Quando il narcisismo perverso degenera in maligno. L'inquietante profilo psicologico di Vladimir Putin
Il peggioramento dell’equilibrio del premier russo si è verificato in corrispondenza di due importanti fattori: l’imminenza del 70esimo compleanno e la pandemia
Si muove nel mondo con un “senso di diritto” irragionevole e arrogante. Per realizzare le sue fantasie di potere e di successo illimitati distorce ad arte la realtà e sa mentire contro ogni evidenza. Alterna blandi atteggiamenti interlocutori a minacce e aggressioni inimmaginabili allo scopo di manipolare il prossimo. Quando fa promesse finge un’inesistente disponibilità negoziale, per poi trasgredire i patti e disorientare la controparte. Questo è il narcisista patologico.
Dimostra insensibilità nei confronti degli altri senza nemmeno accorgersene. Nutre disprezzo per i sentimenti, che travisa come vacui sentimentalismi. Tende a considerare la libertà altrui una minaccia o un abuso. Può scagliarsi con violenza ferina, indifferente della sofferenza che infligge. Con maestria machiavellica, riesce sempre a ritorcere sul prossimo le proprie mancanze, per colpevolizzarlo o screditarlo. Questo è il narcisista perverso.
Tende al controllo di chiunque gli risulti “utile”, mentre pianifica la distruzione dei detrattori. Più fallisce, più sviluppa la convinzione incrollabile e contundente di essere speciale. Si descrive come bersaglio dell’invidia e della falsità degli oppositori. Si dipinge come la vittima di valutazioni pretestuose e d’ingiuste sentenze.
Per razionalizzare i propri fallimenti individua capri espiatori, proietta all’esterno le parti peggiori di sé ed escogita “teorie del mondo” che confermano la propria grandiosità, allo scopo di attaccare, prevaricare, espropriare, uccidere. Questo è il narcisista maligno, che spadroneggia senza senno e senza soluzione di continuità. Questo è Vladimir Putin.
Il disturbo narcisistico di personalità
Già nel 2014 Jerold Post, psichiatra americano e profiler della CIA, esaminando le modalità comportamentali e le comunicazioni politiche del leader del Cremlino ipotizzò soffrisse del disturbo narcisistico di personalità. L’istituzione di una “democrattura” incentrata sul culto del premier, l’intolleranza per gli oppositori, sistematicamente silenziati o soppressi, la censura e l’inflessibile repressione del dissenso sono tra i segnali più eclatanti di una gestione psicopatologica del potere che ha precisi riferimenti nel quadro psichiatrico del narcisismo insano.
La mancanza di pietà, il machiavellismo e la mancanza di senso morale dimostrate dal presidente con l’invasione dell’Ucraina fanno pensare a un pericoloso smottamento della personalità narcisistica di Putin, pericoloso perché quando il narcisismo perverso degenera in narcisismo maligno possono avverarsi gli scenari più cupi e imprevedibili.
Le cause del peggioramento dell’equilibrio psicologico del premier russo
Sotto il profilo psicopatologico il peggioramento dell’equilibrio del premier russo che potrebbe aver contribuito alla catastrofe umanitaria cui assistiamo si è verificato in corrispondenza di due importanti fattori: l’imminenza del 70esimo compleanno e la pandemia.
È possibile che i due eventi abbiano provocato un peggioramento della situazione emotiva di Putin che, sembra abbia sviluppato una potente ossessione ipocondriaca riguardo il contagio da Covid, e abbia aumentato l’ideazione persecutoria e le idee grandiose. Basta ascoltare i proclami anti-storici con cui il presidente russo motiva la guerra e l’impudenza con cui ignora il negoziato e dissemina il panico nucleare o evoca lo spettro della terza guerra mondiale.
La teoria del pazzo
Alcuni analisti attribuiscono la dissennata politica di Putin alla “teoria del pazzo”, ovvero a una precisa e lucida strategia per spaventare e sottomettere gli avversari. Sarebbe bello se fosse così, perché implicherebbe l’esistenza di un qualche spiraglio negoziale. Purtroppo, da vent’anni la salute mentale del leader russo evidenzia crepe profonde e sintomi che impattano pesantemente sulla vita di milioni di esseri umani. E l’invasione dell’Ucraina rappresenta un’espressione apicale (ma non l’apice) della deriva umana di un leader narcisista e maligno alle prese con la senilità, la crisi del proprio potere, l’isolamento e la ricerca di nemici esterni a cui imputare la follia delle proprie scelte.
Per completezza è importante affermare che, purtroppo, Putin è solo uno dei capi di Stato, storici e attuali, probabilmente affetti da un disturbo narcisistico di personalità più o meno severo. Questo spiega, insieme ad altri fattori, la propensione all’escalation della guerra e la difficoltà (o l’impossibilità) di mediazioni tra leader narcisisti. Tuttavia, incoraggia pensare che analisti, profiler e clinici esperti contribuiscano alla risoluzione diplomatica del conflitto russo-ucraino, con la speranza che possano disincentivare “una guerra del narcisismo”, che sarebbe inevitabilmente il terzo conflitto mondiale, il conflitto atomico.