Dall'antropomorfismo al rischio di isolamento: cosa può farci l'intelligenza artificiale se usata male

Presto si potrà fare affidamento su queste tecnologie per comprendere aspetti della psicologia personale, rimane aperta la domanda se l'AI possa davvero sostituire l'esperienza soggettiva dell'introspezione

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di Elisabetta Rotriquenz

I computer si stanno dimostrando sempre più capaci di svolgere compiti che richiedono l'intelligenza umana, dalla traduzione alla diagnosi delle malattie. Inoltre, gli algoritmi dietro l'intelligenza artificiale sono in grado di influenzare sempre di più le nostre decisioni: dalle notizie che leggiamo, ai video che guardiamo, al modo in cui interagiamo.

Il dubbio

Dovremmo lasciarli fare per essere sgravati da mansioni che ci tolgono tempo ed energie o sarebbe meglio vigilare sul potere delle macchine? L'intelligenza artificiale è la soluzione o il problema in molte questioni che attanagliano la nostra società? 
L'AI è comunque ben radicata in molti settori commerciali e sta contribuendo sempre più ai processi decisionali in campi come le risorse umane, le assicurazioni e i prestiti bancari.

Imparano chi siamo

Analizzando il comportamento umano su Internet, le macchine stanno imparando chi siamo e cosa ci piace. I sistemi di raccomandazione filtrano le informazioni meno rilevanti e ci consigliano film da guardare, notizie da leggere o vestiti che potrebbero piacerci sui social media. Ma secondo Hervé Boulard, direttore dell'istituto di ricerca Idiap, questo non rende ancora l'intelligenza artificiale intelligente, bisognerebbe piuttosto parlare di apprendimento automatico.

I secular trend

Secondo Bourlard, sono tre gli aspetti che rendono potente l'AI: potenza di calcolo, modelli matematici e banche dati molto vaste e diffuse (Ibrahim, 16 febbraio 2022).
Indubbiamente l'intelligenza artificiale è una rivoluzione che è possibile paragonare a quella di Internet, ma anche all'epocale passaggio dai telefoni cellulari con i tasti agli smartphone. In inglese questi fenomeni vengono definiti “secular trend”, per indicare qualcosa di veramente significativo che capita molto raramente.

Vantaggi produttivi

Il costo dell'AI è molto più alto di qualsiasi altra tecnologia utilizzata finora, gli investimenti sono talmente grandi che non è possibile offrire questa innovazione in modo gratuito. Basta solo pensare al costo dell'energia che diventerà così oneroso al punto che le aziende più grandi stanno addirittura pensando di costruirsi delle mini centrali nucleari. Va anche detto che i vantaggi offerti dall'AI in termini di produttività, sia sul lavoro che nella vita privata, saranno così ampi e riconoscibili che le persone saranno immediatamente disposte a pagare per averli: di fatto diventerà una utility.

Il frullatore intelligente

Nei prossimi 10 anni anche il frullatore avrà l'intelligenza artificiale. Non c'è dubbio che tutti i dispositivi cambieranno con l'integrazione di sistemi di AI, seppur con modalità differenti. Questa trasformazione porterà anche ad accogliere l'arrivo dei robot umanoidi che proprio grazie all'AI riusciranno a interagire con tutti gli apparecchi in modo semplice ed efficace. Probabilmente i robot per assistere l'uomo saranno uno dei mercati più grandi del pianeta. 


I benefici che si avranno da questa tecnologia sono immensamente superiori a eventuali difficoltà o errori che potrebbero esserci nel percorso perché l'AI permetterà di far fare un passaggio eccezionale all'umanità. Basta pensare ai progressi nella salute, nell'educazione, alla possibilità di ridurre in modo significativo il digital divide (Perna, 29 ottobre 2024).


Tradizionalmente, l'introspezione è stata considerata un dominio esclusivo della mente umana, ma con l'avvento dell'AI in grado di analizzare i comportamenti e stati mentali, si potrà presto cominciare a fare affidamento su queste tecnologie per comprendere aspetti della psicologia personale. Tuttavia, rimane aperta la domanda se l'analisi dell'AI possa veramente sostituire l'esperienza soggettiva dell'introspezione. L'AI può supportare l'umanità nell'affrontare sfide complesse che superano le capacità del pensiero umano. Ad esempio, potrebbe rivelarsi fondamentale nella risoluzione di problemi scientifici, nell'analisi di grandi dataset o nella gestione di sistemi sociali complessi. Per bilanciare rischi e opportunità, è necessario assicurarsi che rimanga uno strumento sotto il controllo umano e che i suoi output siano soggetti a valutazione critica e controllo etico (Chiriatti e Riva, 23 ottobre 2024).

La tendenza ad umanizzarla

In tal senso, uno dei rischi più evidenti legati all'AI è la tendenza ad umanizzarla, attribuendole emozioni e sentimenti. L'umanizzazione nei confronti di un assistente virtuale può portare a sviluppare legami emotivi con sistemi che, per quanto avanzati, sono privi di coscienza. Le AI non provano dolore, né compassione, eppure il cervello umano, progettato per riconoscere e rispondere all'empatia, può reagire come se questi assistenti virtuali fossero esseri umani reali.

L'antropomorfismo

Questo fenomeno è noto come antropomorfismo, e ciò implica che le persone tendono a proiettare sentimenti umani su entità non umane quando si sentono isolate o emotivamente deboli. Questa dinamica può avere conseguenze significative, soprattutto per le persone che soffrono di solitudine o depressione, che potrebbero rivolgersi all'AI come sostituto di relazioni sociali autentiche, allontanandosi ulteriormente dai rapporti umani.

Rischio di effetti psicologici negativi

Questa nuova tecnologia offre potenzialità straordinarie, ma è essenziale essere consapevoli che l'AI, per quanto avanzata, non può sostituire le relazioni umane. Un utilizzo consapevole dell'AI, insieme a un'educazione mirata ai rischi che ne derivano, può aiutare a prevenire effetti psicologici negativi, specialmente per le persone più fragili. Basta pensare al fenomeno dell'Hikikomori dove l'isolamento sociale e l'iperconnessione sono alla base di questo problema globale.
L'AI rappresenta quindi una rivoluzione sia tecnologica sia sociale il cui obiettivo si spera sarà di interagire con le persone: non sostituendole, ma migliorando ciò che già sono.