Perché i ragazzi corrono in auto tanto da ammazzarsi o ammazzare? Le differenze fra maschi e femmine
Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani: cosa li porta a correre tanto in auto? Perché le ragazze lo fanno meno? Le risposte della psicologa Elisabetta Rotriquenz
Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani: uno su tre perde la vita così. Gli ultimi dati ISTAT disponibili (relativi al 2021) ci dicono che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nella fascia d'età 15-29 anni, il 35% del totale. Nettamente davanti a suicidi (12%) e tumori (13%) (ISTAT, 23 febbraio 2023).
L'anno scorso, in Francia, 8 vittime di incidenti stradali (il 78%) su 10 erano uomini: è una proporzione vicina a quella della media europea. Dei conducenti francesi di età compresa tra i 18 e i 24, morti sulla strada, l'88% erano maschi. Delle persone sospettate di aver causato incidenti stradali, l'84% erano uomini. Che sono anche il 93% dei conducenti ubriachi coinvolti in un incidente (Coviello, 9 febbraio 2023).
A rimetterci, in caso di incidente, è quasi sempre il conducente: nel 2021 sono stati 2.072 (1.870 uomini e 202 donne) su 2.857. Hanno perso la vita anche 332 passeggeri (196 uomini e 136 donne). Ma non è da sottovalutare il dato che vede, in 1 incidente su 7, morire un pedone: sempre nel 2021 sono stati 471 (330 uomini e 141 donne).
Perché i giovani, soprattutto maschi, corrono in auto tanto da ammazzarsi o ammazzare?
“L'incidente stradale? È una tragica fatalità, tanto a me non capita...”. Lo pensano moltissimi, troppi giovani. Ragazzi, spesso neopatentati, che si mettono al volante senza avere la percezione di quello che realmente rischiano e fanno rischiare agli altri, schiacciando a tavoletta sull'acceleratore. Una percezione limitatissima del pericolo se non addirittura nulla “sostituita” da una fatalistica valutazione del rischio, spesso considerato una sfida da vincere o un limite da superare, unita al senso di invulnerabilità tipico della giovane età. Elementi che purtroppo sono spesso la miccia d'innesco di gravi incidenti stradali (Salvati, 2010).
Dai dati di una ricerca (Wundersitz, 2010) è emerso che il comportamento aggressivo e poco responsabile dei giovani alla guida dipende anche dalla struttura del loro cervello. La corteccia prefrontale, secondo questo studio, non è completamente sviluppata prima dei vent'anni, per cui le competenze nella pianificazione a lungo termine e le capacità di ragionamento sono inferiori rispetto a quelle degli adulti. Ad esempio, molte persone amano il brivido scatenato dalla forte velocità in auto; mentre quando si diventa più maturi, sebbene lo stimolo rimanga, si pensa maggiormente alle conseguenze che potrebbe causare un comportamento poco responsabile.
La differenza tra uomo e donna
Un team di ricercatori della Bradford University ha condotto una serie di test su donne dai 18 ai 35 anni, arrivando a dimostrare che la donna ha un atteggiamento migliore rispetto alla conduzione di un veicolo rispetto all'uomo, secondo i criteri di prudenza, responsabilità e sicurezza.
L'elemento chiave responsabile dell'efficienza riportata dal sesso femminile è la maggiore quantità di estrogeni presenti nella donna. Lo studio, infatti, suggerisce che l'estrogeno possa influenzare positivamente l'attività neuronale dei lobi frontali, quella zona, cioè, preposta all'apprendimento delle regole e alla controllo dell'attenzione e dei riflessi.
Il testosterone, invece, prevalente nell'organismo maschile, indurrebbe gli uomini alla guida a lasciarsi andare a comportamenti rischiosi, più impulsivi e quindi poco prudenti e alla conduzione del veicolo con un'andatura più veloce di quella delle donne (Focus, 21 novembre 2005).
Oltre alla conformazione celebrale e ai fattori ormonali, ci sono altre cause che determinano molti incidenti tra i giovani.
A parte l'inesperienza, si pagano le distrazioni provocate dall'uso del cellulare. Per i guidatori inesperti, che non hanno ancora “automatizzato” alcuni comportamenti della guida, diventa ancora più difficoltoso mantenere l'attenzione su quanto succede sulla strada e contemporaneamente parlare al telefono, con il risultato di mettere a rischio anche la sicurezza degli altri (Ponte, Edwards e Wundersitz, 2021).
Ma nell'approccio alla guida gioca un ruolo fondamentale anche la componente psicologico-emotiva.
Secondo alcune indagini le donne amano di meno la guida, ovvero non caricano questa azione di significati come invece fanno gli uomini, per i quali guidare “bene” e conseguire la patente è uno status. Pare che gli uomini vivano la guida come una realizzazione di sé, come un'espressione di “saper fare”, e per questo si impegnano ad acquisire nel minor tempo possibile tecniche e trucchi che possano consentire loro di essere considerati guidatori esperti. Altro aspetto a cui gli uomini sarebbero molto sensibili, a differenza delle donne, è l'acquisizione della velocità. Saper condurre un veicolo sportivamente in maniera scattante e fluida sembra molto importante per la componente maschile e incentiva gli uomini a conquistare in fretta questa competenza.
Il sociologo Alain Mergier ha evidenziato come certi stereotipi vengano trasmessi di padre in figlio, inclusa l'auto come oggetto simbolico di mascolinità, identità maschile e virilità.
Inoltre, l'idea secondo cui i ragazzi e gli uomini hanno istintivamente molta familiarità con le auto può portare a supporre che gli uomini sappiano guidare e infondere un'eccessiva sicurezza in situazioni pericolose. Ciò potrebbe portare alla sensazione che un ragazzo debba mettersi alla prova padroneggiando un veicolo, ad esempio accelerando o superando i limiti di velocità per dimostrare di essere un vero uomo (Coviello, 9 febbraio 2023).
L'importanza dei corsi di guida sicura
Avendo compreso che le vittime sono prevalentemente maschi e conducenti di autoveicoli o motoveicoli, bisognerebbe seguire l'esempio di alcuni paesi del Nord Europa, ma anche di Svizzera, Slovenia e Austria. In questi Paesi è stato reso obbligatorio il corso di guida sicura per ottenere la patente e in pochi anni si è ridotta del 30% l'incidentalità stradale sui neopatentati. A questo bisognerebbe, poi, aggiungere una campagna di incentivi per assicurarsi che i giovani si mettano alla guida di auto di nuova omologazione: dal 2022 per questi modelli è obbligatorio disporre di serie di alcuni aiuti alla guida come l'ISA (Intelligent Speed Assist), che avvisa se si superano i limiti di velocità e, se si continua, interviene a limitare la velocità dell'auto (Grassucci, 23 febbraio 2023).
Educare i giovani a una guida sicura e a una corretta percezione dei rischi permetterà di contrastare le morti sulle strade e le stragi del sabato sera e contribuirà a renderli automobilisti migliori e più prudenti in futuro.