La costruzione del giardino segreto per consolidare e mantenere in vita un rapporto di coppia
L’amore e il sesso non possono dare tutte le risposte alla nostra ansia di realizzazione, non possono essere sempre caricati della responsabilità di salvarci la vita. Aspettare dal sesso e dall’amore che siano in grado di farci sentire riconosciute e amate, di risolvere le nostre paure, alimenta la nostra ansia. L’amore non basta per fare da soluzione alle difficoltà della vita e delle scelte, ai problemi di tutti i giorni, allo stress legato agli impegni, agli spostamenti, ai ritardi, alle insoddisfazioni, ai paragoni che nascono dalla visione della vita degli altri in televisione, in internet, sui giornali.
L’amore e l’attrazione, possono essere la motivazione, il sostegno, il rifugio, la consolazione, e guidare le scelte di consolidamento, ma dopo la fase spontanea bisogna dedicarsi alla costruzione e al rinforzo del legame. Molte coppie si basano sulla presenza del desiderio e dei sentimenti spontanei per smettere di crescere e di pensare alla loro relazione. Questa idea è sbagliata, lo vediamo ogni giorno nella terapia sessuale di coppia: l’amore e il sesso devono essere nutriti, fatti crescere. Le fondamenta del rapporto rappresentate dalla intuizione e dalla scelta non vanno dimenticate altrimenti spariscono e ci sentiamo vuoti, deprivati, poco vitali, senza desiderio.
La sessualità e l’amore richiedono una continua cura e il pericolo appare quando si danno per scontati e si smette di guardarsi, di prepararsi per esprimere la nostra dimensione maschile e femminile, quando tutto diventa scontato, banale, acquisito e si finisce per dedicare energie e ricerche, tempo e fantasia ad altre dimensioni della nostra vita, dallo sport, alla palestra, dai figli, alle amicizie, senza dedicare pensieri costruttivi alla manutenzione dell’amore. In terapia consigliamo di dedicare del tempo alla costruzione di un giardino segreto dove ogni persona nutre il terreno e fa crescere piante e fiori, secondo un suo personale disegno. Invitare l’altro nel giardino è costruire un rito che permette di dimenticare le fatiche del giorno e di rendersi adatti a capire ed essere accolti.
Dobbiamo immaginarlo, farlo diventare un luogo simbolico perché rappresenta la cura di noi stessi e della relazione, richiede del tempo e permette di continuare a pensare all’altra persona non solo come complice o compagno di strada, ma come ospite desiderato, curioso, amico. Simbolicamente è un ritorno a noi stessi, all’idea romantica, alle fantasie sessuali, al progetto di incontro non banale. Questa simbologia o altre possono essere costruite per non dimenticare il significato o l’intuizione dell’inizio, per continuare a pensare l’altro/a come un ospite atteso e riconosciuto. Se chiediamo alle coppie quante volte escono per mano, parlano di emozioni, si baciano in modo profondo, ridono e corrono insieme, parlano di fantasie, sprecano tempo per coltivare interessi comuni, scopriamo che le coppie in crisi hanno annullato gli spazi di desiderio e il sesso se è rimasto, in genere è relegato negli spazi brevi e possibili.
Imparare a ricordarsi quali sono gli ingredienti per noi dell’amore e della sessualità, disegnare regolarmente la propria torta dell’amore e della sessualità, scegliendo gli ingredienti e mostrarla al partner è necessario se non vogliamo morire dentro o dimenticare passione e desiderio e se non vogliamo vivere in una coppia stanca che rischia di perdere energia e di spezzarsi. Letture consigliate: Vicini di cuore. Manuale di manutenzione dell’amore, Roberta Giommi, Casa editrice: Sperling & Kupfer, 2007, e Tradire, Roberta Giommi, Casa editrice: Sperling & Kupfer, 2006.