge per arginare il contagio e si prende cura del suo comune come una madre, intervistata da Roberta Celot. La medica Caterina Tronci, responsabile del reparto di ostetricia e ginecologia che non si ferma davanti al virus, anche quando combattere significa assistere le partorienti in una tenda allestita per le emergenze, intervistata da Roberta Secci.
E ancora, l’urgenza d’informare il più possibile con cognizioni medico-scientifiche della codirettrice di Videolina Simona de Francisci (intervista di Valentina Guido). La determinazione della consigliera d’Amministrazione dell’ateneo Sara Piu (intervistata da Alessandra Addari) di Cagliari e la resistenza incrollabile dei piccoli musei testimoniata da Giulia Balzano nell’articolo di Simona Scioni. Il monito sull’aumento delle violenze domestica e della conflittualità familiare lanciato dall’avvocata Valeria Arresti intervistata da Daniela Pinna. E molto altro.
Leggendo “Un giorno all’improvviso” non ho potuto fare a meno di notare che il libro racconta e spiega sottotraccia le risorse psicologiche a cui le professioniste, intervistate e intervistatrici, hanno attinto per gestire le emozioni nella pandemia e affrontare le complicazioni del Covid in contesti complessi: ospedali, musei, aziende, ecc.
Comunicazione empatica, persistenza e coraggio. Con questi “ingredienti” speciali e più frequenti nel femminile che nel maschile, mi sembra, le testimoni raccontate in questo libro hanno distillato antidoti potenti al veleno della pandemia.
“Un giorno all’improvviso. I racconti delle donne al tempo del Covid” è anche un fotolibro grazie ai bei ritratti di Daniela Zedda corredati da note biografiche, che illuminano il volto delle autrici del progetto, testimoni e giornaliste, e permettono al lettore di conoscere le facce delle pioniere di questo libro raro e importantissimo.