Problemi di coppia: esplorare e comunicare i desideri
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Nella consultazione sessuologica delle donne per problemi sessuali legati a desiderio, eccitazione orgasmo, dolore nei rapporti, emerge con frequenza la difficoltà a mettere in moto la propria competenza per ottener un comportamento sessuale desiderato. Spesso si decide di astenersi, si trovando scuse o, se si esercita una presa di posizione attiva, “voglio fare sesso, ho voglia di stare con te “si cerca di comunicare in modo pedagogico, spesso aggressivo. Si comunica cosa non ci piace o quello che desideriamo ma già irritate perché il fatto di “chiedere” contiene già una dimensione di perdita della spontaneità e del modello romantico. Le negatività rispetto al sesso nelle coppie che hanno rapporti strutturati, è espressa attraverso queste frasi: non mi ami, non ti interessa, stai pensando ad altre, sei egoista, sei indifferente.
Spesso accade che internet, il cinema, le amiche, corteggiamenti di altri uomini, portino a valutare la propria sessualità come poco significativa e questo crea una disparità rispetto a storie migliori che inducono all’invidia o alla rabbia. Il sesso diventa in questi casi un banco di prova e allontana ambedue i partner dalla costruzione di un percorso positivo. Prima di entrare in conflitto, la cosa migliore è sapere cosa veramente ci piace: pensieri sulla sessualità, complicità emotiva, frasi di invito, inizio soft per poi accendersi, parole forti, visone di pornografia da condividere, fantasie sessuali, elementi che possano nutrire la nostra eccitazione, perché al femminile l’eccitazione deve coinvolgere anche la testa e deve segnalare una evidenza a livello degli organi sessuali, calore, lubrificazione, desiderio di essere in contatto, buon petting e sensazione di essere accese per il sesso.
L’eccitazione garantisce la disponibilità del corpo e mette in moto la morbidezza dell’accesso e la base sicura da cui partire bene per entrare nel piacere e tutelare l’assenza di dolore. L’armonia di psiche e corpo avvicina alla possibilità di incontrare il piacere che sale e che guida alla conclusione dell’orgasmo. Una buona sessualità induce alla voglia di ripetere l’esperienza e a saper riannodare il filo sessuale nella propria coppia. Il dialogo positivo il commento di cosa è piaciuto, il contatto corporeo di affidamento, stare vicini, avere comunicazioni positive, lascia dentro una buona impronta rispetto a pensare alla propria sessualità come luogo dove essere a proprio agio. Ognuno di noi deve considerare il sesso come una dimensione incostante, sia come risultati che come frequenza perché molti elementi influiscono negativamente sulla sessualità, come la stanchezza, lo stress, la mancanza di sonno, tensioni legate al giorno per il lavoro, per le famiglie di origine, per i figli.
Se la sessualità sta assumendo dimensioni negative o se sta diventando rutinaria, noiosa, poco attraente e anche noi costruiamo solo vuoti o inadempienze, ricordiamoci che è alla base del rapporto e che lasciarla scomparire diventa sempre motivo di pericolo. Non ci si preoccupa se passano periodi di stanca, se abbiamo poca voglia, se facciamo un sesso disimpegnato, ma dobbiamo sempre supervisionare da quanto tempo gli incontri di sesso sono diventati poco interessanti, se abbiamo disinvestito attenzione, cura del corpo, parole di sollecitazione, voglia di mettersi in gioco, stimoli positivi, accoglienza degli stimoli del partner. Se siamo molto lontani da una complicità sessuale, partiamo da noi stesse/i e andiamo a capire cosa ha interrotto o mai acceso la nostra sessualità.
Il sesso sia nell’autoerotismo, nella fantasia sessuale, nella proposta, nella ricerca, è una parte della nostra vita che ha prima un motore interno e poi esterno. Spesso al femminile il motore è invece esterno, se diminuiscono o cessano gli stimoli, si può aumentare la passività o l’evitamento. Partiamo da noi, dalle forme del nostro desiderio per accendere il nostro motore, lavoriamo per la complicità e se ci rendiamo conto che siamo in stallo consultiamo, possibilmente con il partner.