Planet or Plastic? A Bologna la mostra sulle plastiche disperse in acqua

Leggi più veloce

La plastica, forse, è per sempre. Durante le ultime vacanze estive tutti abbiamo notato pezzi più o meno piccoli di rifiuti plastici in mare o in spiaggia, un problema gigantesco che attanaglia sia le forme di vita acquatica sia l’uomo stesso, considerando che le microplastiche arrivano sulle tavole attraverso i pesci che se ne cibano.
Si stima che siano 9 milioni le tonnellate di spazzatura in plastica che ogni anno finiscono negli oceani: dai tappi alle bottiglie, dai flaconi alle posate, dai bastoncini cotonati ai sacchetti, dai pezzi delle reti da pesca alle etichette, solo per accennare ai rifiuti di dimensioni contenute.

La mostra Planet or Plastica

Per sensibilizzare il pubblico ed evidenziare che proprio le nostre azioni quotidiane possono fare la differenza, fino al 22 settembre 2019 a Bologna va in scena Planet or Plastic, la mostra organizzata dal National Geographic Italia con il supporto di BASF Italia.
Nel suggestivo complesso museale di Santa Maria della Vita sono esposte una selezione di 40 immagini, scattate da famosi reporter del National Geographic, a cui si alternano le creazioni di Mandy Barker, pluripremiata artista britannica, che da anni indaga sugli effetti devastanti della plastica. Ad aprire la mostra è una sua opera: Soup 500+, una sorta di ruota colorata che da lontano sembra un’allegra creazione, ma da vicino si mostra per ciò che è, ovvero un insieme ordinato di 500 pezzi di plastica che gli scienziati hanno ritrovato nell’apparato digerente di un pulcino di albatros morto nel vortice del Pacifico settentrionale, la regione degli oceani con la più alta concentrazione di detriti plastici; qui i piccoli albatros nutriti con plastica muoiono di fame, con il ventre pieno di piccoli oggetti che i loro genitori scambiano per cibo.
Altrettanto impattanti lo scatto all’opera realizzata con 769 palloni raccolti in 144 spiagge di 41 Paesi del mondo da una rete di volontari in soli 4 mesi e la foto all’opera con lenze scartate che hanno formato palline simili a nidi, a causa delle maree e dei movimenti oceanici.


Le foto dei reporter del National Geographic immortalano la stessa drammatica situazione. Ad esempio, non lascia indifferenti la cicogna intrappolata in un sacchetto che il fotografo è riuscito a liberare e dunque a salvare, oppure la tartaruga marina impigliata in una vecchia rete da pesca in plastica al largo della Spagna, che sarebbe morta se il fotografo non l’avesse liberata. E ancora, il paguro eremita che usa un tappo di plastica per proteggere il suo addome molle, la piccola acacia coperta di sacchetti usa e gatta abbandonati dai viaggiatori, il cavalluccio marino aggrappato a un bastoncino cotonato e via a seguire.

 

Riciclo e nuove soluzioni industriali

Sappiamo che su 100 oggetti di plastica, 9 vengono riciclati mentre 91 diventano rifiuto, di questi 12 vengono bruciati e 79 finiscono in mare. Ad aggravare il quadro ci sono i limiti tecnologici: si possono riciclare solo gli imballaggi in plastica, il resto dei rifiuti no, infatti è sbagliato gettare oggetti e manufatti nel cestino dedicato alla raccolta della plastica. Qualche esempio? Giocattoli, penne, ciabatte, mollette per capelli, anche se in plastica, vanno gettati nel cestino dell’indifferenziato, appunto perché non sono imballaggi.

La mostra bolognese è sponsorizzata da BASF, primo produttore di materie plastiche al mondo. La contraddizione è solo apparente, considerando che questa azienda ha preso di coscienza del problema e sta agendo su più livelli, mettendo in campo una strategia integrata per un corretto uso e una corretta gestione della plastica.
Tra gli ultimi investimenti di cui beneficeremo tutti spiccano l’Alliance to End Plastic Waste e il ChemCycling.
BASF è tra i co-fondatori, insieme ad altre 30 aziende, di Alliance to End Plastic Waste e cioè un’alleanza internazionale per promuovere soluzioni che riducano ed eliminino i rifiuti plastici nell’ambiente, in particolar modo quelli presenti negli oceani. Sul piatto è stato messo oltre 1 miliardo di dollari con l’obiettivo di arrivare a 1,5 miliardi nei prossimi cinque anni per sviluppare e commercializzare soluzioni innovative capaci di ridurre al minimo i rifiuti plastici e di gestirli al meglio e nello stesso tempo promuovere soluzioni di riutilizzo della plastica in un’ottica di economia circolare.
Una misura importante per eliminare l’immissione incontrollata di materie plastiche nell’ambiente è la costruzione di “sistemi circolare” dove la plastica può essere raccolta e utilizzata come materia prima. E l’industria chimica gioca un ruolo chiave nell’innovazione e implementazione su larga scala dei processi per convertire i rifiuti della plastica in nuovi prodotti.
BASF sta portando avanti il ChemCycling, un innovativo progetto di riciclo chimico che permette di riutilizzare i rifiuti di plastica destinati alla discarica o all’inceneritore, inclusa quella mista o sporca/contaminata.
Sfruttando i processi termochimici, queste materie plastiche possono essere convertite in gas di sintesi o oli da usare poi come materie prime nella produzione, riducendo così in parte l’uso di fonti fossili di nuova estrazione. Un progetto pilota è stato avviato nella sede BASF a Ludwigshafen, in Germania: se adottato su larga scala permetterebbe di riciclare il 50% dei rifiuti di plastica entro il 2030 e la quota di riciclo chimico potrebbe aumentare dall’attuale 1% al 17% circa che equivarrebbe a riciclare circa 74 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica.

Cosa puoi fare tu

-La plastica deve essere ridotta. Ciascun consumatore può preferire prodotti con imballaggi a ridotto o nullo contenuto di plastica e riciclare il più possibile prima di destinare l’imballaggio al cestino della spazzatura. Ad esempio, le vaschette di gelato, molto usate durante il periodo estivo, possono essere usate come contenitori per alimenti a costo zero.

-L’usa e getta andrebbe abolito ogni volta che è possibile. Ad esempio, no alle bottigliette in plastica di acqua sì alle borracce, no ai sacchetti sì alle sporte, no alle cannucce e così via.

-Attenzione alla raccolta differenziata. In casa, in ufficio o a passeggio nel cestino della plastica possiamo conferire solo tutto ciò che è imballaggio, oggetti e manufatti in plastica vanno nella raccolta indifferenziata. La bioplastica, invece, va destinata al cestino dell’organico, metterla nella plastica compromette la qualità del riciclo.

 

Abbiamo parlato di:

Planet or Plastic: website 
Basf: website Facebook Instagram Twitter

21/08/2019
logo tiscali tv