Un'isola di pomice diretta verso l’Australia: ma è una fortuna per la barriera corallina

Secondo molti scienziati l’enorme zolla, grande come 20mila stadi di calcio, potrebbe aiutarne il ripopolamento e quindi la conservazione attraverso il trasporto di nuovi coralli e altri organismi

di Redazione

Si muove in direzione  dell’Australia e ha una dimensione enorme, pari a 20mila campi di calcio. Si tratta di una gigantesca isola di pomice, una roccia leggerissima e porosa in grado per questo di galleggiare. Si sarebbe prodotta a seguito di una eruzione vulcanica nel Pacifico, nei dintorni dell’isola di Tonga, e avrebbe preso a viaggiare verso la Grande barriera corallina. Per questo motivo gli esperti ritengono si tratti di una notizia positiva, una vera opportunità per la conservazione della Barriera.

Una opportunità per la Barriera corallina

La strana isola, immortalata su video poi pubblicati su Youtube (vedi sopra) può rappresentare un pericolo per la navigazione ma, d’altra parte, gli scienziati la considerano un providenziale “meccanismo per rifornire la Grande barriera corallina”, come ha affermato tra gli altri il geologo Scott Bryan della Queensland University of Technology (Qut).

A suo avviso “sulla base di eventi passati studiato negli ultimi 20 anni, vi porterà infatti nuovi coralli sani e altri organismi”. Allo stato attuale – secondo quanto affermano i ricercatori della Qut – la pomice è nuda e sterile ma si prevede possa trasformarsi in breve tempo in veicolo per trasportare alghe, coralli ed altri organismi marini e depositarli nella Grande barriera corallina. Una bella notizia dunque per la sorte di quello che è considerato uno degli ecosistemi più importanti del pianeta. Un mondo incredibile, tipico dei mari e oceani tropicali, composto da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli.

Il grido d'allarme degli scienziati

Un patrimonio vitale per la nostra Terra, insomma, che rischia però di scomparire se – come denunciano molti scienziati - non affrontiamo il riscaldamento globale e non combattiamo le cause alla radice, in particolare riducendo le emissioni di gas serra.