Fai, Giornate di primavera 2016: la riscoperta delle bellezze italiane

di Anna Simone

Arte, architettura, natura, bellezza e unicità: questi i motivi principali per partecipare il 19 e il 20 marzo alla 24esima edizione delle Giornate di Primavera, promosse dal Fai, Fondo ambiente italiano. L’iniziativa è un’occasione unica per scoprire posti di solito chiusi al pubblico, si va dalle chiese alle ville, passando per borghi, palazzi, aree archeologiche, senza dimenticare castelli, giardini o archivi storici. Tra gli oltre 900 luoghi aperti, con visite a contributo libero in tutte le regioni del Belpaese, spiccano quelli immersi nella natura.

La Riserva naturale Sorgenti del Pescara, storica area protette d’Abruzzo che nasce ai piedi del colle di Capo Pescara e comprende uno specchio d’acqua originato dalle acque sotterranee che percorrono un tragitto di circa 30 giorni; l’area è circondata da terreno ricco di flora e fauna dove pullulano specie animali tipiche degli ambienti umidi e dove nidificano uccelli migratori, tra cui l’airone rosso, piuttosto raro.

Il castello di Pirro del Balzo, in provincia di Potenza, posto sull’estrema punta sud-est del centro storico, è stato eretto a partire dal 1470, quando Pirro Del Balzo, duca di Venosa, ottiene dal vescovo della città, il terreno dove sorgeva la cattedrale dell’XI secolo dedicata a san Felice, abbattuta e ricostruita altrove. In origine, la costruzione ha una funzione difensiva, voluta per completare il programma di ripristino del sistema difensivo intrapreso da Pirro Del Balzo dopo il terremoto del 1456. A partire dal 1546, invece, con Luigi Gesualdo, il castello viene man mano modificato e adibito a dimora signorile.

Villa Spada a Bologna, un edificio in stile neoclassico, costruito a fine ‘700 su progetto di Giovan Battista Martinetti, che ne ha disegnato anche il piccolo giardino all’italiana terrazzato e abbellito di vasi e sculture. Costruita per volere del marchese Zambeccari, porta il nome del principe Spada, che la acquista nel 1811. La villa, ora di proprietà comunale, ospita nelle sale e logge decorate con stucchi e ornate di busti e di statue, il Museo della Tappezzeria che vanta una ricca collezione di tessuti italiani (damaschi, lampassi, broccati, velluti e così via), europei e asiatici di pregio, oltre a pizzi, cuoi, pelli e antichi telai.

Il parco villa Gregoriana, a Tivoli, comprende un bosco di alberi giganteschi, vestigia di costruzioni antiche, dirupi, radure verdi, ed è stato voluto da Papa Gregorio XVI per sistemare il vecchio letto del fiume Aniene, stravolto dalla rovinosa piena del 1826.

L’abbazia san Fruttuoso a Camogli, la cui costruzione, secondo un’antica tradizione, risalirebbe all’VIII secolo, quando Prospero, vescovo di Terragona in fuga dalla Spagna invasa dagli Arabi, sceglie la baia per rifugiarsi e costruire una chiesa dove conservare le reliquie del martire Fruttuoso, santo poi diventato il protettore dei naviganti. Dal XIII secolo le sorti di san Fruttuoso si intrecciano con quelle della famiglia Doria, che fa costruire il complesso affacciato sul mare con il loggiato a due ordini di trifore. Nel 1467, morto l'ultimo abate, la comunità di benedettini lascia il monastero, dando così inizio al declino dell'abbazia, diventata in seguito covo di pirati, abitazione di pescatori e poi proprietà dei principi Doria. Nel 1915 un'alluvione provoca danni ingenti alla chiesa e i detriti del torrente in piena portati a valle formano la spiaggia tuttora visibile; in seguito, è donata al Fai da Frank e Orietta Pogson Doria Pamphilj.

Villa Zanelli, a Savona, è ritenuta una dei capolavori di stile Liberty in Italia. Attribuita a Gottardo Gussoni, allievo del torinese Pietro Fenoglio, uno dei più importanti architetti che interpretarono il Liberty italiano, nasce lungo la spiaggia del quartiere di Legino. Dopo un iniziale periodo di splendore, dal 1933 si susseguono diversi passaggi di proprietà e cambiamenti di destinazione d’uso, divenendo prima colonia, poi campo ospedaliero fino a struttura utilizzata dall'Usl. La villa attualmente versa in stato di abbandono, ma conserva intatto il corpo edilizio così come il suo fascino.

L’abbazia romanica di San Vittore delle Chiuse, edificata dai longobardi verso la fine del X secolo all'interno di un anfiteatro di montagne che la circondano; si dice che lo stesso nome “delle Chiuse” gli sia stato attribuito proprio perché risultava chiusa trai monti.

Il castello di Naro, in provincia di Agrigento, nasce come dimora del re Federico III d'Aragona. Il portale di accesso, a sesto acuto, differisce sia da quelli del periodo svevo che da quelli del periodo chiaramontano. Attualmente, ospita una mostra permanente di abiti antichi.

I Trabucchi di Peschici in Puglia, sono una sorta di palafitta con una piccola dimora, costituiti da pali conficcati nella roccia, funi e carrucole e una grande rete che viene calata in acqua. È un sistema di pesca arcaico, in alcuni casi ancora funzionante, collocato in un luogo con profondità marina intorno ai 5 metri e orientato verso sud-est o nord-ovest, per sfruttare le correnti.

Palazzo Passionei Paciotti, a Urbino, è una testimonianza di architettura civile urbinate del ‘400, tanto che la critica vi vede l’opera di maestranze attive a Palazzo Ducale.
Il complesso è costruito su un torrione della vecchia cinta muraria e si ritiene la dimora di uno dei quattro rami della famiglia Montefeltro. Dopo alterne vicende che ne determinano il degrado, il palazzo passa nei primi anni del ‘900 ai conti Ligi e da questi nel 1972 all’Università, alla quale si deve il merito di aver riconsegnato alla città un bene prezioso.

 

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