Fra pochi anni il mal di schiena sarà la prima malattia invalidante e non è solo colpa di vita sedentaria e lavoro d'ufficio
Un'analisi riportata su Lancet mostra come il mal di schiena sia una patologia invalidante ampiamente diffusa nel nostro Paese
Entro il 2050 il mal di schiena, come causa di disabilità e infermità, supererà l'Alzheimer come patologia invalidante. Tuttavia è uno dei disturbi più trascurati. Sono almeno 4,5 milioni gli italiani che rinunciano a curarsi. Oltre a questi occorre considerare anche coloro che necessitano di interventi fisioterapici e riabilitativi, ma che vi rinunciano per molteplici ragioni. Un'analisi riportata su Lancet mostra come il mal di schiena sia una patologia invalidante ampiamente diffusa nel nostro Paese, tanto da costringere ogni anno un italiano su tre ad assentarsi dal lavoro.
Le fosche previsioni
Secondo le previsioni contenute nello studio, da qui al 2050 l'Italia sarà uno degli Stati che vedrà crescere, tra il 46% e il 53%, patologie e disturbi come quello alla schiena. In vista della Giornata mondiale fisioterapia, dell'8 settembre, i dati offrono un'opportunità di riflettere dunque sulla necessaria prevenzione, prima che sia troppo tardi.
I numeri
Secondo l'Istat, in Italia ci sono 8,6 milioni di persone con difficoltà motorie, di cui 3,4 milioni gravi. Le persone che ricorrono al fisioterapista, per varie patologie, sono in tutto 5,5 milioni. Un fenomeno dunque che riguarda molti cittadini, non solo in Italia. Già a fine 2022, l'Organizzazione Mondiale della Sanità segnalava come il 47% della popolazione italiana avesse necessità di ricevere un intervento riabilitativo, di cui la grande maggioranza di tipo fisioterapico. Una percentuale che a livello europeo è del 40%.