Mare pulito, dietro le quinte delle Bandiere blu
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Le località marine fregiate delle Bandiere blu non possono vantare in automatico mare cristallino. A volte, ai primi posti della classifica finiscono anche i litorali dei Comuni senza adeguati impianti di depurazione. I conti non tornano. Dal punto di vista legale è tutto regolare, la questione è legata ai parametri di riferimento che cambiano da ente a ente.
Acque balneabili
Estate e tempo di bagni. Come sapere se nella località marina prescelta per le vacanze il mare è pulito? Ci sono vari strumenti, a iniziare dal Portale acque del Ministero della Salute, dedicato alla qualità delle acque. Per quanto riguarda quelle balneabili raccoglie i dati relativi alla balneabilità dei tratti di costa. C’è da sottolineare che sono balneabili le acque che non presentano inquinanti pericolosi per la salute umana (fioriture algali, cianobatteri, agenti chimici da inquinamento, microrganismi patogeni), ma questo non equivale a trovarsi davanti a tratti di mare paradisiaci. Infatti, risultano balneabili allo stesso modo le acque di Rimini, Iesolo, Riccione, così come quelle di Otranto o di Domus de Maria (Cagliari), tanto per fare degli esempi.
Le eccellenze
Ogni anno sia Legambiente, in collaborazione con Touring Club, sia la Foundation for environmental education (Fee) stilano una classifica sulle migliori località balneari della Penisola. I dati sono discordanti.
Per quanto riguarda la Fee, ong danese, il riconoscimento d’eccellenza è simboleggiato dalla Bandiera blu. Il 2016 vede 293 vessilli blu lungo le coste del Belpaese, di cui 152 per i Comuni rivieraschi (cinque in più rispetto all’anno precedente). Il metodo per l’assegnazione prende in esame i parametri correlati alla qualità dell’acqua e alla gestione ambientale, ma anche quelli legati ai servizi turistici (presenza di alberghi, aree attrezzate per i camper, stabilimenti balneari eccetera). La classifica include solo le località che compilano e rimandano al mittente il questionario spedito dalla Fee, escludendo in automatico le amministrazioni comunali che si rifiutano di rispondere: la Bandiera blu è un riconoscimento volontario, non ci sono obblighi.
Per l’anno in corso la regione più premiata dal riconoscimento internazionale della Fee è la Liguria, con 25 bandiere e 2 nuovi ingressi: Levanto e Ceriale. Seguono la Toscana, con 19 località (di cui una new entry) e le Marche, con 17 vessilli.
Vele blu
Le Vele Blu di Legambiente prendono in esame la balneabilità delle acque, il costruito sulla spiaggia, lo stato delle aree costiere, la mobilità, la gestione dei rifiuti, le condizioni sociali e sanitarie della popolazione del posto. Anche per il 2016 il Tirreno si conferma il mare più ricco di vele: nelle sue acque si affaccia la maggior parte dei Comuni marini premiati con le 5 vele, punteggio massimo.
In cima alla classifica delle località marine che realizzano le migliori performance in sostenibilità e tutela ambientale svetta la Sardegna, prima classificata tra le regioni, con 5 località a 5 vele, e la Puglia, con 4 località. Nello specifico le “prime della classe” sparse lungo lo Stivale sono: Domus de Maria (CA) guadagna il primo posto grazie soprattutto all’impegno per la valorizzazione del paesaggio e la cura dedicata all’educazione ambientale e ai beni archeologici; subito dopo c’è Pollica (SA), la perla del Cilento e Castiglione della Pescaia (GR), che continua a perseguire la strada del turismo ambientale e della mobilità sostenibile. La classifica prosegue poi con le località di Posada (NU), Santa Marina Salina (ME), San Vito Lo Capo (TP), Vernazza (SP), Maratea (PZ), Capalbio (GR), Otranto (LE), Polignano a Mare (BA), Bosa (OR), Melendugno (LE), Camerota (SA), Baunei (OG), mentre tra le new entry della classifica del mare più bello 2016, fanno capolino Castro (LE), Santa Teresa di Gallura (OT) e Roccella Jonica (RC).
Goletta verde
Dal 1986 ogni estate il battello Goletta Verde di Legambiente compie il giro delle coste italiane prelevando e analizzando circa 500 campioni d'acqua ed eseguendo su ognuno le analisi previste dalla legge. Oltre a diffondere in tempo reale i risultati delle analisi dei luoghi visitati, il battello ambientalista propone eventi in ogni tappa per parlare con i cittadini e i sindaci delle questioni che influenzano la salute del mare.
I campionamenti del 2016 non sono terminati, ma tra le regioni finora analizzate c’è il Lazio, le cui acque non godono di buona salute. Più della metà dei punti campionati lungo le coste presenta cariche batteriche elevate: sedici punti su ventitré complessivi ricevono un giudizio di inquinato o fortemente inquinato, con la provincia di Roma regina del mare inquinato, con undici punti su undici. Gli scarichi abusivi o non controllati che finiscono sulle spiagge e i deficit depurativi sono i principali fattori che continuano a mettere a dura prova il mare laziale.
Tuttavia, alla stessa regione la Fee ha assegnato 8 bandiere blu (una località nella provincia di Roma e sette in provincia di Latina).
Abbiamo parlato di:
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