Irsutismo: spia di un disturbo di salute e non solo un problema estetico

Spesso è colpa degli androgeni, con zone del corpo della donna, normalmente glabre, che si riempiono di peli irsuti. Le tipologie di peli, la diagnosi e i trattamenti, l’uso improprio degli anabolizzanti, con la donna che, oltre a sviluppare irsutismo, può soffrire di abbassamento della voce e di disturbi del ciclo mestruale, vedere ghiandole mammarie e seno atrofizzarsi e il clitoride rigonfiarsi

Irsutismo spia di un disturbo di salute e non solo un problema estetico
di Stefania Elena Carnemolla

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C’è poco da ironizzare sulle donne che hanno peli ispidi in zone del corpo come collo, guance, mandibola, mento, labbro superiore, dorso, torace, addome, pube, cosce, glutei, dorso delle mani o dei piedi, dove normalmente crescono negli uomini. Un problema che non è, infatti, solo estetico, ma ch’è spia che c’è qualcosa che non va. Parliamo dell’irsutismo, spesso confuso con l’ipertricosi, ch’è, invece, l’aumento di peli in parti del corpo ad esempio normalmente presenti nella donna. Secondo alcune stime l’irsutismo colpisce tra il 5 e il 15% delle donne, molto spesso restie a rivolgersi ad uno specialista. 

TIPOLOGIE DI PELI

I peli tipici dell’irsutismo sono i peli chiamati terminali, mentre quelli dell’ipertricosi sono i peli a tipo vello. I follicoli piliferi possono, infatti, produrre vello, peli medi, peli terminali. I peli del vello, spiegano gli endocrinologi della Università di Pisa, hanno una strutta fine, sono morbidi, scarsamente profondi, in genere non pigmentati e si trovano in gran parte del corpo, ad eccezione del cuoio capelluto, ciglia, sopracciglia. I peli medi sono, invece, di dimensioni maggiori e più profondi. Scarsamente pigmentati, i peli medi sono quelli di braccia e parte inferiore delle gambe e rappresentano la “fase di transizione” fra lanugine e peli terminali. I peli terminali, spessi, profondi e fortemente pigmentati, sono, in entrambi i sessi, i peli tipici del cuoio capelluto, pube, ascelle, mentre negli uomini compaiono anche su volto e torace.

Da un punto di vista clinico i peli vengono distinti in non sessuali, bisessuali, sessuali. I primi, spiegano gli endocrinologi pisani, sono quelli di ciglia, sopracciglia, capelli, parte terminale delle braccia, gambe, parte media delle falangi delle dita. I secondi sono, invece, i peli di pube, ascelle, avambraccio, parte inferiore delle gambe. I peli sessuali, infine, sono i peli tipici del sesso maschile come “barba, baffi, vibrisse nasali e peli delle orecchie, del petto, del sacro, e della linea alba al disopra del triangolo pubico” e il cui “accrescimento è sotto il diretto controllo degli androgeni”. L’irsutismo, infatti, dipende in molti casi da un disordine ormonale caratterizzato da una eccessiva produzione di androgeni, ormoni prodotti dalle ghiandole sessuali (nella donna le ovaie, nell’uomo i testicoli) e da quelle surrenali.

ANDROGENI

Nella donna l’eccessiva produzione di androgeni è nella maggior parte dei casi di origine ovarica. L’origine può essere anche surrenalica o dovuta a forme miste. Forme ovariche, spiegano gli endocrinologi di Pisa, possono essere neoplasie, sindrome dell’ovaio policistico, ipertecosi ovarica, insulino-resistenza; forme surrenaliche la sindrome di Cushing e l’iperplasia surrenale congenita; forme miste i deficit enzimatici, iperprolattinemia, la sindrome di Achard-Thiers o diabete della donna barbuta. Gli endocrinologi ricordano anche l’irsutismo con normale produzione androgenica, distinguendo forme con alterato trasporto e/o metabolismo e forme iatrogene. Nel primo caso cause possono essere aumento dei recettori androgenici cutanei, alterazioni delle proteine di trasporto, insulino-resistenza e obesità, sindrome di Hiran. Del primo gruppo fa parte anche l’irsutismo idiopatico, chiamato anche periferico in quanto risultato, spiega la Società Italiana di Endocrinologia, di “una maggiore utilizzazione periferica degli androgeni da parte del bulbo pilifero”. 

Le forme iatrogene, infine, possono essere dovute a sostanze ad azione ormonale o a farmaci ormonali. Farmaci che stimolano la produzione di androgeni, spiegano gli endocrinologi di Pisa, sono il betametasone, carbamazepina, ciclosporina, cortisone, danazolo, desametasone, diazzosido, etosuccimide, fenitoina, idrocortisone, isotretionina, levonorgestrel, medrossiprogesterone, metilprednisolone, nandrolone decanoato, prednisolone, progesterone, spironolattone, tacrolimus, triamcinolone. Senza dimenticare gli steroidi anabolizzanti androgeni - noti più semplicemente come anabolizzanti e che sono, ad esempio, mesterolone, ossandrolone, ossimetolone, stanozololo – usati impropriamente, spiega, ad esempio, ISSalute, per “aumentare la massa muscolare e migliorare le prestazioni atletiche e sportive”. Nelle donne gli anabolizzanti possono provocare “mascolinizzazione” causando non solo irsustimo, ma anche “abbassamento del tono della voce, atrofia delle ghiandole mammarie e del seno, disturbi del ciclo mestruale, ingrossamento (ipertrofia) del clitoride”.

DIAGNOSI

L’iter diagnostico dell’irsutismo prevede anamnesi, esami clinici, esami ormonali, test di stimolo, analisi del sangue per il controllo del livello degli ormoni prodotti a livello ovarico e delle ghiandole surrenali, esami strumentali come ecografia delle ovaie e delle ghiandole surrenali per verificare l’eventuale presenza di cisti o tumori, Tac dell’addome per l’esame delle ghiandole surrenali, RMN dell’ipofisi, utile, spiegano gli endocrinologi di Pisa a “valutare la presenza di lesioni espansive a carico della ghiandola ipofisaria (adenomi )”.

TRATTAMENTO

Il trattamento dell’irsutismo è, innanzitutto, farmacologico con la somministrazione di contraccettivi orali e anti-androgeni. “La pillola anticoncezionale” spiega, infatti, la clinica Humanitas “o altri contraccettivi ormonali contenenti ormoni estrogeni e progestinici sono in grado di trattare l'irsutismo inibendo la produzione degli androgeni da parte delle ovaie”. Possono, inoltre, essere utilizzati farmaci insulino-sensibilizzanti. La terapia chirurgica viene, invece, adottata nel caso l’irsutismo dipenda da neoplasie, come, ad esempio, i tumori ovarici, o dalla sindrome di Cushing, caratterizzata, a seguito di un processo dalla presenza di livelli elevati di cortisolo, un ormone che, spiega la clinica Humanitas, può “turbare l’equilibrio degli ormoni sessuali, provocando l’irsutismo”. Il trattamento può essere anche topico, con applicazione di eflornitina, non esente, tuttavia, da effetti collaterali: “L’eflornitina, Vaniqa” spiega la Associazione Medici Endocrinologi “è un inibitore irreversibile dell’ornitina-decarbossilasi, enzima necessario per la crescita del pelo. È approvato per il trattamento dell’irsutismo localizzato al volto; non rimuove il pelo ma ne riduce la crescita. Viene utilizzato in monoterapia o in associazione ad altri trattamenti; va applicato due volte al giorno. Può causare irritazione cutanea.

Quanto ai trattamenti cosmetici, solitamente consigliati sono l’elettrocoagulazione e la luce laser. Nell’elettrocoagulazione, spiega AIDECO, un piccolo ago viene inserito nel bulbo pilifero cui trasmette “una lieve scossa elettrica” nel tentativo di “distruggere la radice del pelo per impedirne, dopo alcune applicazioni successive, la ricrescita”. L’elettrocoagulazione, che può essere applicata solo sul singolo pelo lavorando su aree molto piccole, non è esente, spiega AIDECO, da effetti collaterali dovuti all’inesperienza degli operatori o alla reazione cutanea del singolo paziente. Si potranno, cioè, manifestare fenomeni infiammatori o infezioni dovuti ad aghi non sterilizzati con “conseguente permanenza di cicatrici” in particolare se la parte trattata “non viene adeguatamente protetta dall’esposizione ai raggi solari”. Quanto alla luce laser, che con quella pulsata, è un metodo di fotoepilazione, in realtà, non è, così come la seconda, una soluzione permanente, cosa di cui, spiega l’Associazione Medici Endocrinologi, le pazienti devono essere informate.

SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO 

Come abbiamo visto una delle principali cause di irsutismo è la sindrome dell’ovaio policistico o policistosi ovarica, che si manifesta con ingrossamento delle ovaie, presenza di cisti ovariche multiple, alterazioni endocrine e metaboliche. “La PCOS” spiega il Ministero della Salutecolpisce il 5-10% delle donne, origina nel periodo puberale ed è considerata l’alterazione endocrina più comune in età fertile. L’eziologia è ancora oggi controversa. Si può dire che l’ovaio policistico è espressione di una complessa alterazione funzionale del sistema riproduttivo data dall’aumento degli ormoni maschili (androgeni), causa di segni e sintomi quali irsutismo, alopecia androgenetica (acne e calvizie di tipo maschile), disturbi mestruali (mestruazioni irregolari, assenza di mestruazioni per più mesi, cicli scarsi o prolungati). La diagnosi può essere difficoltosa ma il medico, sospettata una PCOS, potrà indicare gli esami specifici per la diagnosi (esami ormonali, glicemia, insulinemia, ecografia pelvica eccetera), consigliare una terapia mirata, uno stile di vita corretto e la perdita di peso”.

Nelle donne affette da questa sindrome, spiega, infatti, la clinica Humanitas, “il controllo del peso corporeo (associando attività fisica a una corretta alimentazione) può contribuire a limitare gli effetti degli androgeni sia sulla crescita pilifera che sul ciclo mestruale”. La dieta ideale per chi soffre di ovaio policistico, spiega la clinica Humanitas, è quella a base di riso e pasta integrali, come orzo, kamut, quinoa, 3-5 porzioni al giorno di frutta (evitando quella troppo ricca di zuccheri, disidrata o sciroppata) e verdura, legumi 3-4 volte la settimana, pesce, carni magre – privilegiando la preparazione al vapore, alla griglia o al forno – quindi, almeno 1 litro di acqua al giorno. Andranno, invece, limitati zucchero, dolci, bevande gassate, grassi saturi - come quelli di formaggi, carni grasse, burro, insaccati -, caffè, sale. Per chi ama i piatti unici la clinica Humanitas ricorda che devono essere a base di proteine e carboidrati, qualche idea: riso e piselli, pasta al tonno, pane e prosciutto, insalata con uova o mozzarella accompagnata da pane o cracker, il tutto associato a verdure. Un’idea per gli spuntini sono, invece, yogurth bianco magro con due cucchiai di cereali integrali da colazione o ancora un piccolo panino integrale con 30 g di prosciutto cotto o crudo sgrassati o bresaola. Contro gli attacchi di fame consigliate verdure crude da sgranocchiare.

Quanto allo stile di vita, se vanno evitati fumo e alcoolici, attività fisiche consigliate sono quelle di tipo aerobico come corsa, camminata, nuoto, ciò che aiuterà i tessuti a migliorare la risposta all’insulina.

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31/01/2022
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