Inquinamento e bambini: cause e rimedi
Sono i più piccoli a subire le maggiori conseguenze dell’inquinamento. Ogni giorno sono esposti a fattori di rischio che possono minarne la salute sia attuale sia futura: hanno attività metaboliche e tassi respiratori più elevati, il che facilita l’assorbimento delle sostanze inquinanti, per via della loro altezza sono più vicini al terreno dove alcuni inquinanti sono concentrati e crescono in ambienti inquinati quando l’organismo è ancora in via di sviluppo, ciò mina il sistema metabolico, immunitario, nervoso e riproduttivo.
Inquinamento atmosferico danni
L’aria malsana all’interno e all’esterno delle mura domestiche è una realtà diffusa. Dai dati sull’inquinamento atmosferico relativi all’Italia emerge una situazione di forte criticità, col 98% dei bambini sotto i 5 anni che vive in aree dove le concentrazioni di PM2.5 sono al di sopra dei livelli raccomandati per la tutela della salute.
L’Organizzazione mondiale della sanità, in una recente pubblicazione sull’inquinamento atmosferico e la salute dei bambini, ha evidenziato ancora una volta come questa forma di inquinamento possa causare danni.
Tra i principali effetti vengono segnalati - oltre a una ridotta funzione polmonare - asma, infezioni acute delle basse vie respiratorie, problemi nello sviluppo neurocomportamentale, obesità, otite e patologie tumorali infantili. Le conseguenze da esposizioni all’inquinamento nei primi anni di vita si proiettano anche negli anni successivi rendendo l’individuo più vulnerabile a patologie più o meno importanti.
Inquinamento atmosferico cause
Monossido di carbonio, ossido nitrico, ossido di zolfo, benzene, formaldeide, composti policromatici, particolato sospeso, ozono, CO2, tanto per citarne alcune: sono numerose le fonti antropiche inquinano l’aria. Si va dall’utilizzo dei combustibili fossili nella produzione di elettricità, nei trasporti, nell’industria e nelle case, ai processi industriali e all’utilizzo di solventi nell’industria chimica e mineraria, dalle coltivazioni agricole a base di ritrovati di sintesi chimica per prodotti e terreni ai i rifiuti che non vengono trattati in modo corretto.
Ma non finisce qui. Il problema non è solo all’esterno delle mura domestiche perché in casa e nelle scuole si ritrovano gli stessi inquinanti esterni, ma più concentrati sia per l’effetto assorbente di pareti, pavimenti, mobili e suppellettili sia per alcune attività degli adulti come il fumo di tabacco, le sostanze derivate dai processi di combustione (stufe, fornelli e così via), di prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa, di ritrovati per l’hobbistica (colle, vernici solventi, adesivi).
Inquinamento atmosferico come proteggersi
Per limitare le esposizioni ambientali involontarie bisogna agire su vari fronti, a partire dalla riduzione delle attività outdoor dei bambini nei giorni in cui si registrano cattive condizioni della qualità dell’aria.
L’Istituto superiore di sanità per l’aria indoor ha stilato alcuni conigli semplici da attuare. È importante non fumare in casa perché gli agenti chimici rilasciati dal fumo rimangono su pareti, mobili, arredi, tende e tappezzeria per lungo tempo; non eccedere con l’uso di detergenti e disinfettanti con l’intento di proteggere il bambino da germi e batteri, per le pulizie quotidiane si può ricorrere al mix di aceto e bicarbonato; deodoranti per ambiente, diffusori di profumi, incensi e candele non andrebbero usati se in casa ci sono dei bambini; arieggiare in abbondanza le stanze, in tutte le stagioni dell’anno, anche se ci sono impianti di condizionamento che garantiscono un adeguato ricambio dell’aria.
Inquinamento acustico
Sono due le forme di inquinamento acustico alle quali sono più esposti i bambini: le fonti di rumore ambientale (come il traffico stradale, il rumore degli aerei in prossimità degli aeroporti, il traffico ferroviario) e le fonti di rumore volontarie (come i giocattoli rumorosi, la musica ascoltata ad alto volume o in cuffia, gli ambienti molto rumorosi come sale cinematografiche o le discoteche). L’esposizione al rumore provoca danni all’orecchio interno, che possono manifestarsi con la comparsa di acufeni, per poi trasformarsi in una riduzione dell’udito.
Cosa fare? Tenere più basso il volume di stereo e televisione; evitare o ridurre l’acquisto di giochi troppo rumorosi per bambini; insegnargli ad ascoltare la musica in cuffia per meno tempo e a volume più basso; chiedere interventi all’amministrazione comunale e scolastica per ridurre l’esposizione al rumore dei propri bambini in casi di eccessiva rumorosità delle aule scolastiche.
Inquinamento nei capi d’abbigliamento
Nei vestiti per bambini, così come in quelli per adulti, possono nascondersi dei pericoli per la salute.
I tessuti trattati chimicamente assorbono sostanze pericolose come formaldeide, coloranti e ftalati, che possono essere nocive se assorbite attraverso la pelle, o per ingestione attraverso il succhiamento dei vestiti, con conseguenze che vanno dalla dermatite da contatto alle interferenze sull’apparato riproduttivo, dai rischi cancerogeni ai danni al sistema endocrino.
Le norme europee ne regolamentano l’utilizzo, ma è bene adottare ulteriori precauzioni, come comprare capi in fibre naturali, evitando i colori scuri e i vestiti con stampe plastificate. Meglio optare per capi made in Italy con marchio internazionale Oekotex, che garantisce accurati controlli e l’esclusione dell’utilizzo di sostanze nocive oltre i valori consentiti. In ultimo, prima di fare indossare capi nuovi ai bambini si consiglia di lavarli accuratamente e più volte per eliminare alcune sostanze idrosolubili, ad esempio la formaldeide.
Giocattoli pericolosi
Ai bambini vanno regalati solo giocattoli sicuri e privi di sostanze nocive, che non perdono microframmenti con il passare del tempo e non contengono sostanze irritanti. Vanno scelti quelli con il marchio europeo CE e per una garanzia in più, con marchio “Giocattoli Sicuri” rilasciato da IISG: la sua presenza assicura che quel giocattolo ha superato uno specifico protocollo di analisi e che la sua produzione rispetta i requisiti di sicurezza previsti dalla legge e gli standard qualitativi richiesti dal produttore.
In commercio si stanno diffondendo i giocattoli eco-friendly, in legno, carta, cartone, cotone, lana, mais, fecola di patate e altri materiali di origine naturale, il cui smaltimento ha un basso impatto ambientale rispetto a quelli di origine petrolifera (gomma, plastiche, materiali non riciclabili).