Il latte è un alimento completo, ma ne consumiamo troppo: i miti da sfatare
Sbagliato eliminarlo completamente, ogni individuo ha delle esigenze personali, ma il latte è comunque un alimento prezioso
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Il latte è un alimento sano, nutriente e fortificante. Il suo consumo, sotto varie forme, è alla base della nostra alimentazione, ma nella maggior parte dei casi ne consumiamo troppo, esponendoci anche a rischi per la salute. C’è chi consiglia di assumerne buone quantità ogni giorno, ma ci si dimentica spesso che latte e derivati sono praticamente presenti ovunque. I derivati del latte sono infatti utilizzati in molteplici prodotti industriali, e questo comporta il superamento dei quantitativi giornalieri. Il latte serve di fatto per far crescere i cuccioli. Un vitello, grazie al latte fornitogli dalla propria madre, può crescere rapidamente, passando in breve tempo dai 50 ai 500 chilogrammi. “E’ un alimento che serve a far crescere e a far ingrassare – evidenzia il biologo nutrizionista Valerio Galasso, intervistato da Alberto Ferrigolo dell’Agi -. Anche se noi lo consumiamo tutti i giorni l’effetto potrebbe essere proprio quest’ultimo”.
I latti non sono tutti uguali
Nel latte di mucca c’è la caseina di tipo A1, “che risulta essere molto impegnativa per il nostro intestino”. Più tollerato è invece il latte di capra o di pecora, perché ha un tipo di caseina e proteine A2 più digeribili. Essendo prodotto per sostenere la crescita di “animali di taglia più piccola, che devono arrivare da 1 a un massimo di 6-7 chilogrammi, corrisponde abbastanza alle caratteristiche della crescita di un bambino piuttosto che a quelle di un vitello…”, ha commentato il dottor Galasso, che firma per Feltrinelli un libro con lo scrittore Erri De Luca dal titolo “Spizzichi e bocconi”. Un consumo moderato è poi consigliabile anche per altri fattori. La maggior parte del latte destinato al consumo umano “proviene da allevamenti intensivi nei quali vengono utilizzati antibiotici, fattori di crescita e ormoni che poi ritroviamo pari pari nel latte. A meno che non si conosca la provenienza, o addirittura lo stesso animale, il suo proprietario. Ma il latte prodotto dalle grandi aziende è molto probabile che derivi da un tipo di allevamento intensivo che utilizza tutti questi farmaci e prodotti”.
Importante scegliere un latte di buona qualità
“Io sono del parere che se una persona vuole bere e consumare latticini deve consumare latte intero e latticino intero – dice il biologo nutrizionista -. Tutti quei prodotti senza lattosio, scremati o anche solo parzialmente, sono tutti prodotti che servono semplicemente a continuare a consumare un tipo di alimento che il nostro corpo ci dice di non essere in grado di digerire. Fisiologicamente parlando, perdiamo l’enzima lattasi, che è l’enzima che scinde il lattosio per digerirlo e perciò da un certo momento in poi alcuni corpi smettono di essere tolleranti al latte. Che poi sia solo il lattosio è solo un dettaglio, perché molte volte è invece è proprio un discorso che attiene alle proteine, che son meno tollerate dal nostro intestino. E per carità, il lattosio può creare intolleranza e quindi problemi intestinali anche abbastanza importanti, ma poi è il consumo costante di quel tipo di proteina che crea problematiche più serie e severe”.
Le regole troppo rigide non servono
Ma il latte è un alimento prezioso, che deve far parte della nostra dieta. Il dottor Galasso ci tiene a precisarlo: “Il consumo di latte e yogurt dev’essere sempre regolato sul soggetto in sé, sulle sue problematiche intestinali, problematiche di ostioporosi, eccetera. Ma il problema è che la maggior parte delle persone non legge le etichette e pensa che uno yogurt valga l’altro mentre invece per fare uno yogurt servono tre ingredienti: il latte e due batteri. Se andiamo a vedere le etichette degli yogurt hanno almeno cinque o sei righe di ingredienti e sono prodotti stra-modificati, pieni di conservanti e magari poi quei batteri se noi andiamo a consumare vicino alla data di scadenza sono già belli che morti… Il loro effetto probiotico svanisce. Lo stesso vale per il latte. Non sono assolutamente favorevole a consumarlo quotidianamente, soprattutto per i bambini che hanno l’intestino ancora delicato e devono subire questo impegno quotidiano a digerirlo”.
Il latte nella dieta mediterranea
L’esperto conclude dicendo di non voler “condannare il consumo di latte e dire di non usarlo più. Vorrei invece cercare di far capire alle persone che magari un gorgonzola di alto livello, un parmigiano reggiano di alto livello stagionato un bel po’ di mesi, anche 36, sono dei prodotti che si possono consumare una volta ogni tanto e va benissimo. Ed è così che la dieta mediterranea li consumava, non c’era certo un consumo quotidiano di formaggi o di latte”. Il consumo di latte è fondamentale, ma sarebbe giusto personalizzarne il consumo: “Non creiamo delle regole standard valide per tutti quando siamo completamente diversi uno dall’altro”.