ONE VET: l’unguento che cura i cavalli con gli oli naturali

ONE VET lunguento che cura i cavalli con gli oli naturali
di Stefania Elena Carnemolla

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L’erba di San Giovanni ha salvato Championesse d’Or, una cavalla del 4° Rgt Carabinieri a Cavallo: l’erba di San Giovanni e l’albero del Neem. La guarigione è arrivata dalla natura, non dai ferri di un’operazione chirurgica, grazie a una composizione naturale biocida con proprietà cicatrizzanti e repellenti per la cura delle ferite esterne di ogni estensione e natura. Uno spray miracoloso e Championesse d’Or, che s’era accidentalmente ferita, riportando un’esposizione dell’osso di uno stinco e del tendine estensore anteriore, dopo cinque mesi – qui il video del suo primo allenamento a cinque mesi dall’infortunio – è guarita. Solitamente lesioni come quelle di Championesse d’Or – cavalla di razza Sella Italiano – complicate dall’insorgere di reazione cheloide sono lunghe e costose da curare. Nel cavallo, infatti, le ferite con reazione cheloide hanno tempi di cicatrizzazione complessi molto spesso con “scadente qualità della cicatrice finale”. 

Cos’è il cheloide? Conosciuto anche come fibroplasia, è la formazione di granulazione esuberante, simile a quella della pelle umana, e che nei cavalli, congiuntamente alla contaminazione e infezione della ferita – complesse quelle agli arti meno quelle che colpiscono il tronco – costituiscono l’aspetto più spinoso della gestione delle ferite equine. Ad oggi c’è chi sosteneva, come migliore terapia, la resezione chirurgica del tessuto esuberante. E applicazioni topiche di corticosteroidi e agenti caustici? Tassativamente vietate.

La soluzione, grazie a un unguento naturale, frutto della ricerca ENEA, era nel felice connubio fra olio di iperico rosso (Oleum Hyperici) e olio di Neem (Oleum Azadirachtae) e che ha guarito Champoniesse d’Or, che la sera del 29 maggio era a Piazza di Siena al Carosello dei Carabinieri, che, come da tradizione, chiude il Concorso Ippico di Roma, e che, grazie al rapido recupero, il 6 giugno parteciperà alla festa della  Arma dei Carabinieri: “Quella di Championesse d’Or è un’esperienza emblematica della capacità terapeutica del brevetto ENEA”, così Marco Argentieri, colonnello veterinario responsabile dell’Infermeria Quadrupedi del 4° Rgt Carabinieri a Cavallo. “Si tratta di una innovazione assoluta che ha consentito la guarigione di una cinquantina di cavalli. Championesse si è ferita il 23 settembre 2015, il 28 febbraio è guarita completamente, alla fine di gennaio ha ripreso gli allenamenti leggeri di riabilitazione e ai primi di aprile è tornata a pieno titolo ad allenarsi con gli altri 48 cavalli grigi e 48 cavalli di colore del Carosello”.

L’unguento per uso veterinario per applicazione topica per la cura delle ferite si chiama ONE VET, mentre quello per uso umano, in commercio come 1 Primary Wound Dressing, si è dimostrato efficace nella cura di ferite croniche come ulcere, ulcere vascolari o piede diabetico, lesioni acute, anche da trauma, ustioni e amputazioni, anche pediatriche. Il medicamento, in origine MIX 557, nato nei laboratori del Centro Ricerche Casaccia dell’ENEA, è un fitoderivato in formulazione spray contenente estratti oleosi secondo una miscela al 50% di estratto oleoso di Hypericum perforatum L. e al 50% di Azadirachta indica A. Juss e brevettato nel 2004 da Enea come “composizione fitoterapica con effetti cicatrizzanti biocida e repellente per la cura e la risoluzione delle lesioni esterne di qualunque estensione e natura”.

“L’unguento brevettato dall’ENEA è basato su una particolare composizione di iperico e olio di Neem ed è l’unico a livello mondiale in grado di controllare il cheloide, una patologia di difficile guarigione, tipica delle ferite equine”, così Fiorella Carnevali, medico veterinario ENEA che con Stephen Andrew van Der Esch, biologo ENEA, ha inventato l’unguento, frutto della “ricerca continua” sulle “potenzialità delle sostanze naturali”. Un ritrovato che, in un’unica soluzione, grazie alle sue proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, disidratative e lenitive, assorbe diverse funzioni. Un mix all in one, il primo del suo genere, che, spiega Fiorella Carnevali, “può sostituire disinfettanti, antibiotici e antinfiammatori dal momento del trauma, fino alla guarigione completa”.

La composizione fitoterapica, che ha fatto registrare risultati interessanti anche per la cura di caprini, ovini, alpaca, cani e gatti, grazie al suo effetto “repellente e biocida” tiene, infatti, lontani mosche, mosconi, moscerini, zanzare, tafani e altri insetti, ostacolandone la deposizione delle uova sulle ferite e lo sviluppo delle larve. Il medicamento si è dimostrato efficace anche per la cura di gravi lesioni di alcune tartarughe marine – uno studio, frutto della collaborazione fra ricercatori ENEA e del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari, pubblicato come Management of severe head injury with brain exposure in three loggerhead sea turtles Caretta caretta sulla rivista Diseases of Aquatic Organisms.

La scelta delle due piante, vero segreto del medicamento – l’iperico, famoso come erba di San Giovanni, pianta originaria delle isole britanniche e oggi diffusa in tutto il mondo, e il Neem, come è conosciuta la Azadirachtaindica A. Juss, albero originario dell’India – non è casuale. “Sapevamo già gli effetti della pianta di Neem, usata da circa tremila anni nella medicina tradizionale indiana e successivamente diffusa in tutti i paesi tropicali dagli indiani al seguito degli inglesi al tempo delle colonie, una pianta che veniva applicata sulle ferite per allontanare gli insetti”, così Fiorella Carnevali. “E sapevamo anche che l’iperico era anticamente conosciuto per la cicatrizzazione delle piaghe. Il preparato, da un lato forma una barriera trasparente che evita l’attacco dei germi sulla superficie lesa, che è una delle cause di morte in caso di grandi ustioni, e dall’altro aiuta la ricomposizione in tempi rapidi del tessuto di granulazione dalla qualità del quale dipenderà la guarigione con esito migliore anche sulle cicatrici”.

Nel 2013, a Brescia, al congresso della Società Italiana delle Scienze Veterinarie, i ricercatori ENEA hanno presentato, coadiuvati da immagini, lo studio Guarigione per seconda intenzione delle ferite del cavallo con reazione cheloide utilizzando un wound dressing: Studio retrospettivo non controllato, presentando i risultati di una ricerca condotta in collaborazione con l’Ospedale Veterinario Militare di Montelibretti, l’Infermeria Veterinaria del 4° Rgt Carabinieri a Cavallo, il Servizio Veterinario del Reggimento Corazzieri, presso il Quirinale. Obiettivo dello studio, la valutazione dell’efficacia terapeutica del dispositivo medico con brevetto ENEA ONE VET sulle ferite traumatiche localizzate nelle parti distali degli arti con tendenza a sviluppare reazione cheloidea. Venticinque gli animali trattati – undici castrati, dodici maschi, una femmina e un puledro – con la miscela di fitoterapici. 

Quali le conclusioni dello studio? Che i 25 casi di “cheloide conclamato” curati con l’unguento avevano dimostrato che il “protocollo di trattamento” con il medicamento ONE VET consentiva di “far regredire il cheloide” e “ottenere una elevata qualità della cicatrice” in particolare se associato, durante tutto il decorso, con “bendaggio permanente semi-occlusivo”. I risultati della ricerca sul trattamento di questo tipo di ferite sono stati pubblicati sul Journal of Animal and Veterinary Sciences come Managing Horse Wounds Either Presenting or not with Exuberant Granulation Tissue Using an Innovative Wound Dressing: A Retrospective Non-Controlled Study quindi come Gestione delle ferite con cheloide (tessuto di granulazione esuberante) del cavallo utilizzando una medicazione primaria di origine vegetale: studio retrospettivo, non controllato (e in versione inglese) sul prestigioso Giornale di Medicina Militare del Ministero della Difesa.

 

Abbiamo parlato di:

Championesse d’Or Video

4° Rgt Carabinieri a Cavallo Scheda

Enea Website Twitter Facebook

Piazza di Siena Website Facebook

Carosello dei Carabinieri Scheda

Arma dei Carabinieri Website Twitter Instagram

Dipartimento di Medicina Veterinaria – Università di Bari Website

Management of severe head injury with brain exposure in three loggerhead sea turtles Caretta caretta Articolo

Società Italiana delle Scienze Veterinarie Website

Guarigione per seconda intenzione delle ferite del cavallo con reazione cheloide utilizzando un wound dressing: Studio retrospettivo non controllato Relazione LXVII Congresso Nazionale S.I.S.VET

Reggimento Corazzieri – Palazzo del Quirinale Website

Palazzo del Quirinale Website Twitter

Managing Horse Wounds Either Presenting or not with Exuberant Granulation Tissue Using an Innovative Wound Dressing: A Retrospective Non-Controlled Study  Articolo

Gestione delle ferite con cheloide (tessuto di granulazione esuberante) del cavallo utilizzando una medicazione primaria di origine vegetale: studio retrospettivo, non controllato Articolo

Giornale di Medicina Militare Website

Ministero della Difesa Website Twitter Facebook

 

31/05/2016
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