Pericolo fulmini, vipere e orsi: consigli per non rischiare la pelle

Fare il bagno in mare durante un temporale? Avventurarsi allegramente in zone di vipere? Urlare e fuggire davanti a un orso? I tanti errori dei vacanzieri

Pericolo fulmini vipere e orsi consigli per non rischiare la pelle
di Stefania Elena Carnemolla

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Sono scariche elettriche insidiose, parliamo dei fulmini, un classico pericolo estivo. Qualche settimana fa, in India, più di cento persone sono, ad esempio, morte folgorate durante alcuni temporali, con forti piogge, tipici della stagione monsonica. I fulmini non sempre, però, si accompagnano alla pioggia, così come ci sono quelli che arrivano con le tempeste di sabbia, le bufere di neve e le nubi di eruzioni vulcaniche.

FULMINI E PERCOLI PER LA SALUTE

Come difendersi dai fulmini? Perché sono un pericolo per la salute? I fulmini, spiega EpiCentro, sono di diversi tipi: possono scatenarsi dentro una nuvola, passare da una nuvola all’altra o scaricarsi al suolo, andando a colpire un bersaglio con la “corrente di ritorno del terreno”. Insidiosa per la salute umana è la fulminazione diretta, che può condurre alla morte: “Se, per esempio” spiega EpiCentro “la corrente passa per il cuore può provocare un arresto cardiaco, mentre se attraversa i centri nervosi o respiratori può portare alla morte per arresto respiratorio. Possono causare la morte, o ferite gravi, anche le bruciature conseguenti alla fulminazione. Danni meno gravi possono essere: paralisi, amnesie e perdita di conoscenza per periodi compresi fra pochi minuti e varie ore. Il bagliore del fulmine (il lampo) può causare poi disturbi alla vista, e l’onda d’urto danni all’udito”.

FULMINI E RISCHI ALL’APERTO

Molti incidenti causati dai fulmini, ricorda la Protezione Civile, si verificano all’aperto: in montagna ma anche in un prato, su un campi di calcio e in tutti quei luoghi con presenza d’acqua come spiagge, moli, lago, pontili, piscine. All’aperto i bersagli preferiti dai fulmini sono alberi, pali, tralicci, ombrelli, canne da pesca.  Se durante un temporale ci si trova all’aperto, bisogna raggiungere un luogo al chiuso e aspettare 30 minuti dall’ultimo tuono prima di uscire. Se non in un edificio, ci si può rifugiare in macchina ma abbassando l’antenna perché questa attira i fulmini. L’automobile è un posto sicuro, ricorda EpiCentro, perché scarica l’effetto del fulmine sulle gomme secondo l’effetto detto gabbia di Faraday. Non bisognerà, tuttavia, toccare l’autoradio e altri parti metalliche del veicolo. Se non è pericoloso, spiega la Protezione Civile, tenere in mano oggetti metallici come orologi, chiavi, collane, orecchini, lo è, invece, se si è vicini a reti, recinzioni, ringhiere, gradinate, spalti, funi, scale questo perché, se colpite da un fulmine, il metallo, che è un buon conduttore di elettricità, può trasmetterla a chi vi si trova accanto o nelle vicinanze.

FULMINI E ACQUA

Quando c’è aria di temporale, bisogna allontanarsi dall’acqua a causa del pericolo folgorazione indiretta: “Esci immediatamente dall’acqua” raccomanda la Protezione Civile “e allontanati dalla riva, così come dal bordo di una piscina all’aperto; ricorda anche che barche, canoe e piroghe, anche se coperte, non proteggono in alcun modo dai fulmini. Cerca rapidamente riparo all’interno di un edificio o, se non è possibile, in un’automobile, tenendo presente che in luoghi molto ampi e piatti, come le spiagge, si è maggiormente esposti. Liberati di ombrelli, ombrelloni, canne da pesca e qualsiasi altro oggetto appuntito di medie o grandi dimensioni”.

Come comportarsi se si è in barca? “Se si è vicini a un porto” spiega EpiCentro “è consigliabile cercare di attraccare. Altrimenti può convenire cercare di allontanarsi: spesso i temporali sono circoscritti ad aree relativamente piccole. In generale, l’albero di una barca è esposto ai fulmini, quindi è meglio tenersene lontani. Per far scaricare in acqua un eventuale fulmine è consigliabile collegare l’albero con il mare, per esempio buttando in mare l’ancora dopo aver attorcigliato il cavo intorno all’albero”.

FULMINI IN MONTAGNA

Se durante un temporale ci si trova in montagna bisogna scendere subito di quota, abbandonando creste e vette, allontanandosi da “percorsi attrezzati con funi e scale metalliche” e interrompendo le scalate in parete. Nella discesa preferire avvallamenti del terreno come conche, valloni, fossati, prestando, tuttavia, attenzione in caso di forte pioggia. Se si scende in gruppo, non bisogna tenersi per mano e bisogna distanziarsi almeno di 10 metri.

Una volta a bassa quota si può trovare riparo in una costruzione o, se si fa in tempo, dentro un’automobile. Meno sicuri sono, invece, grotte, bivacchi, fienili, dove ci si può rifugiare, in mancanza d’altro, purché lontano da soglia e pareti. Una volta al riparo, questo anche se si è costretti a stare all’aperto, fondamentale è la posizione dei piedi: “Mantieni i piedi uniti” spiega la Protezione Civile “rendendo minimo il punto di contatto con il suolo, così da ridurre l’intensità della corrente in grado di attraversare il tuo corpo. Per lo stesso motivo, evita di sederti o, peggio, sdraiarti per terra. Sempre con i piedi uniti, puoi assumere una posizione accovacciata, meglio se frapponendo tra te e il terreno un qualsiasi materiale isolante. Anche in questo caso, resta il più possibile distante da altre persone che sono con te”. 

Se ci si trova in un bosco non bisogna mai ripararsi sotto un albero perché gli alberi richiamano i fulmini. Questo vale anche per gli alberi di città con gli alberi isolati che aumentano il rischi di essere colpiti.

FULMINI IN CAMPEGGIO

In caso di temporale in campeggio, spiega la Protezione Civile, ci si può riparare nelle strutture in muratura del camping o all’interno della propria automobile. Evitare, invece, di ripararsi nel camper o nella roulotte. Se si è in tenda e non ci si puù rifugiare altrove, non bisogna toccare pareti e strutture metalliche, né oggetti metallici collegati all’impianto elettrico. Infine, isolarsi dal terreno con materiale isolante.

FULMINI IN CASA

Se durante un temporale si è in casa, spiega la Protezione Civile, non bisognare usare il telefono fisso e le apparecchiature collegate alla rete elettrica. Per le comunicazioni è, tuttavia, possibile utilizzare il cellulare o il cordless. Per sicurezza vanno spenti gli apparecchi ad alimentazione elettrica come televisore, computer, elettrodomestici. Né vanno toccati “elementi metallici” collegati all’esterno come cavi, condutture, tubature, impianto elettrico. Anche in casa va evitato il contatto con l’acqua: se c’è un temporale aspettare che finisca prima di lavare i piatti o fare il bagno o la doccia. Inoltre, non bisogna sostare sotto tettoie, balconi, capannoni, padiglioni, gazebo, verande perché “non sono luoghi sicuri”. Ripararsi, invece, sempre all’interno mantenendosi a distanza da porte e finestre, che devono rimanere chiuse.

PERICOLO VIPERE

Escursioni o passeggiate estive in montagna e in campagna? Attenzione, allora, alle vipere. La vipera si riconosce dal colore solitamente grigio-marrone, dalla testa triangolare e piatta, dalla coda tozza e dalle pupille schiacciate e verticali. La vipera predilige le zone al sole, le pietraie, le sterpaglie, l’erba alta e attacca se disturbata. Se si frequentano zone dove si sa che la vipera è endemica, il Centro Antiveleni di Milano raccomanda di adottare alcune precauzioni a cominciare dall’abbigliamento, indossando scarponcini, calze spesse, pantaloni lunghi, camicie a manica larga, evitando, quindi, di sedersi su muretti a secco esposti al sole o di frugare a mani nude trasterpaglie e fogliame. Aiuterà, consiglia la Società Italiana di Tossicologia, procurarsi un bastone con cui battere il terreno mentre si cammina. E se una vipera morde? Non sempre inietta il veleno e non sempre il veleno viene iniettato in dosi tossiche, spiega il Centro Antiveleni di Milano, che ricorda anche i sintomi successivi al morso come nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, agitazione, ipotensione e che possono essere “spia di un grave avvelenamento sistemico”.

Cosa fare se una vipera morde? Allertare i soccorsi, spiega il Centro Antiveleni di Pavia; tenere a riposo la vittima e tranquillizzarla; toglierle orologi, anelli, braccialetti, nonché tutto ciò che in caso di edema può provocare un effetto laccio; slacciarle o tagliarle vestiti o accessori – polsini di camicia, calze, collant, pantaloni – nella zona interessata dal morso; disinfettare, potendo, la ferita con del ghiaccio, applicandolo sulla pelle avvolto, ad esempio, in un telo o nella garza; immobilizzare l’arto colpito, legando, ad esempio, il braccio al collo o steccando la gamba. 

Cosa non fare, invece? Incidere la zona del morso e succhiare il veleno; applicare lacci emostatici o tourniquet per non ostacolare la corretta vascolarizzazione dell'arto colpito; non somministrare bevande alcoliche alla vittima.

INCONTRI CON GLI ORSI

C’è chi ama ama andare per boschi e montagne dove può capitare che incontri un orso. Come comportarsi? Il Gruppo Grande Carnivori del Club Alpino Italiano ha, ad esempio, realizzato una vademecum con norme comportamentali per escursionisti responsabili. Vi si parla di orso bruno ma anche di lupi e cani da guardiania. Quando s’incontra un orso, ad esempio, importante è il fattore emotività: “Rimanete calmi, lasciando sempre una via di fuga all’animale. Se l’orso non vi ha visti, tornate silenziosamente sui vostri passi, indietreggiando, senza mai perderlo di vista”. Se s’incontra un orso non si deve avvicinarlo per osservarlo o, peggio ancora, per fotografarlo: “Se si allontana, mantenete la calma, se invece rimane fermo, indietreggiate lentamente senza dargli le spalle”. I cuccioli di orso, si sa, suscitano tenerezza e tuttavia non bisogna toccarli né avvicinarsi perché mamma orsa potrebbe non prenderla bene: “Tornate con cautela sui vostri passi, senza perdere di vista i plantigradi. In caso di atteggiamento aggressivo da parte di un orso, non reagite in modo attivo; state fermi e parlate con tono basso e calmo, anche se l’animale dovesse correre verso di voi”.

Se si incontra un orso non bisogna correre mai, anche se un istinto naturale, perché ciò potrebbe “stimolare l’inseguimento”, né bisogna urlare o provocare rumori che potrebbero spaventarlo. Se poi un orso si alza sulle zampe posteriori è solo per identificare chi ha di fronte. In caso di contatto fisico non bisogna urlare né colpire l’animale: “Non urlate e non colpitelo, ma stendetevi a terra a faccia in giù, con le mani intrecciate dietro il collo e restate immobili, al suolo, finché l’orso si allontana da voi. Se indossate uno zaino, tenetelo sulle spalle per proteggere il dorso”. Per evitare un incontro a distanza ravvicinata con un orso e si è consapevoli di trovarsi in una zona dove gli orsi vivono abitualmente, in particolare in zone con scarsa visibilità, come un bosco fitto, un cambio di pendenza o versante, bisogna farsi sentire, “battendo le mani, fischiando, tossendo, parlando a voce alta”. In generale quando ci s’addentra in zone habitat dei grandi carnivori, spiega il vademecum, bisogna rispettare la tranquillità della fauna, non lasciare avanzi di cibo, non creare “punti di alimentazione” per attrarre gli animali e fotografarli, non seguirne, infine, le tracce.

Abbiamo parlato di:

Epicentro Website | YouTube

Dipartimento della Protezione Civile Website | Twitter | Facebook | Flickr | YouTube 

Centro Antiveleni di Milano Website

Centro Antiveleni di Pavia Website

Club Alpino Italiano Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube

30/07/2020
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