Profumi: un classico senza tempo sotto l’albero delle feste
Un tempo privilegio di sacerdoti, il profumo si è evoluto trasformandosi in simbolo di lusso e seduzione. L’importanza del bon ton
È nato sulle rive del Nilo, dove gli antichi Egizi usavano per i loro riti e le loro preghiere unguenti, resine, oli essenziali. La storia del profumo inizia da qui. Ha attraversato i secoli e le civiltà trasformandosi da simbolo del sacro a simbolo di seduzione e del lusso. A fare la sua fortuna furono i traffici commerciali e i viaggi via terra e via mare con spezie, aromi, legni pregiati, fiori, resine, piante aromatiche trasportati da una parte all’altra, mentre un impulso al suo sviluppo arrivò dall’alambicco, dall’arte della distillazione, dalla chimica.
I Romani furono i primi a conservarlo nel vetro soffiato, mentre nel Settecento s’impose come simbolo di seduzione. Nel secolo scorso conobbe la sua gloria grazie ai manifesti pubblicitari d’artista, destinati a passare il testimone alla fotografia e agli spot di registi di grido. Tra tanta storia e tanti profumi il più lussuoso e più costoso al mondo è l’Imperial Majesty di Clive Christian, in bottiglia di cristallo con oro e diamanti, fragranza al legno di sandalo, muschio aromatico, chiudi di garofano, bergamotto, vaniglia, vetiver, mandarino siciliano, ylang ylang, neroli dolce mielato.
FAMIGLIE OLFATTIVE
Il profumo è il classico dei desideri. Dalle sue gocce si sperano charme e benessere dei sensi. C’è chi ama i profumi speziati, che sanno d’Africa o d’Oriente, chi quelli agrumati dalle note mediterranee, chi quelli floreali. In realtà tutta una questione di tolleranza alle profumazioni. Sono sette le famiglie olfattive delle fragranze: agrumata o esperidata, floreale, aromatica, fougère, cipriata, legnosa, orientale o ambrata. Le fraganze della famiglia agrumata, famiglia olfattiva femminile e maschile, sono fresche e leggere, ideali per la stagione estiva. Gli agrumi utilizzati sono limone, arancia, pompelmo, mandarino, bergamotto o agrumi esotici come lime, yuzu, kumquat.
Alla famiglia floreale appartengono molte delle fraganze amate dalle donne ottenute con fiori così come si trovano in natura o impiegando molecole di sintesi che aiutano a ricreare, spiega l’ Accademia del Profumo, la profumazione di “fiori rari o troppo delicati per essere trattati con metodi di estrazione tradizionali”. La famiglia aromatica è una famiglia olfattiva tradizionalmente maschile, anche se sempre più apprezzata dalle donne. Le fraganze sono tipicamente mediterranee, come la lavanda, mentre col tempo sono nate fraganze con note di basilico, rosmarino, anice, menta e altre ancora. La famiglia fougère ricorda la felce solo nel nome, non nell’odore. Questa famiglia olfattiva, tipicamente maschile, nasce, infatti, dall’incontro di lavanda, geranio, vetiver, muschio di quercia, fava di Tonka.
Rosa, gelsomino, bergamotto, muschio di quercia, lodano, patchouli sono, invece, gli ingredienti delle fraganze della famiglia cipriata, famiglia olfattiva femminile e maschile, che ricreano l’atmosfera dell’isola di Cipro: “Fu François Coty” spiega l’Accademia del Profumo “a creare la prima composizione chypre che costituiva un’evocazione dell’atmosfera dell’isola di Cipro, all’epoca meta preferita di vacanze per l’alta società. Coty ricreò in un profumo le sensazioni provate durante il viaggio: se fosse stato un pittore, anziché un profumiere, avrebbe dipinto un paesaggio”.
Protagonisti della famiglia legnosa, famiglia olfattiva femminile e maschile, sono legni odorosi come cedro, sandalo, vetiver, guaiaco, mogano, malissandro, agarwood, mentre non è raro l’utilizzo di prodotti di sintesi. Le fraganze di questa famiglia si caratterizzano per il carattere caldo, intenso, persistente. Le fragranze della famiglia orientale o ambrata, famiglia olfattiva femminile e maschile, sono famose per il loro carattere caldo, dolce, sensuale, persistente. È la famiglia dei sentori speziati, vanigliati, ambrati, muschiati, che evocano atmosfere lussureggianti e mondi lontani.
PIRAMIDE OLFATTIVA
La piramide olfattiva, distinta in note di testa, note di cuore, note di fondo, è il grado di volatilità di una fragranza. Le note di testa, spiega l’Accademia del Profumo, sono “fresche, leggere e di debole persistenza, svaniscono in pochi minuti” quanto basta per “scatenare la voglia di scoprire la fragranza”. Questa fase, chiamata volo del profumo, è quella che spinge all’acquisto. Le note di cuore, “più potenti e consistenti” di quelle di testa, sono, invece, tipiche dei profumi che lasciano una scia. Tempo necessario per percepirle: 15 minuti. Le note di fondo, infine, corrispondono a materie prime, spiega l’Accademia del Profumo, che “evaporano con lentezza”. Queste note sono considerate, in buona sostanza, l’anima del profumo.
Il profumo, soprattutto con scia intensa, può invece diventare un problema per chi soffre d’asma, tanto che il bon ton invita a non fare bagni nel profumo perché chi lo indossa potrebbe impregnare l’aria che sia una stanza, un locale, ascensore, un mezzo pubblico, causando problemi di salute agli asmatici. In generale contro le allergie alle fragranze nel caso della profumazione guiderà il naso mentre per verificare gli effetti sulla pelle, basterà applicare qualche goccia per vedere la reazione. Mito da sfatare è, invece, quello sui profumi green o ecologici che non provocherebbero allergie. Tutt’altro, spiegano i dermatologi, questo perché green non è sinonimo di anallergico, senza dimenticare che spesso le etichette di queste fragranze possono essere incomplete se non quando fuorvianti. Infine, per capire se una fragranza non è più buona, una spia è l’odore acido, segno spiega l’Accademia del Profumo che “non è stata conservata in condizioni ottimali” o che “ha superato i tempi di conservazione”, solitamente di 36 mesi per un prodotto ben chiuso, conservato in luogo fresco e al buio.
SCALE
Sono gli oli essenziali a fare la differenza, con la loro concentrazione, fra l’eau de toilette, profumo leggero, e l’eau de parfum, di maggiore persistenza. In base alla presenza degli oli essenziali si hanno, così, l’estratto di profumo, l’eau de parfum, l’eau de toilette, l’eau de cologne, l’eau fraîche. La differenza riguarda anche la concentrazione di alcool, maggiore nell’estratto di profumo, minore nell’eau fraîche. Senza alcool sono, invece, le baby fraganze, questo perché l’alcool rischierebbe di seccare la pelle a causa del film idrolipidico, ancora sottile. Tra le baby fraganze ci sono, ad esempio, quelle per neonati. Prima dell’acquisto è importante controllare l’etichetta per capire se non siano ipoallergeniche, mentre se un neonato soffre di dermatite non bisogna utilizzare alcun tipo di fraganza. La lettura dell’etichetta è importante per tutte le baby fraganze.
Come si applica una fragranza? “Se la scelta” spiega l’Accademia del Profumo “è orientata verso un profumo fresco, in concentrazione leggera – come un’eau de toilette – si può vaporizzare in un alone attorno al corpo: si avrà così la sensazione di avvolgersi totalmente nella sua freschezza. Se invece si preferiscono note più persistenti e intense, la fragranza potrà essere applicata nei punti del corpo dove il sangue circola più in superficie, come l’interno dei polsi, l’incavo del gomito o nella zona tra il collo e la spalla: il calore della circolazione agevola l’evaporazione del profumo in una scia che durerà per molte ore”.
BON TON
Profumo è anche questione di bon ton, come ricorda l’Accademia del Profumo che ha stilato un piccolo galateo: “Scegliere accuratamente. Ogni pelle è indicata per un tipo di profumo. O meglio, ogni pelle reagisce a una fragranza in maniera diversa. Non si sceglie un profumo a seconda della moda o dell’etichetta. Il nostro profumo deve rappresentarci in modo unico e speciale. Usare con cautela. Il profumo deve essere indossato con discrezione e sobrietà; rappresenta infatti un omaggio riservato esclusivamente alle persone che ci stanno vicino. Mettere nei punti giusti. Polsi e collo: la regola d’oro è spruzzare il profumo ‘dove si sentono le pulsazioni del cuore’, perché insieme al calore emanato, si diffonde l’aroma. Nel caso dello spray, si può spruzzare la fragranza verso l’alto, entrando poi nella nuvola per lasciarsi avvolgere delicatamente. Non strofinare i polsi. È una cattiva abitudine che rompe le molecole del profumo, annullando il suo equilibrio. Nel momento di un nuovo acquisto: vaporizzatelo e uscite dalla profumeria, datevi il tempo di farlo evolvere sulla vostra pelle per capire se ciò che avete scelto vi soddisfa e vi rappresenta.
Profumare gli indumenti, profumare la casa. Le signore di una volta usavano profumare graziosi fazzolettini di pizzo da poter strofinare dietro il collo al bisogno; profumare gli indumenti è tutt’ora ottimo se si è soliti usare un unico profumo, meno se si ha l’abitudine di cambiarlo spesso. Anche il profumo che scegliamo per la nostra casa e per i suoi diversi spazi è di fondamentale importanza e deve sempre essere delicato. Ad ogni luogo il suo profumo. Non tutte le occasioni sono adatte per l’utilizzo di fragranze intense, a volte è da preferire una soluzione neutra o una totale assenza di aromi. Una cena seduta ad esempio suggerirebbe di evitare ogni tipo di profumazione lasciando posto alla degustazione, anche olfattiva, delle pietanze proposte. Per questo motivo, infatti, in cucina il miglior profumo è l’assenza di profumo.
Innamorarsi ma sapersi anche lasciare. Affezionarsi a una fragranza che ci rappresenti è cosa gradita, ma dobbiamo sempre tenere presente che sarà consigliabile cambiare il profumo nel tempo, in modo che ‘maturi’ insieme a noi. Il profumo usato in adolescenza non sempre va bene anche nella maturità. Il profumo è un vezzo, non un detergente. Sembra scontato, ma è necessario ricordare che il profumo non può sostituire la normale pulizia del corpo. Di questi tempi, inoltre, vista la concentrazione alcolica, può essere ripensato come igienizzante di lusso da strofinare sulle mani. Non chiedere che profumo si indossa. Così come è scortese chiedere l’età, così non si dovrebbe chiedere quale sia il profumo, soprattutto tra persone della stessa compagnia. Il profumo rappresenta un accessorio per esprimersi e distinguersi, da custodire come un segreto. Non esiste giusto o sbagliato. Proprio come tutte le esperienze intime e personali, la magia del profumo è che non esiste giusto o sbagliato, buono o cattivo. Deve essere semplicemente adatto a chi lo indossa, rappresentarlo, farlo stare bene e a proprio agio con se stesso e con gli altri”.
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