In città o in campagna, ecco il decalogo dell'orto perfetto
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Orto e giardinaggio piacciono sempre di più. Sarà perché rilassa, perché piace il ritorno alla terra, c’è di fatto che in Italia la tendenza prende sempre più piede. Secondo una recente indagine di Coldiretti/Ixé dietro ci sono, infatti, la “passione di lavorare all’aria aperta”, la “voglia di vedere crescere qualche cosa di proprio”, il “gusto di mangiare od offrire a familiari e amici prodotti freschi, genuini e di stagione” e il “desiderio di risparmiare senza rinunciare alla qualità”.
Coldiretti ha calcolato che la spesa media per realizzare un “orto tradizionale in giardino” s’aggira intorno ai 250 euro per 20 mq. Chi non può, suggerisce la Fondazione Campagna Amica di Coldiretti, “può dare lo stesso libero sfogo al proprio amore per la zappa grazie a soluzioni alternative come l’orto portatile da tenere con sé anche in ufficio, quello verticale che si sviluppa su pareti di panno e tessuto, l’orto ecologico che ricicla materiali di scarto come le bottiglie e i contenitori di plastica oppure quello rialzato a carrello per chi ha maggiori difficoltà a piegarsi”.
Senza dimenticare la moda sempre più diffusa degli orti urbani, con gli hobby farmers, ricorda ancora la Fondazione Campagna Amica, che pensano anche “al recupero di terre abbandonate lungo le linee ferroviarie, lungo i canali, nelle zone pedonali, ma anche all’interno dei condomini con una vera e propria rinascita fatta di frutta, verdura, ortaggi ma anche di piante, fiori e piante aromatiche, senza dimenticare gli orti nelle scuole dove i bambini imparano dal vivo i cicli delle stagioni e la vita della piante”.
Per un orto perfetto Coldiretti e la Fondazione Campagna Amica hanno diffuso un decalogo con alcune regole-base.
Per prima cosa occorre individuare il giusto spazio, anche se la soluzione migliore è quella dell’orto a terra. In alternativa, si possono utilizzare balconi e terrazzi purché “soleggiati e ventilati”.
Importante conoscere anche la stagionalità, per capire cosa e quando coltivare. In questo senso sarà d’aiuto un calendario delle semine con l’indicazione delle fasi lunari. Da tempo immemore si pensa, infatti, che la luna influisca anche sull’agricoltura, da qui la nascita della tradizione ortolana della semina con la luna: “Che siano dicerie e superstizioni” spiega la Fondazione Campagna Amica “o reali influssi dettati da fenomeni fisico-chimici ancora non è del tutto chiarito”. Cosa seminare, allora, al chiar di luna? “Per la semina” così, ancora la Fondazione Campagna Amica “la luna calante favorisce i vegetali a crescita ipogea (sotto terra, per esempio, patate e carote), al contrario, i vegetali che crescono sulla superficie, vanno seminati con luna crescente. A questa regola generale fanno eccezione quelle piante fornite di cespo come il cavolo e la lattuga, queste verdure, infatti, se piantate con luna calante vanno a fiore con una minore rapidità. Alcuni contadini estendono tale principio anche a verdure come il cavolo rapa, lo spinacio e la bietola. Con la luna calante la semina dovrebbe riguardare (alcuni esempi più comuni): aglio, bietola, carota, cavolfiore,fagiolino, finocchio, patata e cipolla. Inoltre in queste condizioni si può potare la vite e in genere alberi e dividere bulbi e rizomi (particolari radici). Con la luna crescente si procede alla semina di (alcuni esempi più comuni): peperone, pomodoro, melanzana e erbe aromatiche, le piante a fiore. I lavori da effettuare possono essere: gli innesti e altri tipi di propagazione (talea), la piantumazione di alberi o arbusti e la raccolta dei frutti”.
Il decalogo continua ricordando l’importanza del giusto tempo e, quindi, delle cure quotidiane: il consiglio, se, al contrario, si ha poco tempo, è quello di “comprare le piantine già sviluppate e trapiantarle”. Un segreto per la riuscita di un buon orto è la terra: il decalogo consiglia per mantenere un “buon livello di fertilità” compost vegetale biologico o terriccio universale. Piantine e semi vanno selezionati a seconda che si vogliano coltivare ortaggi ortaggi “a ciclo lungo” come fagioli, piselli, fave, o a “ciclo corto”, come ravanelli, rucola e carota.
Altra regola rigurda il trapianto che va effettuato solo quando “le dimensioni della piantina superano quella del recipiente”. Il vaso può comunque essere cambiato più volte via via che aumenta la grandezza.
Importante anche una corretta innaffiatura: per una “adeguata crescita delle colture” spiega il decalogo “il terreno deve essere sempre umido, ma mai bagnato”. Le innaffiature, inoltre, andranno regolate considerando temperatura e sviluppo delle piante. Il decalogo raccomanda, infatti, di prestare “attenzione” proprio “all’andamento del tempo”, ricordando, ad esempio, che a marzo e ad aprile è “ancora alto” il “rischio di gelate notturne”, da qui la necessità di proteggere le colture con teli isolanti.
Per combattere, infine, parassiti delle piante come formiche, mosca degli orti, ragnetti rossi e bruchi il consiglio è quello di utilizzare “prodotti specifici”, scegliendo, preferibilmente, ortaggi adatti a clima e territorio in cui si vive.
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