Maria Capellini: arte ecologica nelle Cinque Terre
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“Sotto la galleria che porta alla spiaggia nuova di Vernazza ho rintracciato un ferro da stiro antico, di quelli che ancora si mettevano sulla cucina a scaldare. Ho pensato alla storia di quell’oggetto, anzi me la sono immaginata. Comprato da un marittimo sotto i portici di Piazza Caricamento a Genova come regalo alla madre, il ferro da stiro ha svolto dignitosamente il suo lavoro: ha stirato l’uniforme della prima guerra mondiale, l’abito scolastico di un bambino, la stola di un prete, la divisa da balilla, il completo nero di una vedova, la bandiera tricolore senza più lo scudo savoiardo, un fazzoletto rosso, un paio di jeans ed una maglietta del Parco delle Cinque Terre. In quel piccolo, modesto, arrugginito e malandato oggetto c’era, in fondo, la storia intera di un paese. Ma come tutte le vite che finiscono diventando ricordo, anche il ferro da stiro aveva concluso il suo ciclo.
Non aveva una tomba, una targa, una lapide, non aveva avuto la dignità di diventare storia, magari finendo in un banco di cose vecchie o antiquariato. Così Maria Capellini ha ridato dignità alle cose che erano sfuggite alle mensole, alle cantine, alle librerie. Solo che quella maledetta alluvione dell’ottobre 2011 non si è portata via soltanto gli oggetti – pezzi di fornelli, tavole, tazze, careghe, letti e comodini, persino televisori, portiere d’auto, insegne di negozi, – si è portata via anche delle vite umane lasciando una scia di irreversibile dolore inchiodato ora nella panchina di marmo o nei tavoli della piazza dove transitano i ricordi, le frasi dette, gli aneddoti su chi non c’è più tra uno stuolo e l’altro di turisti indifferenti”, così Marco Ferrari, scrittore, giornalista, autore televisivo presentando, tempo fa, l’opera di Maria Capellini, artista delle Cinque Terre diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Carrara, che in Liguria, quest’estate, prima a Genova al Galata Museo del Mare quindi al Castello Doria di Vernazza, è arrivata con la sua personale Ritagli di cielo, ritagli di mare curata dalla Galleria Vallardi di La Spezia.
Dopo l’alluvione del 25 ottobre 2011, che colpì la provincia di La Spezia e quella di Massa-Carrara, Maria Capellini fu tra gli artisti che a Vernazza dipinsero le porte di compensato a protezione dei fondi per lasciare al paese un arcobaleno di gioia e speranza. Ricca, la sua biografia artistica, tutta ispirata alla salvaguardia ambientale – riciclo, arte e tutela dell’ambiente – conferendo “dignità artistica” a oggetti e materiali destinati “all’abbandono e all’oblio”. Tavole, dipinti, sculture assemblando, in particolare portati dal mare, frammenti di ferro, fil di ferro, rame, piombo, plexiglass, polistirolo, sacchetti di plastica, lattine di alluminio, riciclando vecchi oggetti, utilizzando anche marmo, mappe cosmiche e carte nautiche, blisters, come quelli di Eros, scultura realizzata con un vecchio ventilatore, frammenti di ferro, fil di ferro e filo d’acciaio. Così come un vecchio ventilatore è quello di Nome scientifico borsetta borsetta, frutto dell’assemblaggio di frammenti di ferro e borse di nylon.
Le sculture e le tavole esposte in occasione degli eventi liguri sono state state realizzate con tecniche miste utilizzando in particolare i materiali raccolti sulla spiaggia di Vernazza dopo l’alluvione del 2011. Creazioni, con astri e costellazioni, sulla poesia del cielo, e quelle, con il richiamo al viaggio, nonché a creature vere o fantastiche, su quella del mare. Eventi artistici con, tuttavia, un percorso di “implicazioni simboliche e riflessioni personali” sul mondo di oggi: l’invasione della plastica nelle acque marine, l’acidificazione delle acque, la desertificazione, il disequilibrio nell’uso delle risorse del pianeta. Residui recuperati tornati a nuova vita, grazie al “garbo” e a “quella sensibilità tipicamente femminile” che “riesce a vedere energia, bellezza e fascino” dove “comunemente si scorge solo immondizia e degrado”.
Per maggiori informazioni
Maria Capellini Website
Galleria d’Arte Vallardi – La Spezia Website Facebook