Psicologia del cafone in vacanza: nella mente di chi imbratta scogliere o parcheggia sulle dune. Il caso della foca monaca
Il vandalismo e le altre bassezze dei villeggianti sono attribuibili a scarsa autostima e egocentrismo elevato. L'estate più cafona di sempre
Se esistesse un premio “Cafoni in vacanza” vincerebbe a mani basse il video della motonave stracarica di turisti danzanti con occhiali da sole e cocktail d’ordinanza che profana la grotta dei cormorani di Orosei a decibel spianati. “La motonave più prepotente del golfo!” esclama lo speaker mentre gli incivili si agitano insensatamente, noncuranti di inquinare l’habitat della foca monaca e di altre specie rare.
Può una discoteca galleggiante colma di unni in costume da bagno alterare l’ecosistema fragilissimo dei nostri mari? Evidentemente sì, come denunciato su Youtube dall’ONG Guardie Ambientali della Sardegna.
Da fenomeno individuale e isolato, la cafonaggine dei vacanzieri sta diventano una pericolosa tendenza sociale e forse persino un business come mostra il video. In ogni caso per via dei continui degli episodi d’inciviltà nelle località turistiche italiane l’estate 2023 sarà ricordata come un’estate più cafona più delle precedenti.
Scogliere imbrattate e auto sulle dune
Un’altra estate di scogliere imbrattate con gli spray da writer improvvisati, di auto parcheggiate sulle dune e di ombrelloni piantati come segnaposto abusivi. Altri esempi della barbarie in vacanza i giovani che si tuffano dai ponti veneziani, grafittari al Colosseo e viaggiatori sorpresi con un bottino di sabbia e ciottoli nelle valigie sono gli esempi eclatanti della barbarie vacanziera.
E oltre alle manifestazioni da prima pagina che indignano l’opinione pubblica, la maleducazione dei villeggianti si palesa di continuo con atti “minori” d’inciviltà: sfilare a torso nudo per strada, al market o in ristorante, sparare musica assordante incuranti dei vicini di ombrellone, piazzare tende solari gigantesche a discapito di chi usa ombrelloni “regolamentari” e bivaccare urlanti sino all’alba sotto le finestre altrui.
L’aumento dei casi di cafonerie estive e la crescente gravità delle infrazioni non può essere spiegata solo con una diffusa carenza di senso civico e alla distorsione dei modelli educativi. Il vandalismo e le altre bassezze dei villeggianti sono attribuibili a motivazioni psicologiche più profonde: scarsa autostima e egocentrismo elevato.
Bassa autostima
La tracotanza del cafone e la spavalderia con cui calpesta i più elementari principi di comune convivenza sociale potrebbero far pensare a una personalità forte e sicura di sé, ma sono soltanto una strategia per mascherare la frustrazione di non sentirsi persone adeguate, accettate e valide.
La folla dei luoghi di villeggiatura può accentuare in una persona con autostima deficitaria il disagio di essere soltanto un puntino insignificante e determinare la necessità di distinguersi dagli altri facendo qualcosa di inusuale, di vistoso o di sconveniente per attirare l’attenzione. Look coatti o estremi, atteggiamenti sguaiati o scabrosi, condotte spericolate e modalità rissose appaiono ad un’attenta analisi tristi tentativi di esibire, estremizzandole, le parti peggiori di sé per richiamare l’attenzione altrui. A causa della basta considerazione di se sessi per alcuni la cafonaggine è il solo strumento per esorcizzare il senso d’inferiorità o mediocrità e affermare la propria identità.
Egocentrismo elevato
La psicologia dei cafoni è caratterizzata dal pensare e agire secondo una logica tolemaica: “Io sono il centro del mondo, il mondo ruota intorno a me e gli altri sono solo un pubblico”. Questo spiega perché il cafone spessissimo ignora di esserlo e sottovaluta o minimizza senza accorgersene la portata e la gravità delle proprie azioni. Lo dimostrano la costernazione e l’aggressività con cui la personalità cafona reagisce alla minima richiesta di correggere la sua condotta.
Grazie al clamore mediatico delle loro bravate poi una pletora di cafoni conquista notorietà su Instagram e Tik tok diventando specie di guru o influencer, ma in realtà sono solo gli untori di un proto-narcisismo dilagante anche tra gli adulti. Un fenomeno che tende a manifestarsi anche dopo l’estate nei contesti più svariati: per strada, alla guida, in piazza, a scuola, a lavoro e tra le mura domestiche danneggiando ecosistemi ancora più complessi e vitali del golfo di Orosei: le nostre menti e la nostra salute emotiva. Con buona pace della foca monaca.