Mangiare mandorle può aiutarti a perdere peso? La risposta della scienza
Seguendo la giusta dieta i volontari hanno ridotto con successo il proprio peso corporeo di circa 7 chilogrammi
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A chi non piacciono le mandorle? Sono buonissime, ma tanti rinunciano a consumarle per non ingrassare. Sarà realmente così? Un nuovo studio, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Australia Meridionale, sembrerebbe aver dimostrato che le mandorle, quando inserite in una dieta ipocalorica, possono effettivamente aiutare a ridurre sensibilmente il peso corporeo, offrendo contestualmente numerosi vantaggi cardiometabolici anche a lungo termine. “Includere le mandorle in una dieta ipocalorica - spiega la dottoressa Sharayah Carter, ricercatrice dell’UniSA - non solo ha aiutato le persone a perdere peso, ma ha anche migliorato la loro salute cardiometabolica”. Secondo i risultati diffusi dal gruppo di scienziati, che ha esaminato gli effetti delle diete ipocaloriche integrate con mandorle californiane o, in alternativa, con snack ricchi di carboidrati, le diete hanno ridotto con successo il peso corporeo di circa 7 chilogrammi.
Le noci, come le mandorle, sono un ottimo spuntino. C’è però chi evita di mangiarne troppe (o le evita completamente) per timore di ingrassare. I ricercatori hanno esaminato gli effetti di una dieta integrata con mandorle raffrontandola con una priva di mandorle, così da identificare qualsiasi influenza sul peso e sugli esiti cardiometabolici. Sia la dieta a base di mandorle che quella senza hanno comportato una riduzione del peso corporeo di circa il 9,3 per cento durante lo studio. “Tuttavia le diete integrate con mandorle hanno anche dimostrato cambiamenti statisticamente significativi in alcune sottofrazioni di lipoproteine altamente aterogene, che possono portare a un miglioramento della salute cardiometabolica a lungo termine”.
Questi frutti contengono inoltre grassi insaturi – o grassi sani – che possono migliorare i livelli di colesterolo nel sangue, alleviare l’infiammazione e contribuire ad un cuore sano.
Allo studio (finanziato dall’Almond Board of California) hanno preso parte 106 persone invitate a completare un programma alimentare della durata complessiva di 9 mesi. Questa comprendeva una dieta a basso consumo energetico della durata di 3 mesi, per la perdita di peso vera e propria, e una dieta a basso consumo energetico da seguire per ulteriori 6 mesi, necessari per il mantenimento del peso. In entrambe le fasi il 15 per cento dell’apporto energetico dei partecipanti comprendeva mandorle intere non salate con la buccia (per la dieta a base di noci) o il 15 per cento di snack ricchi di carboidrati, come cracker di riso o barrette di cereali al forno (per la dieta senza noci).
“Nonostante questi risultati è diffusa la percezione che il consumo di noci porti ad un aumento del peso corporeo e a rischi per la salute a lungo termine, principalmente a causa dell'alto contenuto di grassi e, di conseguenza, che la frutta secca dovrebbe essere evitata. Questa percezione mette a rischio le azioni che mirano a combattere l’obesità come anche i fattori di rischio cardiometabolico.
"Alla luce dei risultai possiamo dire che la frutta secca può svolgere un ruolo nella gestione del peso. Studi epidemiologici e sperimentazioni cliniche indicano un’associazione inversa tra il consumo di noci e l’indice di massa corporea (BMI), suggerendo che il consumo di noci potrebbe essere protettivo contro l’accumulo di adiposità. I meccanismi alla base di questa relazione non sono chiari, ma potrebbero essere correlati alla regolazione dell’appetito, all’aumento del dispendio energetico a riposo e all’assorbimento inefficiente di energia dalla frutta secca. I modelli dietetici che includono frutta secca (ad esempio, Mediterraneo, Portfolio, Dietary Approaches to Stop Hypertension [DASH]) sono raccomandati per la prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari. Una dieta mediterranea integrata con frutta secca (30 gr al giorno) ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari di circa il 30 per cento e il consumo di frutta secca > 3 porzioni a settimana (84 gr a settimana) è stato associato a una diminuzione del rischio di sindrome metabolica e diabete. La frutta secca è ricca di proteine, fibre e acidi grassi insaturi e la sua inclusione nella dieta contribuisce a migliorarne la qualità. Queste qualità nutrizionali probabilmente contribuiscono ai loro benefici effetti cardiometabolici e gli studi hanno suggerito che l’assunzione regolare di noci riduce il rischio di malattie cardiovascolari".
Fonti:
ScitechDaily