Menopausa, le terapie e i rimedi per combattere le vampate di calore e il lievitare del girovita

Fitoestrogeni, terapia ormonale sostitutiva e cibi ricchi di particolari sostanze sono i migliori alleati per contrastare i sintomi classici legati alla menopausa, passaggio fisiologico che in alcuni casi crea problematiche lunghe da superare

di Anna Simone

Tagliare le calorie nel piatto e assumere integratori a base di soia non basta. “Gli effetti collaterali” della menopausa hanno bisogno di terapie e rimedi a tuttotondo, capaci di alleviare i disturbi e nello stesso tempo salvaguardare la salute della donna. Ne abbiamo parlato con un’esperta di alimentazione, per imparare ad associare gli alimenti e a mettere gli ormoni nel piatto.

Che cos’è la menopausa

Si ha la menopausa quando le ovaie non producono più follicoli ovarici, quindi termina la produzione di estrogeni e di conseguenza la donna smette di essere fertile. Questo passaggio fisiologico è un processo naturale, che sopraggiunge in media a 48-50 anni, anche se alcune cattive abitudini possono anticiparne l’età, ad esempio fumare, prediligere un’alimentazione ricca di grassi, bere molti alcolici e condurre una vita particolarmente stressante. La cessazione dell’attività ovarica e il relativo calo degli estrogeni può scatenare una serie di disturbi, più o meno intensi e fastidiosi. Tra quelli iniziali spiccano le vampate di calore, la sudorazione notturna, l’insonnia, la difficoltà di concentrazione, l’ansia, il calo della libido, la diminuzione del desiderio sessuale e l’aumento di peso, mentre tra sintomi tardivi compaiono l’atrofia vaginale, i dolori alle articolazioni e l’incontinenza.

Terapie

Di solito alla comparsa dei primi sintomi il ginecologo prescrive il dosaggio degli ormoni coinvolti: gli estrogeni e l’ormone follicolo-stimolante per stabilire se rientrano nel range della menopausa, che viene diagnosticata solo dopo 12 mesi consecutivi di assenza di ciclo mestruale.
Cosa fare per ridurre i fastidi legati alla menopausa? Non disperare: si può ricorrere alla terapia naturale che utilizza i fitoestrogeni, dall’azione simil-estrogenica; ad esempio, gli isoflavoni che derivano dalla soia, i cumestani che si trovano nel trifoglio rosso e nei germogli, i lignani presenti semi di lino e in alcuni cereali. Poi c’è la terapia ormonale sostitutiva, capace di contrastare in modo efficace i sintomi più fastidiosi della menopausa legati alla carenza estrogenica. Esistono più tipi di terapie ormonali sostitutive, il cerotto, la pillola e le terapie somministrabili per via vaginale, ma tutte sono controindicate se si è contratto un tumore al seno, all’utero o alle ovaie, oppure in donne con pregresse trombosi, embolie ed emicranie.

L’aiuto dalla fitoterapia

 “Vampate, tachicardia, ipertensione, irritabilità, disturbi del sonno, atrofia e secchezza vaginale, osteoporosi, aumento di peso e depositi di grasso - soprattutto a livello viscerale-, sono sintomi spiacevoli, in particolare gli ultimi due, considerando che compromettono l’autostima della donna, che vede lievitare il punto vita non riconoscendo più l’armonia del proprio corpo. Ciò comporta dei disagi psicologici e, dal punto di vista medico, un aumento del rischio cardiovascolare e delle malattie metaboliche”, spiega Alessia Manteca, biologa nutrizionista.
Ma non tutto è perduto. La fitoterapia, ad esempio, può essere un valido aiuto, purché non si ricorra ad autodiagnosi e autoprescrizioni, ma ci si rivolga al ginecologo o al medico di base, sia per personalizzare il dosaggio sia per individuare eventuali controindicazioni.

I dati più rilevanti riguardano l’uso dei fitoestrogeni presenti nella soia e nel trifoglio rosso. La prima è una pianta alimentare leguminosa, ampiamente coltivata per il suo fagiolo commestibile, che ha numerosi impieghi; la seconda è una pianta erbacea perenne, non alimentare e appartenente anch’essa alla famiglia delle leguminose. I fitoestrogeni, sostanze presenti in svariate piante, sono caratterizzati da attività e/o struttura analoga a quelle degli estrogeni prodotti dalla donna a livello ovarico o della placenta, quindi assumerli in menopausa aiuta. Nel gruppo dei fitoestrogeni rientrano diverse sostanze, anche se i più utilizzati sono gli isoflavoni, che si legano ai recettori degli estrogeni e in parte esplicano le carenze ormonali tipiche di questo periodo, alleviando i fastidiosi sintomi ad esso associati”, osserva Manteca.
Ad esempio, hanno effetti benefici sulle vampate di calore (dovute al cambiamento repentino della percezione della temperatura interna ed esterna del corpo) e sul sonno, quindi assumendoli migliora il benessere psicofisico.
“Sia per la soia sia per il trifoglio rosso la dose indicata dal ministero della Salute è di circa 80 mg al giorno. La soia, inoltre, ha effetti anche sulla riduzione di trigliceridi e dell’LDL, il famoso colesterolo cattivo. Attraverso l’azione della genesteina, isoflavone molto abbondante nella soia, aumenta la sintesi di ossido nitrico e quindi si previene l’ipertensione.
Un’altra erba officinale ottima in menopausa è la cimifuga, una pianta perenne diffusa in Nord America, che migliora le vampate e la sudorazione profusa, perché i suoi principi attivi modulano la termoregolazione.
Attenzione: in caso di pazienti in trattamento per carcinoma mammario e tumori ormono-dipendenti vanno fatte approfondite valutazioni prima di assumere i preparati sopra citati”, sottolinea Manteca

Cosa mettere nel piatto

Oltre alla fitoterapia, un valido aiuto può arrivare anche da ciò che si sceglie di portare a tavola. “Bisogna bilanciare i pasti e soprattutto fare scorta nel piatto di fitoestrogeni contenuti nella soia, nei cereali integrali, in alcuni vegetali come broccoli e cipolle, nei legumi e in alcuni semi. Non dimentichiamo, poi, le erbe aromatiche ricche di fenoli e composti terpenici con azione estrogeno-simile: anice, cumino, zenzero, rosmarino e salvia, con cui si possono arricchire i piatti. La salvia è usata di frequente in molte ricette, ricordo però che le sostanze funzionali sono assorbite solamente se essa è usata a fine cottura e non fresca, dove l’olio extra vergine di oliva e il calore rendono biodisponibili i fitoestrogeni”, commenta Manteca.

E se alle vampate si aggiunge il problema dell’insonnia, tipica anch’essa della menopausa? Alla sera non si dovranno sfidare i processi digestivi: evitare carne rossa, pesce grasso, formaggi stagionati e preferire la pasta con un contorno e una piccola porzione proteica. Inoltre, è bene alternare alla classica pasta altri cereali per diversificare e rendere più appetibili i piani alimentari. Orzo e miglio, ad esempio, sono molto digeribili, contengono melatonina, vitamina B1, vitamina E, silicio. Le zucchine sono verdure ricche di potassio e magnesio, adatte a ridurre la tensione muscolare e nervosa, i cavolfiori sono ricchi di calcio e bromuri e poi non dimentichiamo valeriana e songino. Dopo cena, o meglio ancora durante lo spuntino del pomeriggio, aiuta sgranocchiare qualche mandorla o pinolo in quanto ricchi di triptofano, magnesio e litio. “Sappiate che per aver meno problemi possibili in questa delicata fase della vita bisogna giocare d’anticipo e organizzarsi prima dei fatidici 50 anni, quando l’attività ovarica è fortemente ridotta e il metabolismo tracollato”, conclude Manteca.