Omeopatia, funziona davvero? I rischi del fai-da-te e l’illusione che possa curare Covid-19, tumori e Aids
ll veleno dello scorpione cubano contro i tumori, la falsa scienza del governo indiano, gli scandali sanitari in Africa, il proliferare di santoni e presunti esperti, i pericoli del web, i conflitti d’interesse dell’Oms
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“Mio padre mi ha chiesto di non vaccinarmi contro il Covid-19” ci ha confessato la figlia di un medico omeopata. “E se mi ammalo, mi ha assicurato che posso guarire con l’omeopatia”. Pochi giorni dopo, così la cronaca, è morto un medico contrario al vaccino e che, ammalatosi di Covid-19, aveva deciso di curarsi in casa con prodotti omeopatici.
LEGGE DEI SIMILI
Cos’è l’omeopatia? È una “dottrina medica”, fondata nell’Ottocento dal tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann, che si basa sulla legge dei simili, un concetto ben illustrato dalla Treccani: “L’omeopatia rivolge l’attenzione diagnostica e le strategie terapeutiche essenzialmente sulla sintomatologia, come, del resto, in gran parte avveniva anche in seno alla medicina tradizionale del tempo, da Hahnemann chiamata allopatia. Ma, mentre questa mirava, in base al principio dei contrari, di derivazione galenica, a combattere i fenomeni morbosi con i rimedi rivolti a sopprimerli (contraria contrariis curantur), Hahnemann elaborò una strategia terapeutica opposta, basata sul principio dei simili, sintetizzato nell’aforisma similia similibus curantur. Hahnemann asseriva che i vari medicamenti in uso, somministrati a dosi elevate a persone sane, provocano i sintomi caratteristici di determinate malattie che possono essere curate con dosi infinitesimali del medesimo farmaco. Egli formulò altri due ‘principi’ basilari dell’omeopatia: l’efficacia di un medicamento, attraverso diluizioni progressive, anziché affievolirsi e svanire, man mano aumenta; questo paradossale rinforzo dell’effetto terapeutico sarebbe ulteriormente accresciuto sottoponendo le varie soluzioni a energici scuotimenti manuali (fenomeno indicato come dinamizzazione). Tale tripode concettuale (principio dei simili, principio delle diluizioni infinitesimali, dinamizzazione) si configura come il cardine di ogni indirizzo terapeutico omeopatico”.
L’efficacia del metodo omeopatico, spiega la Treccani, in realtà non è mai stata dimostrata in “maniera scientifica e rigorosa applicando i metodi della sperimentazione clinica”, un’efficacia, che in alcuni casi, questa una delle critiche mosse dalla medicina convenzionale, potrebbe essere qualcosa di simile all’effetto placebo, basato sulla forza di suggestione.
SCELTE ALTERNATIVE
Insieme ad agopuntura, chiropratica, fitoterapia, medicina ayurvedica, medicina antroposofica, medicina tradizionale cinese, omotossicologia, osteopatia, l’omeopatia è annoverata fra le medicine e pratiche non convenzionali. Definita nel 2002, in Italia, atto medico, sull’omeopatia è stata, quindi, fatta marcia indietro, una storia ricostruita in una analisi dello Istituto Mario Negri di Milano, dove si spiega anche perché, nonostante i legislatori europei, quelli omeopatici più che farmaci, dovrebbero essere chiamati prodotti o preparati.
Perché molti optano per l’omeopatia? La scelta, è stato osservato, è dovuta a diverse ragioni: curarsi senza complicazioni burocratiche, la delusione per non essere guariti con la medicina convenzionale, l’allergia ai classici farmaci. Ci sono, quindi, quelli che scelgono i prodotti omeopatici in quanto “naturali” e che, proprio perché naturali, secondo un diffuso modo di sentire, sarebbero sicuri. In realtà, spiega lo Istituto Superiore di Sanità, il concetto che i prodotti naturali – d’erboristeria, integratori, fitoterapici, omeopatici, eccetera – siano sicuri per definizione è “sbagliato”, questo perché anche questi prodotti possono provocare effetti collaterali o reazioni allergiche o interagire con i farmaci. Inoltre, la salute può essere messa a rischio se le terapie a base di questi prodotti vengono “consigliate o prescritte in modo non appropriato o senza la dovuta competenza”. L’Istituto Superiore della Sanità ha, ad esempio, ideato VigiErbe, una piattaforma per la segnalazione delle reazioni avverse a causa dell’assunzione di integratori alimentari, vitamine, probiotici, prodotti erboristici, tisane, omeopatici, prepazioni galeniche ufficiali o magistrali, preparati della medicina tradizionale cinese e di quella ayurvedica.
INGREDIENTI
Quali sono gli ingredienti utilizzati nell’omeopatia? La materia prima può essere di origine vegetale, chimica/minerale, animale/ biologica. I materiali di origine biologica, spiega la dottoressa Biancamaria Bruno della Agenzia Italiana del Farmaco, possono essere di origine umana come linee cellulari, tessuti o fluidi sani, materiali o lesioni infette e di origine animale come animali interi, tessuti, secrezioni, tossine, tessuti e estratti (nosodi) da tessuti patologici o sani, emoderivati, parassiti, linee cellulari. Fra gli altri materiali di origine biologica ci sono microrganismi come batteri, virus, funghi microscopici, parassiti di piante.
In Italia l’esercizio dell’omeopatia è riservato ai medici chirurghi, odontoiatri, veterinari abilitati all’esercizio della professione, iscritti ai relativi ordini professionali e che abbiano conseguito il diploma presso una scuola di medicina omeopatica hahnemanniana. Gli omeopatici possono essere prescritti dal medico o consigliati dal farmacista e sono acquistabili unicamente attraverso farmacie e parafarmacie autorizzate, dove è possibile trovarli in forma di granuli, gocce, soluzion orali, globuli, tinture madri, sciroppo, compresse, colliri, creme, soluzioni iniettabili.
OMEOPATIA E COVID-19
Con l’arrivo della pandemia l’omeopatia è stata vista come una soluzione, spingendo, in particolare, l’e-commerce farmaceutico, con l’acquisto di omeopatici online. “Il rovescio della medaglia” ha commentato Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese “è la mancanza di un consiglio da parte del farmacista”. Acquisti fai-da-te, con gli utenti-compratori che prima s’informano sui social network, che loro considerano, oltre ad amici e conoscenti, le migliori fonti di informazione sulla salute. Ed è proprio sui social network che domina l’idea che l’infezione da Sars-CoV-2 possa essere curata o si possa prevenire con l’omeopatia. In realtà, com’è stato spiegato, non esistono studi dalla solida base scientifica che dimostrino l’efficacia dell’omeopatia o di altre medicine non convenzionali nella prevenzione o cura del Covid-19.
Ci crede, invece, lo Ayush, il ministero dell’ayurveda, yoga, naturopatia, unani, siddha, sowa-rigpa, omeopatia del governo indiano. L’Ayush, istituito nel 2014 per valorizzare la medicina basata sui modelli sanitari indigeni, s’è detto convinto di poter combattere il Covid-19 con l’omeopatia, nonché con yoga, siddha, ayurveda, unani, raccomandando anche di cucinare speziato, utilizzando tumerico, cumino, coriandolo, nonché a base di aglio. Quella dell’aglio contro il virus fu uno dei primi falsi miti ad essere smentito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, così come quelli sull’olio di sesamo, cocaina, urina dei bambini. In India, viceversa, ci credono ancora, così come nei Balcani e nell’Est Europa. Promuovendo l’omeopatia come strumento contro il Covid-19, l’Ayush, per dare corpo e sostanza alle proprie tesi, ne ha celebrato, senza fornire alcuna prova scientifica, l’utilizzo durante le epidemie di colera, Spagnola, febbre gialla, scarlattina, tifo, difterite. Né è un caso che il ministero indiano sia da tempo nell’occhio del ciclone per la tendenza a pubblicare su riviste predatorie – riviste che si fanno pagare e che non seguono la regola della peer review - nonché per aver sviluppato, promosso, commercializzato finti farmaci e aver trattato, ispirandosi alla medicina indiana, malattie come dengue, chikunguya, influenza suina, asma, autismo, diabete, malaria, Aids, cancro. Il ministero indiano ci riprova ora con l’attuale pandemia, consigliando contro il Covid-19 diversi rimedi omeopatici fra l’Arsenicum album, il triossido di arsenico o arsenico bianco, utilizzato come omeopatico perché agisca sul sistema nervoso, apparato digerente e quello respiratorio - caratteristica dell’arsenico bianco, è stato spiegato, è una “sensazione di bruciore come provocata da aghi arroventati o da carboni ardenti”.
Non solo India, tempo fa un quotidiano di Milano annunciò, con enfasi, che in Texas era stato scoperto un rimedio omeopatico contro il tumore al seno, mentre da lì a poco un quotidiano di Torino avrebbe celebrato le bistecche sicure, esaltando l’impiego dell’omeopatia sugli animali di allevamento, senza precisare che in veterinaria l’utilizzo dei rimedi omeopatici su bovini, pollame, suini è ancora oggi controverso.
VELENO DI SCORPIONE
Si chiama Rhoplaorus junceus ed è un raro scorpione blu presente solo a Cuba e il cui veleno, considerato, a torto, prodigioso, viene utilizzato contro i tumori. La sua fama recente si deve a Misael Bordier Chibas, un biologo cubano che negli anni Ottanta, mentre conduceva esperimenti con le tossine animali, scoprì che il veleno dello scorpione diminuiva la dimensione dei tumori di alcune cavie, pubblicando da lì a poco il lavoro Los venenos de alacranes: algo más que una alternativa para los tratamientos de cáncer. Il biologo cubano, in realtà, non aveva fatto altro che rinverdire un rimedio dei nativi cubani e conosciuto anche nell’antico Egitto, India, Pakistan, Corea, Cina, Vietnam, Brasile, mentre a partire dal XV secolo nella farmacopea della penisola iberica l’olio di scorpione, ottenuto facendo bollire scorpioni immersi in olio di oliva, sarebbe divenuto uno dei rimedi contro il mal de piedra, i calcoli.
Nel 1993, ha raccontato Joe Schwarcz della McGill University, un cubano, la cui figlia soffriva di tumore al pancreas, dopo essere venuto a conoscenza della storia del veleno di scorpione, avvicinò Misael Bordier Chibas, che, quindi, acconsentì a somministrare alla giovane veleno di scorpione mescolato ad acqua distillata. A garantire dell’efficacia e sicurezza del veleno di scorpione ha raccontato Joe Schwarcz, sarebbe stata Labiofam, la società farmaceutica statale di Cuba, la quale, per provocare il rilascio del veleno, avrebbe iniziato a sottoporre gli scorpioni ad elettroshock, per poi distribuire il veleno fra chiunque fosse stato disposto a firmare un modulo di consenso informato. Davanti alla crescente richiesta di veleno di scorpione, ha raccontato Joe Schwarcz, Labiofam avrebbe, quindi, deciso di produrre una versione omeopatica del veleno, poi venduta ai cubani per 4 centesimi e agli stranieri per 220 dollari.
Il preparato omeopatico al veleno di scorpione si chiama VidatoX 30CH - che altri indicano anche come Vidatox C30 - e che sui social viene pubblicizzato, oltre che contro i tumori, anche per la cura di fibriomialgia, sindrome da stanchezza cronica, emicrania da cervicale, dolori osteo-articolari. Dopo averlo registrato nel 2011 come farmaco presso il Centro para el Control Estatal de Medicamentos, Equipos y Dispositivos Médicos, la Labiofam avrebbe stretto un accordo con l’azienda albanese Pharma Matrix per la commercializzazione del preparato, da vendere ion Europa come antitumorale.
Perché proprio l’Albania? Lo spiega un articolo delle ricercatrici Giuseppina Multari, Francesca Romana Gallo, Carla Fiorentini pubblicato nel novembre 2011 sul Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità: “La scelta dell’Albania è legata al fatto che non essendo essa ancora un Paese dell’Unione Europea (UE), la sua legislazione è meno rigorosa e permette di fare entrare e commercializzare farmaci provenienti da Stati con sistema regolatorio di registrazione dei farmaci differente da quello comunitario. In Albania è possibile anche la vendita di preparati denominati Vidatox C-30 prodotti in paesi quali Cina e India, la cui composizione e qualità sono tutte da accertare. Il ‘protocollo Vidatox’ di somministrazione del prodotto ideato dalla ditta Labiofam, tramite la Pharma-Matrix, avrebbe la possibilità di essere applicato, a pagamento, a pazienti italiani malati di tumore presso un poliambulatorio della Repubblica di San Marino. Il poliambulatorio si approvvigionerebbe del Vidatox C-30, proveniente dall’Albania, che passerebbe illegalmente attraverso la frontiera non essendo autorizzato dalla UE. A Bari, nel settembre 2011, la guardia di finanza ha fermato il passaggio di 200 flaconi di Vidatox C-30, ritenuti illegali per la normativa vigente in Italia”.
L’articolo racconta anche il caso di un paziente affetto da linfoma di Hodgkin e colpito da disturbi gastrici e circolatori dopo aver assunto un “prodotto omeopatico, vantante una composizione a base di alcuni peptidi costituenti la tossina dello scorpione in soluzione alcolica”. Nel 2011 sarebbero iniziati i primi viaggi dall’Italia verso l’Albania per procurarsi il preparato, pagando dagli 80 ai 150 euro a confezione. “Non è un farmaco, è un preparato distribuito abusivamente che non è stato approvato da nessuna agenzia regolatoria internazionale” dirà Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri. Sul rimedio omeopatico a base di veleno di scorpione il Ministero della Salute avrebbe chiesto un parere all’Istituto Superiore di Sanità, che avrebbe bocciato il rimedio. Il caso sarebbe approdato anche in Senato, dove sarebbe stata avviata una Indagine conoscitiva sulle problematiche del prodotto Vidatox-C30, noto anche come Escozul. Il 31 luglio 2012 sarebbe stato, ad esempio, ascoltato – qui il testo dell’audizione - il Generale di Brigata Cosimo Piccinno, allora comandante dei Nas, che avrebbe fornito notizie sulle indagini circa il prodotto, da Cuba all’Albania, passando per l’Italia e San Marino. Ancora oggi il rimedio omeopatico al veleno di scorpione è commercializzato in Albania, con la Klinika Kubane che lo promuove come prodotto per la cura del tumore della cervice uterina. Il veleno dello scorpione cubano, in realtà, non è un’arma contro i tumori, così come non lo sono il bicarbonato di sodio e le tisane ayurvediche.
SCANDALI AFRICANI
Nel 2009 scoppiò il caso di una lettera aperta di Voice of Young Science, network di giovani scienziati, alla Organizzazione Mondiale della Sanità, chiedendole di condannare pubblicamente la promozione dell’omeopatia per il trattamento di tubercolosi, diarrea infantile, influenza, malaria, Aids. Quelli di noi” si legge nella lettera “che lavorano con le persone delle zone più rurali e povere del mondo già lottano per portare le cure mediche necessarie. Quando l’omeopatia sostituisce un trattamento efficace, si perdono vite”. Nella lettera si elencano alcuni casi delle cure convenzionali sostituite dall’omeopatia: “In Kenya, il più grande fornitore di omeopatici, la Abha Light Foundation, vende medicinali omeopatici per malaria, diarrea e influenza. Attualmente gestisce 20 centri sanitari, 25 cliniche mobili e cinque cliniche per l’HIV/AIDS. In Tanzania, Jeremy Sherr e Sigsbert Rwegasira gestiscono tre cliniche omeopatiche e affermano di avere il sostegno del governo per la creazione di una scuola di omeopatia. Rwegasira afferma di trattare ‘non meno di 100 malati di malaria al giorno’. Secondo il materiale promozionale di Sherr, ‘solo la medicina convenzionale fornisce un aiuto temporaneo, spesso a caro prezzo e con molti effetti collaterali gravi”. In Etiopia, l’Amma Resonance Healing Foundation, gestita da Peter Chappell, si offre di curare i pazienti con l’Aids con ‘guarigione per risonanza sotto forma di omeopatia”, come alternativa ideale e complemento per il trattamento dell'HIV/AIDS nei paesi in via di sviluppo’ a causa dei ‘costi molto bassi di produzione del rimedio e perché ‘non ha effetti collaterali’. In Ghana, il Senya/Tamale Homeopathy Project tratta i pazienti affetti da malaria con l’omeopatia. In Botswana, il Maun Homeopathy Project offre cure omeopatiche in diverse località e cliniche mobili per i disturbi legati all’HIV come herpes e diarrea ‘per quelle persone che sono HIV positive ma che non assumono farmaci antiretrovirali”.
La risposta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbe arrivata attraverso suoi rappresentanti come Mario Raviglione, Mukund Uplekar, Teguest Guerma, Joe Martines (a nome di Elizabeth Mason), con la dichiarazione che l’omeopatia non era una cura e con la raccomandazione che non finisse con il sostituire le terapie convenzionali per il trattamento di malattie gravi o mortali come tubercolosi, diarrea infantile, influenza, malaria, Aids .
CONFLITTO DI INTERESSI
Nel 2013 l’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicò il documento WHO Traditional Medicine Strategy 2014-2023, negando quanto sostenuto tempo prima e invitando gli Stati membri a rafforzare il ruolo delle medicine tradizionali e complementari, fra cui l’omeopatia, per garantire la salute della popolazione. Un documento frutto di conflitto di interessi, giacché finanziato dalla Repubblica Popolare Cinese e realizzato in collaborazione con il governo di Hong Kong, Pechino e il centro Oms per la medicina tradizionale di Hong Kong, tutte realtà con interessi nelle medicine e pratiche non convenzionali.
Un documento sottoscritto dalla cinese Margaret Chan, allora a capo dell’Organizzazione Mondiale Sanità e ancor prima in forze al Dipartimento della Salute di Hong Kong, un ruolo che le aveva attirato non poche critiche per la sua gestione dell’influenza aviaria e della Sars, mentre una volta a Ginevra sarebbe diventata famosa per le sue spese di viaggio, come ricostruito da una inchiesta di Maria Cheng della Associated Press, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità che avrebbe speso 201 milioni di dollari per le sole spese di viaggio, hotel di lusso inclusi, di Margaret Chan contro i 70,5 milioni di dollari contro l’epatite, i 61 milioni contro la malaria, i 23 milioni contro le malattie mentali e l’abuso di sostanze, i 59 milioni contro la tubercolosi.
ABBIAMO PARLATO DI
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L’omeopatia non è una scienza: le prove della sua inefficacia Articolo
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Indagine conoscitiva sulle problematiche del prodotto Vidatox-C30, noto anche come Escozul Scheda
Audizione del Generale di Brigata Cosimo Piccinno Testo
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