Natale, italiani meno interessati ai regali e più attenti a cibo e sprechi
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Roma, 14 dic. - (AdnKronos) - Un Natale nel segno della sobrietà. Ci sono meno aspettative per i regali e più attenzione al cibo buono che è sinonimo di Natale per un italiano su 5. Ma c’è anche molta attenzione a non sprecarlo per un intervistato su 4 (il 25%). I dati arrivano dall’Osservatorio Waste Watcher, di Last Minute Market. In particolare, scende la percentuale degli estimatori della festa, dal 31 al 27%, e aumenta chi considera il Natale un momento di ‘finzione’: uno su 5 degli intervistati. Ma cosa sprecano o cosa ritengono di sprecare gli italiani a Natale? Denaro, soprattutto (44%) e poi cibo (42%). Carta e imballaggi per il 12%. Le campagne di sensibilizzazione avviate stanno raccogliendo alcuni frutti: il 45% degli italiani vive lo spreco come un “problema”. La percentuale di chi insegna ai figli a non sprecare, in un anno è passato dal 62% al 78%, indice di un'attenzione cresciuta che si vuole tramandare come bagaglio 'culturale' alle prossime generazioni. Ma in materia di spreco il dato al quale dobbiamo prestare maggiore attenzione è quello domestico che in Italia rappresenta il 75% circa dello spreco di cibo complessivo. Eppure solo un italiano su 4 riconosce nello spreco domestico la vera voragine, laddove le 'colpe' sono date frettolosamente alla distribuzione, alla ristorazione o alla filiera. Ed è proprio sul tema dello spreco alimentare il nuovo ebook del fondatore del movimento “Spreco zero”, l’agroeconomista Andrea Segrè che esce domani Fondazione Feltrinelli. I saggio “Spreco alimentare, dal recupero alla prevenzione” è stato scritto a quattro mani con il ricercatore Paolo Azzurro e ricostruisce come si è arrivati in Italia alla legge 166/2016 sugli sprechi alimentari. Lo spreco domestico del cibo incide per ben oltre metà dello spreco complessivo di filiera in Italia e in Europa. Ogni anno, infatti, nella UE-28 vengono gettate via circa 88 milioni di tonnellate di alimenti, pari a circa 173 kg per persona e al 20% dell’intera produzione alimentare Europea; i costi associati sono pari a circa 143 miliardi di euro, due terzi dei quali sono imputabili agli alimenti gettati a livello domestico, circa 98 miliardi di euro (dati Fusions 2016). In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, lo spreco complessivo ammonta a ca 16 miliardi di euro, ovvero l’1% del Pil. Un monitoraggio questo che diventerà adesso sistematico grazie ai 'Diari di Famiglia', l’esperimento lanciato proprio da Andrea Segrè attraverso la campagna Spreco Zero, realizzato adesso nell’ambito del progetto Reduce promosso da Ministero dell’Ambiente e Università di Bologna – Distal, con l’Osservatorio Waste Watcher. Dal 23 gennaio 2017, dunque, 400 famiglie di tutta Italia (secondo un campione statistico) si sottoporranno a questo test per una settimana, con indicazione dettagliata del cibo sprecato per tipologia e quantità, e con il cosiddetto “waste sorting”, ovvero il controllo incrociato nelle loro pattumiere, per verificare che le annotazioni siano veritiere. Si arriverà così a quantificare in modo scientifico lo spreco alimentare domestico in Italia, al di là di qualsiasi ‘sondaggio’ e percezione.