Estate: tempo di mare, sole ma anche di gossip e pettegolezzi
Quando comincia l'estate e si va in vacanza si ha voglia di lasciarsi alle spalle le preoccupazioni dei mesi passati tra lavoro, casa, soldi, malattie, ecc. Tutto si fa più leggero e inconsapevole per una breve parentesi di sole, mare, montagna o campagna, a seconda dei gusti e delle preferenze. Un segnale classico che indica l'arrivo dell'estate è il proliferare delle riviste di gossip tra gli ombrelloni. Sarà per la voglia di evasione, sarà perché molte persone non hanno voglia di cimentarsi in letture impegnate, sarà per la voglia di staccare la spina, fatto sta che d'estate la gente si diverte a leggere del gossip del giorno e a tessere trame su pettegolezzi da spiaggia del vip di turno o del vicino di lettino.
In generale, l'interesse e la curiosità su quanto accade nel retroscena delle persone superano grandemente il rispetto che si pretenderebbe dagli altri. L'idea che stimola questo interesse probabilmente deriva dall'impressione che nel retroscena c'è più autenticità, più possibilità di vedere la vera natura degli altri. Le informazioni “rubate” pertanto possono apparire semplicemente più vere e informative. D'altra parte il pettegolezzo non ha una connotazione positiva, anzi. Spesso si tratta di informazioni poco accurate e la divergenza tra la verità del contenuto e la realtà dipende da due aspetti: le caratteristiche dei sistemi di comunicazione e/o le motivazioni dei diffusori.
Le caratteristiche dei sistemi di comunicazione rendono inevitabile la perdita di informazioni, tanto più sono numerosi i passaggi. Le distorsioni che intervengono possono dipendere dal fatto che chi racconta desidera rendere la storia interessante e ricostruire una trama; senza dimenticare che intervengono anche i processi di memoria, per cui ricordiamo solo una parte degli elementi che ci sono stati riportati. Di solito si ricordano solo le parti di un racconto più salienti, più inaspettate, magari negative e diverse dai nostri modelli. In questo caso l'errore nella ricostruzione non è intenzionale. Ci sono casi in cui invece le distorsioni nel parlare di qualcun altro non sono casuali.
D'altra parte il pettegolezzo è uno strumento attraverso il quale si manipola la reputazione altrui. Far apparire una persona in cattiva luce condiziona gli elementi che vengono messi in risalto e può indurre più facilmente ad una interpretazione negativa e maliziosa degli eventi. Talvolta il pettegolezzo viene usato per danneggiare potenziali rivali, ma in altri casi può servire per rafforzare la reputazione di amici, parenti, ecc. L'azione congiunta di questi processi porta spesso a far circolare versioni diverse dello stesso episodio (Cavazza, 2012).
In ogni caso diffondere informazioni non accurate ha conseguenze per la reputazione della fonte. Chi diffonde informazioni false perde di credibilità e in futuro avrà meno incidenza nell'influenzare gli altri. Ma chi riceve queste informazioni, che tipo di riflessioni mette in atto per valutare la credibilità di quanto ha ascoltato? Prima di tutto tiene conto dell'interesse della fonte nel diffondere quel tipo di informazione. In seconda battuta, è influenzato dalla frequenza con cui sente ripetere le stesse informazioni da persone non collegate tra di loro. Inevitabilmente il pettegolezzo è fonte di intrattenimento e di svago malizioso, ma tutti i pettegolezzi implicano un confronto di tipo sociale e fanno sì che la persona tenda a confrontarsi con il gruppo di cui fa parte, ma porta anche a capire a chi siamo simili e rispetto a chi siamo diversi, ossia a riconoscerci in coloro che adottano comportamenti, scelte, valori simili ai nostri.
Quando il pettegolezzo riguarda persone che hanno una posizione o una situazione migliore della nostra, il parlare malizioso serve a mettere in evidenza il fatto che per esempio la loro posizione migliore è immeritata oppure a dire che “anche i ricchi soffrono”. È questo che a volte attrae il pubblico dei gossip sulle persone famose e i retroscena sordidi e difficili della loro vita. In questo caso ci si trova davanti a una manifestazione indiretta di risentimento, invidia o gelosia.
Alcune conversazioni pettegole implicano il confronto fra il proprio gruppo e gli altri e ci permettono di definire il nostro ambiente sociale. Questo confronto serve a capire meglio chi siamo, da chi ci differenziamo e perché e quali sono le regole che ci guidano. Ciò serve a rinforzare la considerazione positiva di se stessi e del proprio gruppo e di conseguenza il proprio senso di identità sociale (Cavazza, 2012).
Ma al di là di tutto, non dimentichiamo da dove siamo partiti, ossia dalla voglia di svago e di gioco. Ed è con questo spirito che va preso il pettegolezzo. Parlare in modo innocuo della vita altrui, soprattutto di personaggi famosi, può essere divertente e serve a far assaporare per brevi momenti un altro tipo di vita magari tanto diversa dalla propria e a creare quei frammenti di evasione tanto utili per alleviare lo stress accumulato durante il periodo lavorativo. In alcuni casi il pettegolezzo serve anche ad attutire o eliminare le differenze rispetto a personaggi ritenuti irraggiungibili. In fin dei conti, gioie e dolori della vita sono comuni a tutti, cambia solo il contesto in cui si vivono.