Il cane Angelo e quelle pene troppo poco severe contro chi tortura gli animali
La condanna dei quattro giovani che hanno ucciso il cane Angelo in provincia di Cosenza ha riaperto la questione dell'entitá delle pene previste dal Codice penale per chi maltratta o uccide un animale, in vigore dal 2004 e ritoccate nel 2010.
È stata purtroppo prevista una 'messa alla prova' con impiego dei condannati proprio in attivitá di tutela degli animali, ma ammonta a 38mila euro, e se fossero stati di più ancora meglio, la cifra che dovranno pagare alle parti civili e che rappresenta al momento il vero deterrente al ripetersi, almeno per loro, lo stesso animalicidio.
Non c'è dubbio che le pene, al momento previste fra il mese e i due anni, devono essere aumentate, non tanto per questo tipo di condanna in sè ma perchè ciò farebbe scattare una serie di importanti attivitá nelle indagini finora non permesse, rendendo i reati contro gli animali reati di serie A nella considerazione giudiziaria.
L'importante poi, cari silenti Governo e Parlamento, è anche prevedere una serie di pene accessorie davvero dissuasive - assieme alla certezza della pena, questione che non riguarda solo questo tipo di reati - sia pecuniarie che di impossibilità a vita a esercitare direttamente o tramite parenti o terzi la professione di allevamento, di trasporto, di utilizzo degli animali a qualsiasi titolo, il divieto di detenere animali, il sequestro obbligatorio seduta stante degli animali oggetto dei reati e cosi via. Ci sono in tal senso dodici proposte di legge ferme tra Camera e Senato sul tema, presentate da parlamentari di ogni colore, ma oramai in questa Legislatura agli sgoccioli non ci sarebbe più il tempo - sulla voglia mancante non c'è dubbio - per approvarne almeno una.
D'altronde per volontà del Governo, la pericolosa Legge sulla tenuitá del fatto ha giá mietuto le prime vittime anche fra gli animali per la stragrande maggioranza dei reati contro di loro commessi, i cosiddetti 'senza necessità', con solo tirate d'orecchie anche per casi di macellazione clandestina o per detenzioni incompatibile con le caratteristiche etologiche dell'animale in ambito commerciale.
E ora, se possibile, viene servita un'altra polpetta avvelenata con il Decreto Legislativo all'attenzione delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato proprio da oggi, sulle nuove competenze dei Giudici di Pace. A loro, grazie a un emendamento Lega Nord approvato da Pd, centristi e Forza Italia, andranno le competenze dei reati di abbandono di animali, una parte dei maltrattamenti, e l'uccisione di specie protette, poichè - scrive nella relazione di esecuzione dello Schema delegato A.G. 415 di Decreto Legislativo il dicastero del Ministro Orlando - non si tratta di reati che rappresentano un pericolo sociale.
Una possibilitá di cassare questa parte, il Parlamento ce l'ha ancora. I relatori sono Cucca al Senato e Lorenzo Guerini alla Camera. Aldilà delle roboanti promesse di pene più severe, intanto non perdiamo quanto di parziale ma importante l'Italia civile ha conquistato appena tredici anni fa.