Fumo, quanti falsi miti! A smontarli ci pensa l'Istituto Superiore della Sanità
Nonostante i tanti sforzi nel sostenere il contrario, fumare fa male. Anche il fumo vive, infatti, di falsi miti. Li ha raccolti l’ Istituto Superiore di Sanità in ISSsalute, il primo portale istituzionale dedicato interamente ai cittadini per una corretta informazione in ambito sanitario. Il portale, di pari passo con i tempi, contiene anche una sezione su falsi miti e bufale, come quelli sul fumo.
Non pochi sono, ad esempio, coloro che pensano che poche sigarette al giorno non facciano male: “4-5 sigarette al giorno non hanno mai ucciso nessuno! E allora chi fuma 2 pacchetti?”. C’è anche chi dice: “Conosco una persona che fumava 30 sigarette al giorno e, nonostante questo, è morta dopo i 90 anni” e “Quella persona non ha mai fumato eppure ha avuto un tumore ai polmoni”. Tre affermazioni per giustificare un falso mito: “Alla base di queste affermazioni” così il portale “ci sono idee tra loro in qualche modo opposte: da una parte la convinzione che, se si fuma poco, si è protetti, dall’altra, che il legame tra rischio di tumore e fumo di sigaretta non è poi così forte. Quale delle due è giusta? Nessuna”.
Quanto si fuma in Italia? Secondo quanto riportato dal portale, il 75% fuma piú di 10 sigarette al giorno, il 14,7% tra 5 e 9 sigarette e l’8% meno di 5. A quale età s’inizia, invece, a fumare? In media a 17,9 anni, con gli uomini che iniziano a 17,0 e le donne a 19,1, con il 73% che inizia a fumare tra i 15 e i 20 anni e il 12,9% anche prima dei 15.
Chi fuma, altro falso mito, pensa che il fumo passivo non sia dannoso e che non sia nulla rispetto allo smog e che preoccuparsi del primo sia esagerato. “È vero” così, il portale “abitiamo in città inquinate, ma a parità di altri inquinanti atmosferici, i tossici che esalano dal fumo di sigaretta contribuiscono a peggiorare ulteriormente la qualità dell’ambiente, aumentando il rischio di danni per la salute”. Come dimostrato da studi scientifici, ricorda il portale, esiste, infatti, un legame tra fumo passivo e cancro del polmone, asma, infarto, malattie delle arterie: “Il fumo passivo è dannoso” continua “si stima che aver respirato il fumo altrui aumenta di circa il 25% il rischio di tumore al polmone e di malattie al cuore per un non fumatore. Cosa vuol dire? Che se di cancro al polmone si ammaleranno nei prossimi 10 anni 100 persone che non sono mai state esposte al fumo, tra i fumatori passivi ce ne saranno ben 125 ammalati di tumore”. Nel frattempo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità, registra il portale, ha stimato come ogni anno 600.000 decessi siano da attribuire al fumo passivo e come di questi 165.000 riguardino “bambini che vivono in casa con un fumatore”.
Un altro falso mito vuole, un modo per non sentirsi in colpa, che se alcuni medici fumano allora vuol dire che il fumo non fa poi così male. Altro che sollievo, il fumo fa proprio male. Il portale snocciola, in tal senso, alcune statistiche: dai 70.000 agli 83.000 decessi l’anno, in Italia, a causa del fumo, con più di un quarto che riguardano individui fra i 35 ed i 65 anni. Il portale ricorda come il fumo mieta, al contrario, più vittime di alcool, Aids, droghe, incidenti stradali, domestici, sul lavoro, terremoti, alluvioni, disastri aerei e ferroviari, capace com’è di aumentare di 10 volte il rischio di avere un enfisema, di raddoppiare quello di avere un ictus, di aumentare da 2 a 4 volte quello di venire colpiti da infarto, di danneggiare la circolazione sanguigna a carico di tutti gli organi, di causare, oltre al tumore del polmone, quello del cavo orale, della gola, del pancreas, del colon, della vescica, del rene, dell’esofago, della mammella, oltre ad alcune forme di leucemia.
Altro falso mito è pensare che fumare sigarette leggere, sigari o pipa non faccia male. Anche le sigarette chiamate, in maniera “fuorviante”, leggere sono, infatti, dannose per la salute: “L’idea che le sigarette ‘leggere’ facciano meno male” così, il portale “spinge spesso a fumarne un numero maggiore. Alcune ricerche hanno dimostrato, inoltre, che chi utilizza le sigarette leggere inspira con maggior forza e più a lungo, aumentando quindi i livelli di nicotina e altre sostanze nocive nel sangue”. E anche se nel 2003, spiega il portale, in sede comunitaria si è arrivati al divieto di utilizzare la scritta leggera, ancora oggi alcune “caratteristiche del pacchetto” come i “colori chiari o attenuati” possono “far erroneamente associare al consumatore l’idea che stia fumando un prodotto meno dannoso”.
A rischio è anche chi, pur non aspirando il fumo, si dà al sigaro od alla pipa, cui sono “fortemente associati” i tumori della bocca, la cui cura “quando possibile, può essere estremamente invasiva e dolorosa”, una forma tumorale, ricorda il portale, che in Italia riguarda “il 4% di tutti i tumori maligni nell’uomo e l’1% di quelli delle donne”, con un tasso di mortalità a 5 anni di oltre il 70% e in “lento, ma costante aumento in tutte le età”.
In poche parole, non esiste fumo sicuro.
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