Lo sport è una palestra di vita per i nostri figli: ecco perché la scelta non deve essere di 'comodo'
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È ricominciata la scuola e con essa i tanti impegni che invadono la vita dei bambini e di conseguenza dei genitori. Tra le tante occupazioni che i bambini hanno, una di quelle a cui gli adulti tengono in modo particolare riguarda lo sport. Spesso l’attività fisica praticata dai più piccoli è scelta dai genitori sulla base di varie motivazioni: la passione di un tempo, la struttura più vicina a casa, le preferenze degli amici, ecc. Ogni genitore quando opta per un determinato sport per il figlio deve tenere presente che il bambino deve poter divertirsi, dimostrare competenze e acquisire nuove abilità, stare con i compagni. Pertanto un primo requisito è che vi sia una corrispondenza tra le capacità e attitudini del bambino e le richieste dello sport che andrà a svolgere. Inoltre, è probabile che tanto più lo sport è amato dal bambino e quanto prima egli ne apprenderà le tecniche.
Bisogna anche considerare che esistono età più favorevoli in cui i piccoli imparano alcuni movimenti, ma c’è anche una correlazione in base alla maturazione fisica e psicologica del minore. In generale, lo sport contribuisce a sviluppare: coordinazione, forza, flessibilità, velocità e resistenza. A tal proposito, alcune discipline legate maggiormente alla coordinazione e alla rapidità (ad esempio: scherma, sci, ecc.) sono più adatte all’apprendimento per bambini a partire dai 6 ai 12 anni, mentre la preparazione per le discipline legate allo sviluppo della forza è bene che inizi dopo l’età del picco di velocità di crescita puberale (Carbonaro, 2001).
Un aspetto da non trascurare quando si sceglie una disciplina è se optare per uno sport di squadra oppure individuale. Lo sport di squadra orienta verso un obiettivo comune di tutto il gruppo pertanto aiuta il bambino a socializzare, può essere quindi adatto per i piccoli più timidi e introversi, mentre lo sport individuale individua una meta del singolo ed è utile a responsabilizzare il soggetto. In entrambi i casi l’attività sportiva è molto efficace nel creare un forte senso di responsabilità verso se stessi e verso gli altri. L’attività fisica è utile perché aiuta i bambini a scaricare le energie accumulate durante la giornata, dalle ore trascorse a fare i compiti a quelle dove sono costretti a stare seduti sui banchi di scuola.
È importante quindi che sia enfatizzato l’aspetto ludico dell’attività sportiva in modo che il bambino associ il divertimento al movimento fisico. Allo stesso tempo avrà modo di imparare: le regole sociali della convivenza, il rispetto degli altri, una sana competizione, la lealtà, il benessere fisico, uno stile di vita attivo, la cura di se stesso, una corretta alimentazione, l’igiene personale, ecc. tenendosi automaticamente lontano da troppe ore dedicate a videogiochi, computer, televisione e vita sedentaria. Se poi manifesterà un talento che lo porterà a svolgere uno sport a livello agonistico, questo lo diranno solo il tempo e la sua perseveranza.
In generale quindi lo sport è una palestra di vita, in quanto aiuta a gestire le emozioni, rafforza l’autostima e rende il soggetto più autonomo. Con il tempo l’attività fisica, in particolare quella agonistica, forma il carattere, l’identità e la personalità di un bambino. Un ruolo fondamentale lo rivestono i genitori che devono sostenere i propri figli, gratificarli quando raggiungono un risultato seppur minimo e incoraggiarli quando invece non forniscono una buona prestazione. Il supporto dei genitori è fondamentale per infondere sicurezza nel bambino e nelle sue capacità durante i periodi critici.
È necessario anche che la famiglia e gli allenatori non spingano il bambino ad assumere comportamenti e atteggiamenti da piccolo campione del tutto arbitrari enfatizzando una competizione diseducativa tra i più piccoli. Nel prossimo articolo proverò a stilare una breve guida per quei genitori che non hanno le idee chiare verso quale sport indirizzare il proprio figlio, mettendo in evidenza le caratteristiche fondamentali sia dal punto di vista fisico sia psicologico delle discipline più praticate.