Se non vuoi restare incinta attenta ai farmaci contro l’obesità. Ecco cosa si è scoperto

La "controindicazione” è emersa recentemente dopo che ci si è accorti di un sostanziale aumento di gravidanza indesiderate tra colore che assumevano queste molecole

Se non vuoi restare incinta attenta ai farmaci contro lobesità Ecco cosa si è scoperto
di Redazione

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Alcuni farmaci efficaci nel controllo del diabete e nel contrastare l’obesità si è scoperto che hanno un effetto non scritto tra gli effetti collaterali. Stiamo parlando dei GLP-1. La “contro indicazione” è emersa recentemente dopo che ci si è accorti di un sostanziale aumento di gravidanza indesiderate tra colore che assumevano queste molecole.
"Alcune donne riferiscono di essere rimaste incinta mentre prendevano la pillola anticoncezionale. Altre avevano precedentemente ricevuto una diagnosi di infertilità, ma dicono che hanno concepito dopo aver preso un ciclo di farmaci", si legge su Nature, che ha dedicato un'analisi a questo argomento, per cercare di comprendere le cause del fenomeno. Al momento non esistono dati chiari. 

Le ipotesi plausibili

La prima è che il recupero della fertilità sia una conseguenza della perdita di peso. "Le persone in sovrappeso e obese spesso sperimentano interruzioni del ciclo mestruale causate da squilibri ormonali o infiammazioni", si legge. La perdita di peso può ripristinare la regolare ovulazione in alcune donne. Un'altra ipotesi è che i farmaci anti-obesità possano incidere sull'efficacia della pillola anticoncezionale. Alcuni studi hanno osservato che uno dei farmaci contro l'obesità attualmente in commercio in Usa riduca la concentrazione del contraccettivo nel sangue fino al 66%. Infine, è possibile che tra gli effetti ancora poco noti dei farmaci contro diabete e obesità ci sia la capacità di agire su ormoni che hanno effetto sull'apparato riproduttivo, come l'ormone luteinizzante (LH). Vista la diffusione di questi farmaci, la comunità scientifica è in attesa di risposte. "Stiamo aspettando con il fiato sospeso", dice a Nature l'endocrinologa dell'University of Toronto Alyse Goldberg.
 
Foto pixabay
 
 
 
 
05/07/2024
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