Litigare è inevitabile: comunichiamo positivamente per capirci
Leggi più veloce
Ognuno di noi può constatare, direttamente o indirettamente, che molte persone, ogni giorno, litigano fra loro, spesso per questioni futili, in un clima di rassegnazione e indifferenza generale in cui si verificano atti di violenza, anche gravissimi. L’avvento della Rete come infrastruttura e, più in generale come modello di comunicazione, ha presto rivelato il suo volto meno benevolo: tramite un massiccio invio di messaggi sempre più veloci, sempre più personali, sempre più pervasivi e persuasivi, si è stimolato un consumismo di oggetti e sentimenti capace di generare in molti frustrazione e rabbia di notevole intensità.
Parole di sconcerto ed esecrazione, consigli, suggerimenti profusi da media,iIstituzioni, esperti non sembrano concretizzarsi, poi, in rimedi idonei a risolvere tali problemi. In realtà, sarebbe sostanziale mettere in atto azioni efficaci per arginare e prevenire i fenomeni di asocialità.
Studi a livello internazionale indicano che quanto sopra descritto è, per lo più, originato “solamente” da incomprensioni nel dialogo e, quindi, da cattive relazioni interpersonali a partire da quella uomo-donna. Danesi e finlandesi lavorano molto per trasmettere le regole e le ragioni per le quali i bambini dovrebbero seguire le regole educative, sin da quando sono molto piccoli, addirittura prima che inizino a parlare.
Si tratta di una filosofia che è possibile assimilare e usare ovunque, anche in Italia. Ciò è realizzabile passando agli adulti le Soft Skills, quelle competenze, cioè, fondamentali per la vita emotiva, sociale e cognitiva, funzionali all’adeguata comprensione e all’utilizzo delle regole di interazione sociale. Il loro apprendimento è fondato sul fare tanta “pratica e allenamento” . Per svolgere una professione, un’attività, imparare una lingua, ballare, guidare una macchina, è necessario acquisire abilità e competenza. Perchè non fare altrettanto per imparare a comunicare positivamente? Gli adulti, dunque, per primi dovrebbero acquisire le Soft Skills per trasmetterle, poi, alle nuove generazioni.
La Onlus 'Bambino Oggi…Uomo Domani', è nata proprio per migliorare il dialogo e la conoscenza tra partner, tra genitori e figli, tra persone. L’idea è tutta qui: conoscere e conoscersi, capire e capirsi, specie a fronte di una crescente incomunicabilità generazionale accentuata dalle nuove tecnologie. Hanno elaborato un modello di azione seguendo le indicazioni date dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con il documento WHO’93 e successivi. Da 10 anni, lo si sperimenta nei laboratori offerti, gratuitamente nelle scuole, a genitori e insegnanti. Punto di forza di tutta l’attività laboratoriale è il Prof. Andrea Pagani, direttore scientifico del progetto, docente, psicologo, psicoterapeuta, il primo italiano ad avere ricevuto la certificazione internazionale di terapeuta di coppia dall’Istituto EFT Emotional Focus Therapy di Ottawa.
In questi anni, nonostante il 99% di successo, si è rilevato che la partecipazione non è consistente come potrebbe esserlo, perché non c’è sufficiente percezione del disagio sociale, c’è diffidenza, paura di mettersi in gioco, distacco, perfino assuefazione ai fatti negativi che accadono ogni giorno. I problemi non riguardano solo il vicino di casa, ma vivono con noi e non ce ne accorgiamo. Stiamo vivendo una profonda crisi sociale e sarebbe bello che ci rimboccassimo le mani per risolverla. Tutti.
Orietta Matteucci presidente Onlus Bambino Oggi…Uomo Domani