Cosa c’è nella frutta e verdura che arrivano sulla nostra tavola: pesticidi fuorilegge e tollerati
L’ortofrutta Italia è più sicura, meno pesticidi che all'estero. Per Legambiente è fuorilegge solo lo 0,5%, 3,9% oltre confine
La frutta e la verdura italiana sono migliori di quelle straniere, almeno per quanto riguarda i pesticidi. Ai controlli dei laboratori pubblici, l'ortofrutta italiana si è dimostrata molto meno contaminata di quella proveniente dall'estero. Anche il biologico in Italia si rivela sicuro: praticamente in nessun campione sono stati trovati pesticidi. Nell'ortofrutta non bio invece, un terzo ha tracce di queste sostanze, anche se entro i limiti di legge (e quindi è commestibile).
I “fuorilegge”
E' il quadro che si ricava dal rapporto annuale 'Stop Pesticidi' di Legambiente, presentato ieri a Roma. Una ricerca condotta sugli esami svolti nel 2017 dai laboratori pubblici su quasi 10.000 campioni. Complessivamente, solo l'1,3% della frutta e della verdura messa in vendita in Italia è risultata fuorilegge per i pesticidi. E si tratta soprattutto di prodotti arrivati dall'estero: dell'ortofrutta italiana era irregolare solo lo 0,5%, di quella straniera il 3,9%. Il dato dell'ortofrutta fuorilegge in Italia è stabile da un decennio (nel 2007 era l'1%), in linea con la media europea attuale dell'1,5%.
Meglio sbucciare
Due terzi dei campioni analizzati, il 61%, non hanno mostrato tracce di pesticidi. Su di un terzo dei campioni, il 34%, sono state ritrovate queste sostanze: a volte sulla buccia (quindi rimovibili lavando o sbucciando), altre volte nella polpa (passate attraverso le radici e non rimovibili). Su questo 34% tuttavia, i valori dei pesticidi erano sotto i limiti di legge, e quindi l'ortofrutta poteva essere venduta e consumata.
Il vero problema: le interazioni di pesticidi
Il problema, secondo Legambiente, è quando su di un singolo prodotto si ritrovano tracce di più pesticidi (succede nel 18% dei campioni). Per la normativa Ue, basta che tutti stiano sotto i limiti di legge, e il prodotto è regolare. Ma, secondo il rapporto, 'è noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell'organismo umano'. Lo studio porta l'esempio di un peperone cinese, dove sono state trovate tracce di ben 25 pesticidi diversi: tutti erano sotto i limiti, e quindi il prodotto era regolare.
Biologico affidabile
I residui di funghicidi, insetticidi ed erbicidi si trovano più sulla frutta (sul 60% dei campioni) che sulla verdura (36%). Il 5% delle uova ha mostrato tracce dell'insetticida fipronil. Del biologico secondo Legambiente ci si può fidare. Su 134 campioni analizzati, solo uno è risultato contaminato in circostanze ignote, e forse per caso.