Pecore al pascolo nei parchi di Roma: idea ecologista vincente?
Prima l’indiscrezione: pecore al pascolo a Roma contro le erbacce? L’idea, confermataci dall’ Assessorato alla Sostenibilità Ambientale di Roma Capitale, è che sì, potrebbero. Non semplicemente pecore ma più in generale “animali da pascolo nei grandi parchi di campagna della Capitale”. L’idea era nel cassetto del sindaco Virginia Raggi da tempo. L’ha veicolata il 16 maggio via video social, nell’ambito della rubrica #AssessoreRisponde, Pinuccia Montanari, assessore alla Sostenibilità Ambientale della giunta capitolina.
Una cittadina romana, Simonetta, le aveva ricordato come nel castello di Berlino si fosse tornati ai vecchi tempi con caprette e pecore come tosaerbe: “Non male” ha annuito l’assessore Montanari “anche noi, e in particolare devo dire che la sindaca Virginia Raggi proprio anche recentemente mi ha sollecitato all’utilizzo, appunto, delle pecore, all’utilizzo degli animali, appunto, per effettuare questa attività che già viene fatta al Parco della Caffarella, ma noi vorremmo estenderla ad altri parchi, anche alle grandi ville, perché questo modo così, molto semplice che però fanno, appunto, in una grande città anche come Berlino, è molto giusto ed è molto interessante”. Alla Caffarella, ad esempio, le circa duemila pecore della Fattoria La Vaccareccia, dove vivono giorno e notte, aiutano a ripulire il parco ma con l’aiuto di un trattore.
L’idea del Campidoglio ha, tuttavia, trovato non pochi oppositori, fra questi Marco Palumbo, consigliere capitolino del Partito Democratico: “L’assessore Montanari cita l’esempio del parco della Caffarella dove effettivamente sono presenti animali, ma quello che dimentica di aggiungere è che dentro il parco sono presenti numerose aziende agricole. Gli animali vivono nel parco e non sono portati alla Caffarella per fare da giardinieri. Questi animali, una volta svolto il loro lavoro, dove stazionerebbero? Vivrebbero nei parchi romani oppure farebbero avanti e indietro da pendolari? Con la trovata Raggi-Montanari sull’impiego di pecore e caprette per arginare la crescita dell’erba nei parchi e nelle ville storiche ritorna l’immagine settecentesca delle pecore che pascolavano al Colosseo”.
E, accanto agli oppositori, sostenitori come Coldiretti: “Con cinquantamila pecore allevate nel Comune di Roma, la Capitale può contare su un vero esercito di tosaerba naturali”. Coldiretti ha, infatti, visto nell’occasione, con interi greggi pronti a sostituire “falciatrici e decespugliatori”, una valida “alternativa alla transumanza”. L’idea è quella di affidare ai pastori ai sensi della legge di orientamento 228 del 28 maggio 2001 e in collaborazione con l’amministrazione capitolina “questa attività di manutenzione del verde”. Davanti all’avanzare, spiega Coldiretti, dell’urbanizzazione, i pastori cercano sempre più pascoli, trovando, pertanto, nell’idea del Campidoglio con gli animali da pascolo come tosaerba, visti come “un’opportunità e una scelta ecologica coraggiosa, innovativa e all’altezza del comune agricolo più grande d’Europa”, l’opportnità che forse aspettava.
“Dal WWF alla Coldiretti” ha confermato l’assessore Montanari con una nota del 17 maggio “abbiamo avuto moltissimi riscontri positivi. Questa mattina ho incontrato in Campidoglio il presidente della Coldiretti Lazio, David Granieri, con il quale sigleremo a breve un Protocollo d’Intesa per collaborare attivamente al lancio di questa pratica come alternativa moderna alla transumanza. Un’attività che funziona molto bene e che consente dei notevoli risparmi di tempo e di costi”. È stato, ad esempio, calcolato che per pulire il Parco di Centocelle, parola di assessorato, “basterebbero solo quattro giorni con un risparmio economico annuo di circa 150mila euro”.
La verità è proprio questa, che per mantenere il verde romano servono soldi. Almeno 109 milioni e passa euro per “una gestione minima, ottimale”, ha spiegato l’assessore Montanari, rispondendo ai cittadini e citando uno studio condotto sul verde comunale.
Ecologia e risorse a parte, abbiamo chiesto all’assessorato se per caso non vi sia stata prima una valutazione dei potenziali rischi legati alla sanità pubblica, questo pensando agli ovini, notoriamente preda di pulci, zecche ed acari, con le zecche portatrici, in particolare, di meningoencefalite, trasmissibile all’uomo. L’assessorato ci ha confermato che l’utilizzo degli animali da pascolo verrà fatto nel pieno rispetto della legge con “gli animali autorizzati” che dovranno essere “indenni da determinate patologie e sottoposti a profilassi particolari”. Un problema di sanità pubblica, osserviamo, potrebbero costituire tuttavia, a lungo andare, gli escrementi, anche se Coldiretti plaude alla “concimazione naturale delle aree verdi”.
Mentre molti, temendo contatti con urina e palline di escrementi, continuano a chiedersi in quali ville e in quali parchi, sembra tramontata l’idea delle ville accarezzata dall’assessore Montanari a nome del sindaco. Almeno per ora.
Abbiamo parlato di:
Assessorato alla Sostenibilità Ambientale Scheda
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#AssessoreRisponde – 16 maggio 2018 Video
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