C’è un luogo sulla Terra in cui i livelli di radiazioni sono mille volte superiori a Chernobyl e Fukushima

Si tratta di 4 atolli delle isole Marshall, inaccessibili a causa dei test nucleari condotti dagli Usa tra il 1946 e il 1958

di Roberto Zonca

Sono trascorsi oltre 50 anni dagli ultimi test nucleari condotti dagli Usa in alcune degli atolli delle isole Marshall eppure, ancora oggi, i livelli di radioattività sono dalle 10 alle 1000 volte superiori a quelli delle aree vicine alla centrale di Chernobyl e Fukushima. A sostenerlo sono i risultati di uno studio condotto da un team di scienziati della Columbia University di New York. Secondo i ricercatori, il cui lavoro è stato pubblicato integralmente sulle pagine della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), sulle splendide isole dell’Oceano Pacifico risulta esser tutto pericolosamente contaminato.

Gli esperti hanno prelevato e analizzato 38 campioni da 11 differenti isole, scoprendo la presenza di grandi quantità di elementi radioattivi. Tra questi, si legge sulle pagine del Pnas, l’ americio-241, il cesio-137, il plutonio-239 e il plutonio-240. I danni maggiori sono stati rilevati nelle isole settentrionali. Nello specifico alte concentrazioni di radiazioni sono state evidenti a Naen (nell’atollo di Rongelap), a Runit ed Enjebi (nell’atollo di Enewetak) e in fine a Bikini (nell’omonimo atollo di Bikini). Quest’ultima, hanno ammesso gli stessi ricercatori, è stata quella con i livelli radioattivi più alti. Ma il dato non deve sorprendere. L’America, infatti, testò qua - nel lontano 1954 - una super bomba all’idrogeno con un potenziale mille volte superiore di quella sganciata su Hiroshima alla fine della Seconda guerra mondiale.

Nell’isola, all’apparenza un paradiso terrestre, i ricercatori hanno scoperto persino dei frutti carichi di cesio-137, in quantità che superavano di gran lunga i massimi definiti dagli standard internazionali di sicurezza. Benché le quattro isole risultino oggi completamente disabitate il danno arrecato dall’uomo all’ambiente è incontestabile. A distanza di 65 anni dai primi test condotti nell’area dell’Oceano Pacifico (1946), gli scienziati si sono detti sorpresi dagli altissimi livelli di plutonio-238. I dati fuori scala, ipotizzano i ricercatori della Columbia University, potrebbero esser dovuti a qualcosa di diverso dai test atomici. “Questa scoperta aumenta la possibilità che l’isola fosse utilizzata come una discarica di scorie nucleari non dichiarata”, spiega Ivana Nikolic Hughes, co-autrice della ricerca. L’isotopo è stato infatti rilevato soltanto a Runit, dove gli Stati Uniti costruirono un’enorme cupola di cemento che oggi dà segni di cedimento.

La scienziata si augura che nessuno si trasferisca sull’isola: “Le persone non dovrebbero vivere sull’atollo di Rongelap fino a quando questo mistero non verrà risolto”. Il perché di questa raccomandazione? Le isole come Bikini e Naen sono facilmente accessibili dalla popolazione locale, che da tempo chiede di poter tornare ad occupare le terre dei propri antenati, e che con piccole barche si spostano da un’isola all’altra per raccogliere cibo (contaminato) che poi consuma, commercializza o scambia.