Previsioni orarie e mappa degli effetti inquinanti: i nuovi strumenti ENEA contro i veleni dell'aria
Che aria si respira in Italia? Sarà un giorno possibile vivere in città più salubri? La ricerca scientifica può offrire agli amministratori di piccoli e grandi centri nuove soluzioni? Chi non vorrebbe, ad esempio, respirare aria pura senza dover ogni volta fuggire altrove a causa di città trasformatesi in scatole di veleni? O quale amministratore non vorrebbe essere premiato dai suoi cittadini per aver sposato politiche verdi? Il sogno per il futuro si chiama, infatti, smart cities. “Le smart cities” così un focus dei ricercatori ENEA su qualità dell’aria e tutela della salute “sono città sostenibili in grado di rispondere alle emergenze ambientali. L’inquinamento atmosferico è uno dei principali rischi per la salute delle popolazioni delle città”.
Il panorama degli strumenti contro l’inquinamento atmosferico si è ora arricchito di due sistemi innovativi, presentati il 20 aprile scorso da ENEA in occasione del convegno, presso la sede di Roma, Qualità dell’aria e salute in Italia. Con alcune constatazioni preliminari: che l’inquinamento dell’aria in Italia è ormai “una emergenza ambientale, sanitaria ed economica” e che il “miglioramento degli ultimi anni” non è riuscito a garantire “il rispetto dei limiti europei di concentrazione” con il rischio che l’Italia possa andare incontro a “procedure di infrazione e pesanti sanzioni economiche”.
Il primo strumento – presentato da Gabriele Zanini, responsabile della divisione ENEA Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali – è un sistema di previsione oraria dell’inquinamento atmosferico “a 3-5 giorni”. “Questo strumento” spiega “permette di elaborare previsioni dell’inquinamento a breve termine con un dettaglio territoriale di 4x4 km. In questo modo, anche il piccolo comune può conoscere la qualità della sua aria e affrontare in modo efficace e tempestivo l’emergenza smog. In particolare, il sistema consente di individuare in anticipo l’insorgere e la durata di fenomeni di inquinamento acuto potenzialmente pericolosi soprattutto per le fasce vulnerabili della popolazione, come bambini, anziani e persone affette da malattie cardiache e respiratorie”.
Come funziona? La previsione è garantita da una “sofisticata catena di modelli matematici” che “simulano le condizioni atmosferiche e le trasformazioni chimiche degli inquinanti” con calcolo delle concentrazioni “su base oraria” e le “equazioni matematiche necessarie” elaborate da CRESCO4, l’ultimo, nonché più potente, supercalcolatore del Centro Ricerche Portici di ENEA, inaugurato il 12 marzo 2014 nell’ambito del progetto TEDAT.
Il secondo strumento – presentato da Carmela Marino, responsabile della divisione ENEA Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute dell’uomo – è una mappa degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute. Lo strumento, “prima banca dati italiana in grado di fornire informazioni sulla mortalità per età, sesso e patologia anche a livello di singolo comune” consente, infatti, una volta interrogato, di “analizzare il territorio italiano in base alla mortalità”, nonchè di pianificare azioni di prevenzione e interventi strategici anti-inquinamento”.
Nella sua relazione Carmela Marino, ha, ad esempio, spiegato la differenza tra esposizione acuta ed esposizione cronica agli inquinanti, illustrandone gli effetti. La prima è l’esposizione a concentrazioni elevate di inquinanti per un breve periodo di tempo, come nel caso di incidenti o particolari condizioni meteorologiche. Gli effetti sono immediati e acuti, causando, nei soggetti sani, anche in via transitoria, riduzione degli indici di funzionalità respiratoria, irritazione e bruciore agli occhi, nonchè irritazione tracheo-bronchiale con tosse, difficoltà respiratoria, sensazione di mancanza d’aria e oppressione. Nei soggetti malati, come, ad esempio, coloro che già soffrono di malattie respiratorie o cardiovascolari croniche, si avranno, invece, aggravamento della sintomatologia respiratoria, incluse le manifestazioni allergiche, o morte per insufficienza cardiaca o respiratoria.
La seconda è, invece, l’esposizione a concentrazioni basse di inquinanti per lunghi periodi, si pensi ai centri urbani, alle aree industriali o alla dieta contaminata. Gli effetti sono a lungo termine e possono diventare causa di bronchite cronica, enfisema, secondo alcuni asma bronchiale, patologie cardiovascolari e tumori. “In termini di mesi di vita persi” sintetizza Carmela Marino “i nostri studi hanno rilevato che l’inquinamento accorcia la vita di ciascun italiano di 10 mesi in media: 14 per chi vive al nord, 6,6 al centro e 5,7 al sud e nelle isole. Ma i valori di mortalità più elevati al settentrione vanno letti alla luce della maggiore disponibilità di dati rispetto al resto d’Italia”.
Uno studio epidemiologico che ENEA ha condotto con ISPRA e Istituto Superiore di Sanità ha, ad esempio, provato l’associazione tra l’esposizione cronica al PM10 e PM2,5 e la mortalità per tumore del polmone nelle donne, un ambito “finora ancora poco studiato. “I risultati” spiega Carmela Marino “mostrano che la percentuale di decessi attribuibili all’esposizione a PM10 per livelli superiori alla linea guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (20μg/m3) si assesta al 13,2%. Mantenendo quindi i livelli delle polveri sottili al di sotto di questa soglia, su una popolazione di oltre 8 milioni di donne residenti nei 64 comuni studiati, è stata calcolata una riduzione complessiva di quasi 300 decessi l’anno per tumore polmonare”.
Abbiamo parlato di:
Qualità dell’aria e tutela della salute – Focus ENEA Documento
Divisione Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali – ENEA Website
Il sistema nazionale di previsione della qualità dell’aria – Relazione Gabriele Zanini Documento
CRESCO4 Scheda Descrizione cluster Documentazione
Centro Ricerche Portici – ENEA Website
Progetto TEDAT Scheda
Divisione Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute dell’uomo – ENEA Website
La mappa nazionale della mortalità da inquinamento atmosferico – Relazione Carmela Marino Documento
ISPRA Website Twitter Facebook Google+
Istituto Superiore di Sanità Website Twitter