I dolci pasquali più tipici e le loro versioni bio e vegan
Anche se la tradizione recita “Pasqua con chi vuoi” trascorrere questa domenica di festa con la famiglia è pur sempre un grande classico, non foss’altro per il piacere di riunirsi intorno ad un tavolo e assaporare le diverse specialità che ogni singola regione propone in questa occasione, non da ultimi i dolci che sovrastano le tavole con una moltitudine di gusti, profumi e sapori.
E’ la Colomba il dolce più conosciuto legato alla Pasqua che deve la sua origine a due diverse tradizioni: il dolce lombardo dei primi anni del ‘900 e diffusosi poi in tutta Italia e quello siciliano anche chiamato “Palummedda”.
Preparare in casa la Colomba non è semplicissimo ma non impossibile e così come per il panettone è necessario avere un po’ di dimestichezza con i dolci lievitati; sostituire il lievito di birra con la pasta madre le conferirà un gusto ancora più rustico e particolare. Sperimentare inoltre una versione vegana della colomba, utilizzando ad esempio latte di mandorla e olio di oliva, può essere un modo per dare un tocco cruelty-free al pranzo pasquale.
In Campania non è Pasqua senza Pastiera, dolce che io mangerei tutto l’anno e legato a tradizioni e leggende antichissime, si narra infatti di una sirena che ricevette in dono degli ingredienti che messi insieme formarono la Pastiera, talmente buona da superare la dolcezza del suo canto. La preparazione è a base di ricotta, grano cotto, uova, spezie e canditi; utilizzare ingredienti biologici come i limoni e le uova permetterà di risaltare ancora di più la particolarità di questa torta. Anche per la Pastiera non mancano le versioni vegan che prevedono ad esempio la sostituzione del latte vaccino con quello di soia.
Spostandoci in Sicilia la Cassata, che porta con sé le un passato legato alle diverse dominazioni di questa terra come quella araba e quella normanna, è tipica del periodo pasquale. Fondamentali per la ottima riuscita di questo dessert sono le materie prime di alta qualità e a km zero, come la ricotta di pecora prodotto tipico dell’isola e ingrediente base del dolce.
Nelle zone della Puglia e della Calabria troviamo l’ agnello di pasta di mandorle la cui lista degli ingredienti - simile a quella del pesce di pasta reale - è semplicissima e comprende mandorle, zucchero, canditi, cioccolato e faldacchiera, una crema a base di tuorli non montati e zucchero cotta a bagnomaria, che può essere sostituita dalla marmellata per una versione veggie.
Risalendo in Romagna un dolce semplicissimo è la Zambela, ciambella particolare nella forma dato che non presenta il tipico buco centrale; si tratta di una focaccia preparata a “occhio”, senza quindi dosi precise, da tagliarsi a fette e assaporare la mattina di Pasqua.
Dire che la lista dei dolci pasquali termina qui è riduttivo: Fugassa veneta, Cudduraci calabresi, la Corona pasquale del Trentino Alto Adige sono solo alcune delle delizie di questo periodo. Esiste però un filo conduttore che lega tra loro tutte queste tradizioni e sono le mani sporche di farina che preparano in casa dolci con ingredienti a volte poveri, in grado però di trasformare zucchero, uova e farina in un qualcosa di delizioso e dal sapore antico.